Il sistema dei Cammini del Lazio |
Prestigioso riconoscimento internazionale
per la nostra organizzazione: l’assemblea dei soci dell’Associazione Europea
delle Vie Francigene (AEVF) ha ammesso i Gruppi Ricerca Ecologica Lazio nella particolare
categoria riservata alle associazioni pubbliche e private, senza fini di lucro
e non a scopo commerciale, che pur non versando contributi economici svolgono
attività in sostegno del progetto complessivo di valorizzazione delle Vie
Francigene e che hanno sottoscritto con l'associazione un protocollo di intesa. La Via Francigena promuove
infatti un patrimonio legato alle identità culturali europee partendo da un
itinerario storico che si esprime attraverso un fascio di strade, sulle quali
si è formata la storia dell’Europa nei secoli scorsi: un percorso di 1800 km
che attraversa l’Inghilterra, la Francia, la Svizzera e l’Italia sugli antichi
passi dei pellegrini medievali che camminavano verso i luoghi santi della
Cristianità. Il Consiglio d’Europa ha abilitato ufficialmente l’AEVF a
dialogare con istituzioni europee, regioni, collettività locali per promuovere
i valori dei cammini e dei pellegrinaggi, partendo dallo sviluppo sostenibile
dei territori attraverso un approccio culturale, identitario, turistico.
Tra la fine del primo millennio e
l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza
crescente. I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago de
Compostella e Roma, e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle
grandi vie della fede. Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e
ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione
determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò
l’Europa. Ed insieme ai pellegrini, viaggiavano anche le merci e le idee.
La Via Francigena nell'Italia medioevale (di Gaetano Dini) |
Tuttavia la ricostruzione del
“vero” tracciato della Via Francigena sarebbe oggi un’impresa impossibile,
poiché questo non è mai esistito: ha invece senso ritrovare le principali
mansioni e i principali luoghi toccati dai viandanti lungo la Via. Più che di
una vera e propria strada, infatti, si trattava di “aree di strada”, il cui
percorso variava per cause naturali (straripamenti, frane), per modifiche dei
confini dei territori attraversati e la conseguente richiesta di gabelle, per
la presenza di briganti. Il fondo veniva lastricato solo in corrispondenza
degli attraversamenti dei centri abitati, mentre nei tratti di collegamento
prevaleva la terra battuta.
Il percorso oggi riconosciuto
ufficialmente dal Consiglio d’Europa come itinerario della Via
Francigena,
ricalca le tappe indicate nel memoriale lasciato da Sigerico, arcivescovo di
Canterbury, a ricordo del pellegrinaggio da lui compiuto alla fine del X
secolo. Attraverso il Gran San Bernardo e la costa toscana, Sigerico entrò nel
Lazio tra Radicofani e Proceno. La prima tappa laziale della Francigena
segnalata nel “diario di viaggio” dell’Arcivescovo di Canterbury, è
Acquapendente, dove si trova il sacello a imitazione del Santo Sepolcro di
Gerusalemme.
Da lì il percorso tocca Bolsena, Viterbo (nota per il miracolo di
santa Rosa), Capranica, Sutri, Campagnano e Formello, per giungere a Roma
varcando Monte Mario, l’antico Mons Gaudii, nome che probabilmente richiamava
la gioia dei pellegrini giunti ormai al cospetto della Città Eterna dopo il
loro interminabile e pericoloso cammino: in tutto 180km di magnifici paesaggi,
antichi borghi e aree naturali protette, dalla Tuscia al cuore della
cristianità.
Ma a Roma confluisce anche un
altro percorso Francigeno, conosciuto come Via Francigena del Sud,
originariamente percorso dai pellegrini in transito fra la Capitale e gli
approdi pugliesi da dove salpavano le navi dirette verso la Terra Santa. La
Regione Lazio sin dal 2008 ha messo in atto una sinergia di interventi volti a
valorizzare i cammini meridionali francigeni, investendo notevoli risorse per
il recupero di diversi tracciati a sud di Roma, individuando due principali
direttrici.
Una è quella della Via Prenestina
– Via Latina, che attraversa la Provincia di Roma e di Frosinone sino ai
confini col Molise, coinvolgendo 43 Comuni e che si articola in due varianti,
una che conduce verso Cassino e l’altra che si snoda lungo la Val di Comino.
Nel territorio si trovano le due grandi Abbazie laziali di Casamari e
Montecassino.
L’altra è la direttrice Appia,
che scende dai Castelli Romani nella Provincia di Latina, passa per l’antica
città portuale di Terracina (dove già una parte dei pellegrini sceglievano la
rotta marittima verso Gerusalemme) e giunge al fiume Garigliano, ai confini con
la Campania. Il percorso, che interessa ventinove Comuni, segue l’antica via
consolare lungo le pendici dei Monti Lepini, Ausoni e Aurunci, è ricco di siti
archeologici e incrocia le Abbazie di Fossanova e Valvisciolo.