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giovedì 22 giugno 2017

Terra dei fuochi, il punto del dott. Enzo Stabile su un'emergenza nazionale

Vincenzo Stabile è stato Comandante
regionale del Corpo Forestale dello Stato
ed attualmente è componente
dell'esecutivo nazionale dei G.R.E.
“ TERRA DEI FUOCHI”  Da due anni completo silenzio di  MiPAAF e Regione Campania su un progetto già finanziato per il recupero agronomico ed ambientale di 2000 ettari di terreno agricolo nei comuni di Giugliano (NA) e Villa Literno (CE) .

Si è parlato molto a proposito della “Terra dei fuochi”, e molto più a sproposito, ma, prima di procedere all'esposizione del comunicato, è necessario fare una premessa per inquadrare il problema visto da parte di chi, come il sottoscritto, nella sua qualità di Comandante Regionale del Corpo Forestale fino al 2014, ha vissuto questa vicenda da protagonista.
Desidero, inoltre, esprimere il mio personale compiacimento nel redigere questo comunicato, in quanto esso è il primo nella recente veste di membro dell’Esecutivo nazionale dell’Associazione Gruppi di Ricerca Ecologica: il primo di una serie di iniziative che intendono dare un contributo concreto, anche tecnico ai problemi ambientali che affliggono l’Ambiente, cercando di evitare polemiche e strumentalizzazioni; desidero, altresì porgere un personale saluto ed un ringraziamento al presidente dell’ Associazione, Umberto Balestrieri.

L’EMERGENZA AMBIENTALE decretata dal D.L.136/2013 interessa un territorio costituito da 57 comuni, tra le province di Napoli e Caserta, comunemente denominato: “Terra dei Fuochi”, caso che travalca l’ambito della Regione Campania diventando un problema nazionale le cui conseguenze si ripercuotono in vari campi, a cominciare dai prodotti alimentari.

Si tratta di un’area densamente abitata che ha fatto registrare negli ultimi decenni, un notevolissimo sviluppo urbanistico senza, peraltro, perdere la connotazione di zona prevalentemente agricola. Le colture consistono, per la maggior parte in foraggere, destinate all'allevamento bufalino (mozzarella di bufala DOP), frutteti (mela annurca IGP) e ortive, e sono praticate quasi sempre in regime irriguo, con acque emunte tramite pozzi  dalla falda freatica.

Lo scempio nella Terra dei Fuochi
(immagine dal sito del Ministero dell'Interno)
Da quanto sta emergendo dalle indagini e dalle verifiche in corso, sembrerebbe che le aree agricole interessate sono in minima parte effettivamente contaminate con i disastrosi effetti sull'economia locale ma anche nazionale. Il gran chiasso mediatico che si è verificato mettendo insieme scorie tossiche interrate, comuni rifiuti, roghi di rifiuti prodotti da un’economia sommersa ed illegale, camorristi pentiti, ha creato un danno gravissimo all’immagine non solo di Napoli e Caserta ma di tutto il territorio nazionale, perché in Cina, negli Stati Uniti non si è portati a distinguere la provincia o la regione, ma l’Italia tutta rappresenta un punto abbastanza  piccolo sull’atlante geografico , e ciò con buona pace di certi giornalisti del Nord.

E’ tutto il brand dell’Agricoltura italiana che è stato colpito da una comunicazione scandalistica, creando panico sui mercati, col rifiuto quasi totale della produzione campana. 

La situazione dei terreni agricoli nell'area considerata è estremamente complessa con fenomeni apparentemente incompatibili quali l’assoluta salubrità di prodotti coltivati su terreni con rifiuti tombati o a poca distanza da ecoballe, dalla RESIT, o da siti assai compromessi.

Certamente il ciclo biologico dei vegetali può metabolizzare o non assorbire alcune sostanze diffuse nel suolo, nell'aria o nelle acque, che alla fine possono non risultare presenti nel prodotto finale. Non è possibile giocare, tuttavia, sulla sicurezza alimentare. E’ necessario che i cibi siano sani, prodotti su terreni sicuri, irrigati con acque non inquinate e che l’aria sia pulita. L’aria inquinata dai roghi tossici rappresenta certamente l’aspetto più pericoloso per la salute, direttamente per l’aria che respiriamo, e, indirettamente per i prodotti inquinati: proprio con la ricaduta delle ceneri derivanti dall’abbruciamento dei rifiuti, di fatto si diffondono sui prodotti agricoli, nelle acque ed entrano nel circuito alimentare.

Per i motivi enunciati la sorveglianza rigorosa sui “FUOCHI” costituisce il primo e fondamentale passo per vincere questa battaglia ambientale.

Rimanendo nelle tematiche affrontate dal presente comunicato resta il problema di come affrontare la gestione dei suoli agricoli, almeno quelli non compromessi irreversibilmente. E’ da tener presente che sussistono varie situazioni relative ai suoli dell’area considerata:
  • terreni agricoli inquinati e sottosuolo con rifiuti tossici tombati e falda inquinata: in questi terreni è auspicabile solo una utilizzazione “NO FOOD”, con impianti forestali, pannelli solari, ecc.; 
  • terreni agricoli sani con rifiuti tossici tombati nel sottosuolo e falda non inquinata;
  • terreni agricoli sani con sottosuolo non inquinato e falda non inquinata e quest’ultima situazione, a dispetto delle notizie allarmistiche diffuse, costituisce ancora quella più frequente nell'area considerata.
Relativamente alle falde è necessario specificare che, oltre l’inquinamento provocato dal percolato delle discariche ed a quello dei rifiuti tombati, sussiste l’inquinamento salino, prodotto dalla penetrazione del cuneo salino ad opera di emungimenti incontrollati sulla fascia costiera.

Ovviamente di fronte a ciascuna di queste realtà è necessario intervenire in modo diverso a seconda del caso. Nei terreni sani sovrastanti  falde inquinate dal percolato o dal cuneo salino, è necessario interdire il prelievo di acqua dai pozzi per l’irrigazione fruendo dell’acqua di buona qualità che dovrà essere fornita dal Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno.

La presenza di falde inquinate e la conseguente inutilizzazione dei pozzi aveva creato un enorme disagio agli agricoltori della zona per cui il Consorzio di bonifica del bacino inferiore del Volturno aveva predisposto un progetto infrastrutturale di ampio respiro che prevede l’utilizzo delle acque non contaminate del fiume Volturno per l’irrigazione di oltre 2000 ettari di terreno agricolo rientrante nel comprensorio irriguo di Giugliano in Campania (NA) e di Villa Literno (CE), evitando il prelievo di acqua dalle falde risultate fortemente inquinate e quindi non compatibili con l’uso agricolo, per l’importo di 24 milioni di euro, coperti tramite revoche di finanziamenti ad altre opere non realizzate che solertemente la gestione commissariale dell’AGENSUD aveva provveduto a mettere a disposizione (21,5 milioni di euro che considerati i ribassi d’asta sarebbero stati sufficienti a coprire l’importo progettuale).

Grandi aspettative si erano create in merito su tutto il territorio soprattutto dopo che in data 8 aprile 2015 al comune di Giugliano, lo stesso Vice Ministro aveva annunciato, in tempi brevi l’avvio del progetto. Nel frattempo il Governo non ha trovato niente di meglio da fare che procedere alla soppressione della struttura commissariale ex AGENSUD e da quel momento il Consorzio non ha saputo più nulla restando in attesa di acquisire la formale ammissione al finanziamento che consente di sollecitare con più forza il rilascio dell’autorizzazione ambientale da parte dei competenti Uffici regionali i quali avrebbero dovuto dare  solo una assoggettabilità alla VIA (Valutazione Impatto Ambientale, scontata, in quanto i tubi sono tutti interrati, ma non sono affatto scontati i tempi), quindi neppure una vera e propria autorizzazione ma incredibilmente sono passati due anni e viene da chiedersi quanto veramente stia a cuore alla Regione il destino di queste Terre.

Vi è da fare una considerazione “a latere”: il Ministro Martina ha inteso procedere alla soppressione (DL 51/2015) della G.C. ex AGENSUD nonostante innumerevoli istanze contrarie sia parlamentari che di tutta le Regioni meridionali che invece chiedevano il rafforzamento della struttura tecnica commissariale. Ciò si è rivelato un enorme FLOP: un numero enorme di ritardi e contenziosi derivanti dalla mancata pianificazione del passaggio di competenze alle inadeguate strutture ministeriali, avvicendamenti dirigenziali con ulteriori ritardi e maturazione di interessi di mora; non sono state avviate le necessarie iniziative per l’utilizzo delle economie a favore delle aree meridionali per la prosecuzione delle attività; risultano ferme le iniziative nel settore idroelettrico e le attività in favore dei prodotti di qualità intraprese dall'ex AGENSUD. A fronte dei 330 Decreti commissariali emessi dall’ex AGENSUD nell'ultimo anno (maggio 2015-maggio 2016) ne sono stati emessi attualmente solo 105 e da 23 milioni liquidati si è sceso a 7.  !

SI CHIEDE PERTANTO A RAGION VEDUTA UN INTERVENTO CONCRETO SUL TERRITORIO DELLA TERRA DEI FUOCHI SEMPLICEMENTE SBLOCCANDO FONDI GIA' DISPONIBILI PER INTERVENIRE NON SOLO A VANTAGGIO DELL'AGRICOLTURA DELLA CAMPANIA FELIX MA DELLA SALUBRITA' DEI PRODOTTI ALIMENTARI E DELL’AMBIENTE

Vincenzo Stabile