E' ormai chiaro a tutti che stanno drenando le risorse ISPRA a favore di dubbi centri di ricerca e dei soliti consulenti esterni amici di qualcuno nei ministeri. Invece di assumere per potenziare le attività stanno licenziando. Come conseguenza della mancanza di fondi e del licenziamento di circa 100 ricercatori iperspecializzati, di fatto le attività si stanno paralizzando.
Dopo la soppressione della banca dati Aria (BRACE), del gruppo di ricerca sui pesticidi nelle acque, della sezione ecotossicologia e bioindicatori continua l'erosione delle funzioni strategiche di un Ente che evidentemente appare scomodo al potere politico in quanto la maggior parte dei suoi ricercatori, per l'alto livello di preparazione, sono molto difficilmente ricattabili ed hanno bloccato per una serie infinita di magagne varie opere dannose e inutili sia dal punto di vista ecologico che economico (come il Ponte sullo Stretto), messo in evidenza una serie di inadempienze (per es. nel caso del MOSE a Venezia), bloccato l'inquinamento da pesticidi in molte aree naturali e denunciato costantemente il degrado ambientale e la contaminazione della nostra Nazione.
Pertanto di seguito pubblichiamo il comunicato inviatoci dall'USB PI dell'ISPRA
Dalla sala dei convegni dell’Ispra occupata, apprendere che ci sono 400 milioni di euro fermi e non utilizzati da parte dell’IIT, ha aumentato la rabbia per l’inerzia del Ministro Galletti.
“La verità è che i governi in questi anni hanno tagliato in maniera lineare la ricerca pubblica, preferendo foraggiare la ricerca privata non controllata. L’incapacità dell’IIT di spendere finanziamenti oltre a mostrare l’inadeguatezza dell’Istituto Italiano di Tecnologia fortemente contestato per la bassa produzione scientifica, mostra che i soldi vanno dove non servono.” Dichiara Nicola Lugeri dell’USB PI ISPRA “Noi occupanti dell’Ispra siamo sconcertati e scandalizzati. Noi qui sabato e domenica e loro a giocare ai banchieri. Apprendere che alcuni ministri stanno concertando come spendere questo ‘tesoretto’ senza verificare le reali esigenze degli enti di ricerca e delle università disperdendoli in ennesimi progetti discontinui e magari regalati alla speculazione non può che rafforzare le nostre convinzioni. I soldi, dunque, ci sono. Certo che in questo attivismo spicca per l’ennesima volta l’assenza del Ministro Galletti. Evidentemente già in vacanza. Proponiamo di destinare quota parte dei 400 mln di euro per la ricerca finalizzata ambientale, basterebbero 3 mln per 3 anni disponibili, per rilanciare ISPRA su attività necessarie al Paese attraverso le altissime professionalità che sono a rischio di licenziamento. Insieme a questi fondi chiediamo la restituzione dei 13 milioni tagliati con la spending review per avviare un piano assunzionale straordinario secondo le norme contenute nel testo unico."
Venerdì è avvenuta la chiusura alla trattativa con i sindacati dell’amministrazione per ‘manifesta incapacità’ economica e organizzativa. Il Ministro è completamente silente. Eppure questo ente è stategico per la funzionalità del Servizio Nazionale di Protezione Ambiente. Nei prossimi giorni ci saranno nuove iniziative e manifestazioni. Non intendiamo derogare ed arrenderci! Siamo determinati a denunciare come stanno trattando la ricerca e questo Ente e non lasceremo l’aula se non con le garanzie di una reale volontà di risolvere la situazione.
I lavoratori dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), al settimo giorno di occupazione della sede romana dell'Istituto, chiedono l'immediata sospensione dei 93 licenziamenti e l'apertura di un tavolo che programmi la stabilizzazione dei precari e il riordino dell’ente come Ente di Ricerca del SNPA.
Contatti:
Nicola Lugeri
USB PI ISPRA
Roma, 29 maggio 2017