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sabato 11 novembre 2017

Bassano Romano (VT), i GRE aderiscono all'appello per salvare la faggeta dai tagli

La faggeta di Bassano Romano (Viterbo)
in un'immagine tratta dal sito del Comune
Una fiaba: questo è l'immensa faggeta di Bassano Romano, in provincia di Viterbo. Un bosco unico, folto e lussureggiante anche se sorge a soli 500 metri sul livello del mare mentre il faggio solitamente ha bisogno di terreni diversi e altitudini maggiori per vivere bene (da 800 a 1800 metri). Qui però, anche grazie all'umidità che deriva dal poco lontano lago di Bracciano, il bosco e la sua flora riescono a prosperare e godere di una buona salute: una zona ristretta, con un clima  particolare, racchiusa in un anello di piante di cerro che delimita il bosco, proteggendone lo scambio con il lago di Bracciano.

La faggeta, di proprietà dell'Università Agraria di Bassano Romano, è molto ricca in biodiversità ed ospita esemplari rari e protetti di rapaci, come il falco pecchiaiolo e il nibbio bruno: ma mentre la vicina faggeta di Oriolo Romano (sempre in provincia di Viterbo) ha ottenuto il riconoscimento come sito UNESCO, quella di Bassano ha visto compromettere la propria candidatura a causa dei tagli industriali che da alcuni anni la stanno sfregiando.

Eppure entrambe queste faggete godrebbero, in teoria, delle massime forme di salvaguardia naturalistica: ricadono nel Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano, sono riconosciute come habitat di interesse comunitario prioritario della Direttiva “Habitat” (“Faggete degli Appennini con Taxus e/o Ilex” - cod. 9210*) e per la loro tutela è stata individuata la Zona Speciale di Conservazione ZSC “Faggeta di Monte Raschio e Oriolo” IT6010034, ai sensi della citata Direttiva.

Nel Piano del Parco (adottato e pubblicato) viene esaltata l’importanza di questa faggeta, descritta come “foresta vetusta”, ossia un bosco che per età degli alberi e struttura è prossimo alle condizioni di piena naturalità, imponendone la tutela assoluta. Inoltre, ad aprile 2016, la Regione Lazio ha approvato le Misure di Conservazione della ZSC (DGR 162/2016), prevedendo tra l’altro il “divieto di taglio di tutte le piante aventi un diametro a petto d’uomo superiore o uguale a cm 50”. Infine, ad agosto 2017, la Regione ha approvato un ulteriore e definitivo atto di tutela, con la modifica della Legge Forestale (LR 39/2002) e l’inserimento dell’art. 34 bis, che prevede al comma 3: “Per le foreste vetuste ricadenti nel perimetro delle aree naturali protette regionali o nazionali è fatto assoluto divieto di effettuare qualsiasi forma di utilizzazione. Sono fatti salvi i tagli divenuti urgenti e indifferibili per motivi di pubblica incolumità. Per le faggete depresse di cui al comma 2 sono vietate le utilizzazioni per finalità produttive fatto salvo i tagli necessari per la conservazione della faggeta o per motivi di pubblica incolumità.”

Ma i tagli proseguono, danneggiando irrimediabilmente un habitat così raro e delicato ed infrangendo la normativa regionale, nazionale ed europea vigente: è per questo che i Gruppi Ricerca Ecologica si sono uniti ai cittadini, alle associazioni e gruppi politici locali che si sono ripetutamente opposti al taglio segnalando gravi irregolarità confermate dal rinvio a giudizio di alcuni soggetti coinvolti e con l’emissione di pesanti sanzioni amministrative, chiedendo agli Enti competenti una nuova campagna di verifica del rispetto della normativa e di essere informati sugli esiti di quanto già segnalato, ma soprattutto chiedendo di disporre l’immediata e definitiva interruzione dei tagli boschivi nella faggeta di Bassano Romano e il rigoroso rispetto delle Misure di Conservazione nella ZSC “Faggeta di Monte Raschio e Oriolo” IT6010034.