Lago Sandro Pertini o exSnia (foto Gre Lazio) |
Snia sta per Snia Viscosa, ma facciamo un passo indietro di quasi un secolo. E' il 5 settembre 1923 quando, tra il fosso della Marranella (proveniente dai vulcani laziali e scorrente da sud a nord verso l'Aniene) e una collina, la Cisa Viscosa di Padova apre un grosso complesso industriale di 120.000mq che per cinquant'anni avrebbe dato lavoro fino ad oltre 2500 operai, quasi tutti originari di altre regioni e di cui oltre la metà donne, dediti alla produzione di rayon, una seta artificiale derivata dalla cellulosa che, al contrario del nylon, assorbe l'acqua, rendendo i tessuti ottenuti molto più confortevoli per essere indossati. Ma la crisi del chimico italiano non perdonò questo insediamento, e dopo una progressiva riduzione delle maestranze impiegate, nel 1954 i cancelli dell'opificio si chiusero definitivamente.
Nel 1968 il Ministero della pubblica istruzione (all'epoca competente per le antichita' e belle arti, per la sicurezza del patrimonio culturale) appose un vincolo munumentale [1] sulla collina dei vecchi dormitori motivato dalle "numerose alberature prevalentemente pini di notevole sviluppo, che forma una attraente zona verde in una località cittadina che ne è priva". Ma 14 ettari al centro di una delle zone urbane più densamente popolate d'Europa, stretti tra la via Prenestina via di Portonaccio, i binari della Roma-Sulmona e lo scalo ferroviario Prenestino, non potevano però restare abbandonati per troppo tempo: nel 1969 la Cisa Viscosa si fonde con la Snia Viscosa (eccola!), che poi nel 1982 cederà i suoi immobili alla Società Immobiliare Snia per liquidare i beni dopo pochi anni.
(foto Gre Lazio) |
E' il 1992, quando - non potendo abbattere lo scheletro dell'opificio, le ruspe iniziano uno scavo nelle aree non edificate per la realizzazione dei parcheggi interrati. Arrivati a 10 metri di profondità, dal sottosuolo inizia magicamente la fuoriuscire acqua frizzante in grande quantità [3]: gli operai avevano involontariamente intercettato la falda storica dell'Acqua Vergine, che attraversa tutta la parte orientale di Roma. Il fossato inizia a riempirsi, e il Pulcini - per salvare il cantiere - tenta improvvidamente di canalizzare le acque nelle fognature, le quali non reggono e comportano uno storico allagamento di largo Preneste: il clamore dettato da questo evento accende un faro sui lavori, la cui illegittimità viene accertata velocemente.
(foto Gre Lazio) |
Parallelamente all'iter giudiziario, ma anche agli innumerevoli tentativi di Pulcini di realizzare qualcosa nel quadrato di sua proprietà [7], l'abbandono dell'area ne favorisce la rinaturalizzazione: attorno al bacino di 500 metri di perimetro per 10 mila metri quadri di superficie e 10 metri di profondità sono state censite 180 specie di piante, nonché 50 di uccelli, molti dei quali protetti a livello europeo. Ci sono martin pescatori, cormorani che spesso sostano sul mostro di cemento, i germani reali che vivono stabilmente nell’area, una coppia di tuffetti, gallinelle d’acqua che nidificano tra i canneti, poiane, ranocchie, almeno tre esemplari di gheppio, picchi rossi, pettirossi, fringuelli, verdoni, verzellini, capinere, e gli immancabili gabbiani reali che scorazzano indisturbati, soprattutto di notte [8], a dimostrazione che l'area è anche parte dei corridoi migratori che attraversano Roma [9]: indubbiamente un biotipo da preservare, quindi, anche perchè essendo alimentato esclusivamente dalla falda [10], è stata certificata la natura permanente del lago.
(foto Gre Lazio) |
Nel frattempo la ricolonizzazione spontanea dell'area viene operata dalle specie autoctone di maggior pregio: le cannucce Phragmites australis sulle sponde, Salix alba e Populus alba nelle fasce riparielecci, allori e alaterni nel microclima più fresco a ridosso della collina [17], dando origine a consociazioni di alberi e cespugli, proprio perché cresciute spontaneamente, formano popolazioni in particolare equilibrio con il substrato e le condizioni ambientali del contesto. A sua volta, il lago, grazie alla compresenza di acqua e di vegetazione spondale, ha permesso l'instaurarsi di catene alimentari complesse di grande utilità per la fauna, mentre nell'area più vicina alla fabbrica, malgrado la povertà dei terreni, le condizioni di fatto indisturbate (la fabbrica a un certo punto verrà occupata diventando un
accampamento, ma dopo un incendio che devastò il grande
reparto tessile venne sgomberata e nel 2004 parzialmente demolita) hanno consentito lo sviluppo di esemplari di platani, bagolari, olmi e fichi selvatici di grandi dimensioni, che fungono da riparo e rifugio per l'avifauna [18].
(foto Gre Lazio) |
Tuttavia nel 2013 di avrà un quarto tentativo di speculazione a seguito della riproposizione del Bando cognitivo per l’individuazione di aree ed edifici degradati o dismessi [23]: questa volta Pulcini prevede la copertura del lago e la costruzione di quattro torri di 100 metri l’una. Ciò riaccende la mobilitazione popolare finchè il 27 dicembre 2013, con una Memoria di Giunta del Comune di Roma, il Bando Relitti Urbani viene rigettato. A giugno 2014, il Forum Territoriale Permanente presenta la richiesta di vincolo di tutela ex D.lsg 42/04 per il complesso industriale exSnia alla Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma, e contestualmente per la prima volta il Municipio V prende atto che l’area dal lago a via di Portonaccio è proprietà del Comune di Roma e chiede che sia attrezzata a verde pubblico [24]. Ad agosto 2014 il Consiglio regionale si è impegnato a fare dell'area un Monumento Naturale [25] (nel 2018 seguirà un'analoga espressione di volontà), e forse siamo vicini al traguardo: gli
Speriamo, a breve, di annunciarvi la notizia della definitiva vittoria della natura sul cemento.
uffici regionali della Direzione parchi stanno per chiudere l'istruttoria e a quel punto mancherebbe solo la firma del governatore Nicola Zingaretti. Contestualmente le Commissioni consiliari di via della Pisana stanno anche lavorando per ottenere la demanializzazione delle acque del lago.Speriamo, a breve, di annunciarvi la notizia della definitiva vittoria della natura sul cemento.
[1] decreto di vincolo del 23 marzo 1968, n.120325, attualmente afferente alla Direzione generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
[2] concessione edilizia del 30 maggio 1990, n. 958/1990, rilasciata dall’assessorato all’Urbanistica della Regione Lazio
[3] successivamente gli studi geologici propedeutici al PRG del 2008 chiariranno che l'alveo della marana nel tempo ha occupato l'avvallamento corrispondente alla faglia che separa gli strati pozzolane dai tufi più orientali: tale discontinuità ha consentito all'acquifero in pressione, di norma confinato alle quote inferiori dei substrati argillosi prevulcanici, di risalire a livelli prossimi alla falda superficiale, posta in quest'area a 5 metri dal piano di campagna
[4] decreto di annullamento della Regione Lazio del 22 giugno 1992, n. 1402
[5] ordinanza del 9 febbraio 1993, n. 155, della VI circoscrizione di Roma
[6] sentenza del TAR del Lazio del 1 luglio 2010, n. 22076/2010
[7] Pulcini presenta un progetto per la realizzazione di 4 torri, alte 30 piani l'una: Roma Capitale “Bando Relitti Urbani” Verbale di Giunta 23 maggio 2012 e Determinazione Dirigenziale del 6 giugno 2012, n.445; Roma Municipio V, Commissione congiunta Lavori Pubblici-Urbanistica Verbale del 22 gennaio 2014, n.3
[8]http://www.ansa.it/sito/notizie/magazine/numeri/2016/04/19/a-roma-e-nato-un-lago-e-resiste_35361ffa-5844-422d-a3aa-7aa0a9ae93cc.html
[9] AA.VV L'ecosistema Roma, Palombi 1995; Atlante degli uccelli nidificanti a Roma, Palombi 1996; Anfibi e Rettili a Roma, Stilgrafica 2003; Roma Capitale di Biodiversità, Ministero dell'Ambiente 2010
[10] analisi microbiologiche eseguite sulle acque del lago nel 2006 e nel 2014 - Antonio Boccia, Indagine ambientale nell'area dell'ex fabbrica Snia: Rilievi bio-chimico-fisici delle acque del lago, Roma La Sapienza 1° Facoltà di Medicina 2006; Analisi microbiologiche e rilievo dei metalli pesanti, Laboratorio Alimentazione-Ambiente srl, via dei Marsi 46 Roma, marzo 2014
[11] delibera del 28 dicembre 1994, n.314, del Consiglio Comunale di Roma
[12] seguiranno: il decreto del 13 marzo 2000, n.163, del Presidente della Giunta regionale del Lazio, che dispone l’esproprio definitivo dell’area del Parco delle Energie; la Deliberazione del 9 settembre 2003, n.533, della giunta comunaledi Roma relativa ad un progetto unitario di utilizzazione del Parco Prenestino – ex SNIA Viscosa prevedente l'insediamento nei ruderi di alcune Facoltà dell'Università "La Sapienza"; l'ordinanza del Sindaco del 3 agosto 2004, n.194, decretante l’esproprio definitivo dell’area sita fra il lago e via di Portonaccio, per la realizzazione del Parco Prenestino, l’attuale Parco delle Energie
[13] Decreto del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali del 21 ottobre 1995 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 10.02.1996)
[14] autorizzazione del 9 febbraio 2009 del Commissario Delegato per lo svolgimento dei Mondiali di Nuoto "Roma 2009"
[15] delibera di Giunta comunale del 29 ottobre 2008, n.354, di affisamento alla ASD Laurus Nuoto dell'area di proprietà comunale sita all'interno del Comprensorio Tiburtino
[16] decreto del Mibac del 3 luglio 2012
[17] AA.VV. Scienziati e studiosi per l'ex-Snia Viscosa, Atti Convegno, “Parco delle Energie” 1 dic.13
[18] G.Fanelli Il contesto ambientale dell’ex Snia Viscosa e del lago, Università Tor Vergata gen. 2014
[19] Codice Civile, art.822: “appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico (..) i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia”
[20] Comune di Roma, PRG vigente 2008, Elaborati Prescrittivi n.4 Carta della Rete ecologica, foglio 18
[21] Vittoria Calzolari Storia e natura come sistema: un progetto per il territorio libero di Roma, Argos 1999
[22] Italo Insolera Frondose arcate: il Colosseo prima dell'archeologia, Electa 2000; gli esemplari floristici raccolti all'interno del Colosseo a inizio 800 e conservati al Museo Herbarium de la Sapienza, includono Geranium rotundifolium, Inula viscosa e Hordeum leporinum presenti anche nell'area ex Snia
[23] delibera della Giunta Capitolina n.154/2012
[24] Memoria della Giunta del Municipio V del 17 giugno 2014, n.20
[25] Consiglio Regionale del Lazio, Odg “Misure per l’apposizione del vincolo di “Monumento naturale” all’area del lago dell’ex Snia Viscosa” approvato all'unanimità il 6 agosto 2014