I Gruppi
di Ricerca Ecologica, associazione di tutela ambientale riconosciuta dal MATTM,
hanno chiesto al sub Commissario con delega all’Ambiente, il Generale di
Divisione Camillo de Milato, di essere ammessi a partecipare al tavolo tecnico
istituito dal Dipartimento di Tutela Ambientale con le associazioni degli
autodemolitori e che sta lavorando al piano per la delocalizzazione dei centri
siti a via Palmiro Togliatti.
immagine tratta da www.abitarearoma.net |
Apprendiamo con stupore che le aree individuate per la delocalizzazione
dei centri di autodemolizione e rottamazione nel territorio di Roma Capitale
siano in parte ancora quelle dell’Accordo di Programma del 1997, aventi
destinazione urbanistica “infrastrutture Tecnologiche”,
senza che si sia nemmeno tenuto conto di strumenti successivi né coinvolto il
territorio ad esempio l’area
potenzialmente interessata a ridosso di via Mario Schifano risulta Zona a
Rischio Idrogeologico classificato R4 e R3 sulla base del Piano Stralcio di
Assetto Idrogeologico (P.A.I.) dell’Autorità di Bacino del Tevere, individuante
le fasce fluviali e zone a rischio sull’elaborato prescrittivo di PRG vigente
(Decreto Segretariale n. 32 dell'8 giugno 2015, pubblicato sul BUR Lazio n. 56
del 14 luglio 2015), e che ai sensi dell’art. 64, c. 4 del D. Lgs 152/06, ha
“carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni ed enti pubblici,
nonché per i soggetti privati, ove trattasi di prescrizioni dichiarate di tale
efficacia dallo stesso Piano di bacino”, e pertanto rendono ampiamente superato
finanche il “Programma di delocalizzazione delle aree attualmente occupate dai
Centri di autodemolizione e rottamazione”, individuato dalle Linee di indirizzo
programmatiche stabilite con delibera 181/2014 della precedente Giunta Marino”.
Pur auspicando che l’annosa
problematica dei centri autodemolizione e rottamazione di via Palmiro Togliatti
possa trovare una celere soluzione siamo certi che ogni
alternativa non possa prescindere dalla totale sostenibilità ambientale e
urbanistica, senza pregiudicare la sicurezza dei cittadini o erodendo ulteriori
suoli in fasce che andrebbero invece preservate, tanto più nel quadrante Est
già martoriato da un punto di vista ambientale e sociale da attività illegali
troppo spesso inspiegabilmente tollerate dalle Istituzioni.