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giovedì 14 dicembre 2017

Nota sull'inquinamento da pesticidi in Italia


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L’utilizzo di pesticidi, sostenuto dai media in maniera aggressiva, rappresenta una preoccupazione globale: si stima che a causa dell’avvelenamento acuto da pesticidi, almeno 200.000 persone perdano la vita ogni anno. La stragrande maggioranza di questi decessi avviene nei paesi in via di sviluppo, dove le norme sanitarie, di sicurezza e ambientali sono meno incisive e applicate con minor rigore, ma nonostante ciò il tasso di impiego di questi prodotti è in forte aumento.

Un tempo era opinione comune che l'agricoltura industriale intensiva, fortemente dipendente dalla chimica, fosse indispensabile per sfamare la popolazione mondiale in crescita, nonché – oggigiorno - in conseguenza degli impatti negativi del cambiamen to climatico e della scarsità globale dei terreni agricoli. Si riteneva che l’industria dei pesticidi potesse risolvere il problema alimentare accrescendo a dismisura le produzioni agricole: oggi sappiamo che non solo l'aumento della produzione alimentare non è riuscito ad eliminare la fame nel mondo, ma addirittura ciò è avvenuto a scapito della salute umana e dell'ambiente. Affidarsi ai pericolosi pesticidi ha rappresentato, infatti, una soluzione di breve periodo che oggi pregiudica i diritti al cibo e alla salute per le generazioni attuali e per quelle future.

Per altro gran parte della produzione agricola non viene più utilizzata per sfamare la popolazione ma per nutrire miliardi di animali da allevamento. Questo tipo di economia si accompagna inevitabilmente al degrado degli habitat, alla deforestazione, alle emissioni di gas serra, all’inquinamento delle acque e, a causa di fenomeni di bioaccumulazione) all’intossicazione cronica dei consumatori finali, compreso l’uomo.

A marzo 2017, un rapporto delle Nazioni Unite (ONU) ha assestato un duro colpo all’uso dei pesticidi, dichiarando un “falso mito” il mantra ripetuto dalle aziende agro-chimiche che l’uso dei pesticidi sia necessario per garantire la produttività delle colture e dunque perseguire l’obiettivo di sviluppo sostenibile di azzerare il numero di persone denutrite. L’ONU sostiene piuttosto che il problema della denutrizione sia causato da ineguaglianze e dunque sia fondamentalmente un problema di distribuzione, non di quantità.

Gli antiparassitari, di contro, provocano una serie di danni enormi. Le colture trattate inquinano l'ecosistema circostante e lontano, con conseguenze ecologiche imprevedibili. Inoltre, la riduzione generale delle popolazioni di parassiti sconvolge il complesso equilibrio tra predatori e prede nella catena alimentare, destabilizzando l'ecosistema. I pesticidi annientano la biodiversità e contribuiscono
alla fissazione dell'azoto, che può abbattere i rendimenti delle colture.
Mentre la ricerca scientifica ha confermato gli effetti negativi degli antiparassitari, dimostrando definitivamente il collegamento tra l'esposizione e le malattie o i danni all'ecosistema, si assiste alla negazione sistematica, alimentata dall’industria dei pesticidi e dall'agroindustria, delle reali dimensioni del fenomeno.

L'agricoltura italiana si è progressivamente adattata alle caratteristiche geomorfologiche ed ambientali della penisola, ma allo stesso tempo anche alle crescenti pressioni del mercato internazionale in termini di concorrenza sia per il prezzo che per la qualità dei prodotti e delle merci ricercate dalle nazioni importatrici. Sebbene il settore primario continui a produrre enormi vantaggi in termini di efficienza, al contempo criticità come le crisi idriche, le calamità naturali, il crollo dei prezzi ai produttori, il ruolo egemone della distribuzione e l’aumento dei prezzi al dettaglio rappresentano un freno ad un’innovazione che è in primis una riscoperta della tradizione e il rispetto del territorio.

La relazione affronta le tendenze attuali nell'uso e nei metodi di applicazione dei pesticidi e l'impatto dei pesticidi e dei loro residui sulla salute delle comunità e sull'ambiente. Lo scopo dello studio è quello di generare una sintesi per i decisori politici nonché di mettere a disposizione di tutti coloro i quali cercano informazioni sull’attuale tematica dell’impiego dei pesticidi in Italia un dettagliato prospetto dei prodotti utilizzati.

Il lavoro, coordinato dai Gruppi Ricerca Ecologica Lazio, da PAN Italia, dall'ISDE - Medici per l'Ambiente e da European Consumers, è sempre curato da Massimiliano Bianco, Ricercatore dell'ISPRA, e rispetto alle precedenti pubblicazioni è stato arricchito anche con contributi di studiosi dell'Università Politecnica delle Marche e dell'Università degli Studi di Parma. Oltre all'analisi nazionale, inoltre, sono presenti analisi regionali relative al Lazio, all'Emilia-Romagna, alla Toscana ed alla Provincia Autonoma di Trento.