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mercoledì 2 gennaio 2019

Pesticidi, l'Italia renda obbligatori i "test delle api"


Pochi giorni fa, a margine del Consiglio europeo e dell’Euro Summit riuniotosi a Bruxelles, è stato deciso di inviare - ancora una volta - un documento fondamentale che fermerebbe rapidamente il drammatico declino degli impollinatori selvatici e delle popolazioni di api in tutti i paesi europei, ma che metterebbe anche fine allo scandaloso sistema che consente all'industria agrochimica di raccogliere enormi profitti ignorando deliberatamente gli effetti devastanti dei loro pesticidi che uccidono le api!
Questo documento - il documento di orientamento dell'EFSA - è stato scritto da un gruppo di lavoro composto da oltre 30 scienziati indipendenti, scelti tra i migliori specialisti europei, e descrive i "test delle api" che dovrebbero essere condotti per conoscere realmente l'impatto dei pesticidi sugli impollinatori PRIMA che siano immessi sul mercato.
Ma sotto l'enorme pressione delle imprese agrochimiche, i politici che avrebbero dovuto proteggere noi, il nostro cibo, la nostra salute e il nostro ambiente, hanno appena seppellito una riforma assolutamente necessaria. Questa decisione irresponsabile non è stata accettata da nessuno stato membro dell'Unione Europea e rimane ignorata dalla stragrande maggioranza dei cittadini europei.
L’obiettivo è estremamente chiaro: assicurare inimmaginabili profitti ai colossi agrochimici per gli anni a venire. E questi stanno stappando lo champagne, perché se questo documento fosse stato adottato, la stragrande maggioranza dei loro veleni assassini di api semplicemente non potrebbe più essere scaricata nei campi.
Un consorzio composto da Bayer, Syngenta, Dow Chemicals e altri big dell’agrochimica ha testato oltre 150 pesticidi alla luce dei nuovi protocolli richiesti dall'EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Il risultato è schiacciante: il 79% degli erbicidi testati, il 75% dei fungicidi e il 92% degli insetticidi non ha superato i nuovi test di certificazione, e dovrebbero essere immediatamente ritirati dal mercato perché presentano troppi rischi per le api domestiche e selvatiche.
Come è possibile lasciare che gli interessi finanziari a breve termine di alcune grandi società sconvolgano drammaticamente il cibo, l'ambiente e il futuro di un'intera popolazione?!
Per informare i cittadini di questo tradimento insopportabile dei loro rappresentanti politici, è necessario chiamare a raccolta tutti coloro che si rifiutano di lasciare che vengano sacrificate le api, la natura, il cibo e la salute di tutta la popolazione e chiedere ai politici di adottare con urgenza i “test sulle api" per fermare l'estinzione degli impollinatori - nel nostro paese e nel resto Europa.
Bisogna agire rapidamente: l'Europa sta affrontando un massiccio declino degli impollinatori e degli insetti in generale: in Germania negli ultimi 30 anni è scomparso il 75% degli insetti volanti. E secondo gli autori dello studio, questo risultato potrebbe essere generalizzato a tutto il territorio europeo. Gli insetti impollinatori sono particolarmente minacciati. Dietro al noto fenomeno delle perdite di api da miele, si nasconde un grosso problema: il drammatico declino di tutti i tipi di insetti impollinatori europei: api selvatiche, bombi, farfalle, sirfidi...
Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Commissione Europea (EC 2018), "molte specie di impollinatori sono estinte o minacciate di estinzione". Questo drammatico declino avrà gravi conseguenze per la sicurezza alimentare. In Europa, circa l'84% delle specie coltivate e il 78% delle specie di fiori selvatici dipendono dall'impollinazione degli animali. L'estinzione degli impollinatori scatenerà una reazione a catena attraverso l'intero ecosistema: già studi recenti rivelano che il numero di uccelli comuni è in calo a un ritmo allarmante in Europa (Inger et al., 2014) e addirittura in Francia un terzo della popolazione di uccelli è scomparsa dalle zone rurali negli ultimi 15 anni a causa della morte degli insetti (novembre 2018).
Oggigiorno la stragrande maggioranza dei ricercatori di tutto il mondo sospetta fortemente che l'ultima generazione di pesticidi, commercializzata dalla fine degli anni '90, sia responsabile di questo catastrofico massacro perpetrato in un silenzio assordante: sono presenti in quantità industriali nel nostro ambiente, nei campi, nelle foreste, nei suoli (secondo un nuovo studio l'83% dei suoli europei contiene pesticidi), nei fiumi e nelle falde acquifere sotterranee... fin nei piatti che mangiamo e nell'aria che respiriamo!
La vendita di tutti questi prodotti sterminatori di api, impollinatori e ambiente, è possibile solo grazie ad autorizzazioni ottenute sulla base di test completamente obsoleti, i cui parametri sono stati stabiliti diversi decenni fa per prodotti con modalità d'azione molto diverse.
Per ammissione della stessa industria agrochimica, solo il 20% degli effetti noti dei pesticidi sugli impollinatori, studiati dagli scienziati di tutto il mondo, verrebbero testati oggi prima di consentire la vendita di un nuovo prodotto. Infatti, se aggiungiamo a ciò tutti gli effetti dovuti a miscele di sostanze chimiche in natura, effetti sinergici, effetti cocktail, effetti subletali, interferenti endocrini, epigenetici e trasmissibili di generazione in generazione, possiamo affermare che i test attualmente richiesti ignorano deliberatamente l'impatto dei pesticidi sulle api e sull'ambiente.
Ogni anno vengono scoperti nuovi problemi, nuove minacce per gli impollinatori. Come potrebbe essere altrimenti? Per proteggere le colture contro insetti, muffe o funghi che sono sempre più resistenti ai prodotti che si suppone siano sradicati (come i batteri che diventano resistenti agli antibiotici), i pesticidi sono diventati delle vere e proprie bombe chimiche a tempo che gli scienziati non controllano, dagli effetti terribilmente sottili e altamente tossici: i neonicotinoidi, i famosi insetticidi "killer-bug" che sono stati appena banditi in Francia, a parità di dosaggio sono tra 1000 e 7000 volte più tossici per le api rispetto alle precedenti generazioni di pesticidi!
In Europa e in tutto il mondo esistono alternative ai pesticidi: sebbene siano complesse da implementare e debbano essere seguite, già oggi consentono di produrre in quantità sufficienti. E gli agricoltori che le usano guadagnano costantemente più soldi risparmiando su pesticidi e altri input chimici. Ma poiché le multinazionali dell'agro-chimica si rifiutano di rinunciare a "tutti i pesticidi" che assicurano loro centinaia di milioni, persino miliardi di euro di fatturato annuo, stanno cercando soluzioni che non si sarebbe mai osato immaginare in passato, con conseguenze inimmaginabili sulle api, sugli impollinatori e su tutta la biodiversità che conosciamo oggi.
Per cercare di superare questi nuovi importanti rischi posti da prodotti scaricati in grandi quantità nel nostro ambiente senza essere stati realmente testati, l'EFSA, l'autorità sanitaria europea, ha riunito i migliori specialisti europei per stabilire nuovi test in grado di determinare prima dell’immissione in commercio se un nuovo pesticida, una nuova molecola chimica, rischi di decimare gli impollinatori. Il documento uscito nel 2013, noto come "Bee GuidanceDocument", ha causato un terremoto per le multinazionali agrochimiche in quanto i "test delle api" metterebbero fine alla loro impunità: la stragrande maggioranza dei loro prodotti non avrebbe potuto più essere consentita e di conseguenza sarebbero andati in fumo centinaia di milioni di euro di guadagni all'anno.
Le imprese industriali hanno scatenato una tempesta per fare pressioni sui paesi europei, che hanno il potere di far approvare i "test delle api" in Europa. Nel maggio 2013, il comitato di Bruxelles riunendo i rappresentanti dei ministeri europei dell'agricoltura - lo SCoPAFF, il Comitato permanente per piante, animali, alimenti e mangimi - ha preso la decisione di rinviare l’obbligatorietà dei "test delle api", cedendo alle richieste dell’agrochimica. Da allora, i "test delle api" sono stati messi più di venti volte all'ordine del giorno, e ogni volta sono stati rinviati.
Tuttavia c’è ancora speranza. Il Belgio, consapevole della gravità della situazione, ha deciso di applicare i "test delle api" a livello nazionale, dimostrando non solo che queste nuove procedure sono attuabili, contrariamente a quello che vorrebbe l'agrochimica, ma anche che un paese può imporle senza aspettare la convalida dell'Europa!
I cittadini di tutti i paesi europei devono chiedere ai loro governi di mettere in atto le raccomandazioni degli scienziati per valutare i rischi reali per le api e gli impollinatori selvatici!