di Giuseppe
Altieri (Agroecologo) e Pietro Massimiliano Bianco (Ecologo ISPRA)
Uno
dei più comuni passatempi degli Enti preposti alla salute dei cittadini sono le
deroghe fitosanitarie. Pan Italia ne ha già catalogate, tra il 2016 e oggi
oltre 300 tra nazionali, regionali, provinciali o addirittura di singoli
distretti agricoli. Per alcune sostanze particolarmente tossiche cambia ogni
anno il numero di registrazione dei prodotti fitosanitari che le contengono,
facendoli apparire come nuovi Prodotti Fitosanitari, appena registrati.
L’ultima è la settima edizione delle deroghe all’1,3 dicloropropene,
attualmente tra i prodotti più venduti a livello nazionale (SIAN), più dell’80
% in Veneto (ARPAV, Regione Veneto, 2014).
Specie
coltivata
|
Periodo
|
Tabacco, Melone, patata da consumo
|
dal 15 marzo 2018
|
Radicchio, cocomero, melanzana, pomodoro da mensa
|
dal
1 febbraio 2018
|
Pomodoro
da mensa, sud Italia
|
dal 1 giugno 2018
|
Insalate
pieno campo, baby leaf, erbe aromatiche zucchino
|
dal 1 luglio 2018
|
Insalate
in coltura protetta
|
dal 1 settembre 2018
|
Fragola
(serra e pieno campo), carota
|
dal 1 giugno 2018
|
L'1,3 dicloropropene
è un Prodotto Fitosanitario Sintetico cloroderivato (la famiglia chimica del
DDT) usato come fumigante per sterilizzare i terreni, quando viene a crearsi
una popolazione di organismi squilibrata a causa di errati sistemi di
coltivazione o monocolture che favoriscono i patogeni. La sterilizzazione dei
terreni rappresenta l’estremo grado d’insostenibilità agricola, distruggendo
ulteriormente la biodiversità del suolo e, con essa, i cicli e gli equilibri
naturali, riducendo elementi nutritivi, humus e organismi utili (antagonisti
dei patogeni, azotofissatori, micorrize, ecc.), creando presupposti per
ulteriori incrementio di inputs chimici.
Il
documento richiama l’attenzione delle aziende interessate alla presentazione
dell’istanza per la registrazione di un formulato a base della sostanza attiva
della 1,3-D al rispetto della “Procedura per la gestione delle istanze di
autorizzazione di prodotti fitosanitari per situazioni di emergenza
fitosanitaria in attuazione dell’Art. 53 del Regolamento (ce) 1107/2009” con
particolare riguardo al punto 3C, circa la possibilità di reiterazione della
domanda. Già nel 2017, con il Decreto del 10 aprile 2017 delle Autorizzazione
in deroga per situazioni di emergenza fitosanitaria, il Ministero della Salute
aveva autorizzato prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva
1,3-dicloropropene, ai sensi dell’art. 53, paragrafo 1, del regolamento (CE) n.
1107/2009. Articolo che recita:
“In
deroga all’articolo 28, in circostanze particolari uno Stato membro può
autorizzare, per non oltre centoventi giorni, l’immissione sul mercato di
prodotti fitosanitari per un uso limitato e controllato, ove tale provvedimento
appaia necessario a causa
di un pericolo che non può essere contenuto in alcun altro modo ragionevole.
Lo
Stato membro interessato informa immediatamente gli altri Stati membri e la
Commissione del provvedimento adottato, fornendo informazioni dettagliate sulla
situazione e sulle misure prese per garantire la sicurezza dei consumatori.
2.
La Commissione può chiedere all’Autorità di emettere un parere o di fornire
assistenza scientifica o tecnica. L’Autorità fornisce alla Commissione il suo
parere o i risultati del suo lavoro entro un mese dalla data della richiesta.
3.
Se necessario, è adottata una decisione secondo la procedura di
regolamentazione di cui all’articolo 79, paragrafo 3, per stabilire quando e a
quali condizioni lo Stato membro:
a)
possa o meno prorogare o ripetere la durata del provvedimento, o
b)
revochi o modifichi il provvedimento”.
Per le sue caratteristiche ecotossicologiche l’1,3 Diclopropene è una sostanza attiva non autorizzata a Livello Europeo[1], ai sensi del “Review report for the active substance: 1,3-dichloropropene” (SANCO/10691/2010 final) del 9 luglio 2010[2].
Si tratta di una sostanza in passato molto utilizzata, in particolare
nelle economie agricole industriali necrofile che si sono impegnate per
distruggere tutti gli elementi naturali della fertilità dei suoi. In
Italia la fertilità dei terreni è tutelata dall’Art. 44 della
Costituzione che ne prevede lo sfruttamento razionale ai fini della
realizzazione sociale dell’attività economica agricola.
La
non iscrizione dell'1,3-dicloropropene nell'allegato I della direttiva
91/414/CEE del Consiglio è prevista dalla decisione 2011/36/CE della
Commissione Europea. Tutte le autorizzazioni esistenti per i prodotti
fitosanitari contenenti la sostanza attiva 1,3-dicloropropene sono state
revocate (Regolamento UE 2015/552).
L'uso dei
fumiganti sintetici è in completa contraddizione con la direttiva quadro europea
sull'uso sostenibile dei pesticidi, recepita in Italia col D.lgs.150/2012 che rende
obbligatoria dal 1 gennaio 2014 la difesa integrata come definita nella Decisione
CE del 30-12-1996, All. 1 - Norme OILB, quale norma per coltivazione e protezione
delle colture europee (allegato III). Si viola inoltre il regolamento 73/2009
sulla politica agricola di sostegno diretto agli agricoltori e condizioni
ambientali (articolo 6 e allegato III) e viene vanificata la Politica
Agroambientale europea che prevede il pagamento degli agricoltori per gli
impegni facoltativi su pratiche agricole ecologiche a servizio della salute
ambientale. La deroga all'uso di 1,3 Dicloropropene rende in Italia questa
politica una barzelletta, bloccando il passaggio alle tecniche sostenibili
alternative, ampiamente disponibili (vedi allegato).
Questa
sostanza ha un profilo ecotossicologico estremamente negativo come confermano
le numerose frasi di rischio relative alla sostanza attiva:
Caratteristiche di
1,3 Diclopropene ai sensi del Regolamento (CE) n. 1272/2008
|
|
Classi e categorie
di pericolo
|
Indicazione di
pericolo dell’1,3 Dicloropropene
|
Flam. Liq. 3
|
r53 – Liquido e vapori infiammabili.
|
Acute Tox. 3
|
H301 – Tossico se ingerito (R25)
|
Asp. Tox. 1
|
H304 – Può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle
vie respiratorie (R65)
|
Acute Tox. 3
|
H311 – Tossico per contatto con la pelle (R24)
|
Skin Irrit. 2
|
H315 – Provoca irritazione cutanea (R38)
|
Skin Sens. 1
|
H317 – Può provocare una reazione allergica cutanea (R43)
|
Eye Irrit. 2
|
H319 – Provoca grave irritazione oculare (R36)
|
Acute Tox. 4
|
H332 – Nocivo se inalato (R20)
|
STOT SE 3
|
H335 – Può irritare le vie respiratorie (R37)
|
Aquatic Acute 1
|
H400 – Molto tossico
per gli organismi acquatici (R50)
|
Aquatic Chronic 1
|
H410 – Molto tossico
per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata (R53)
|
È
altamente tossico per i mammiferi e per gli uccelli con possibile tossicità
urinaria, epatica e renale. Inoltre
è un potenziale mutageno (PPDB[3]). È un probabile cancerogeno e pericoloso per le persone
nelle aree di fumigazione, laddove provoca , tra l’altro, ustioni e ulcere
epiteliali. La
sperimentazione sugli animali mostra che 1,3 Diclopropene può causare aberrazioni
cromosomiche, causare la frammentazione del DNA e diversi tumori (fegato,
vescica urinaria, polmone) in diversi animali da test. Si tratta di una
sostanza duratura che sterilizza il suolo più di un mese[4]. È stabile per fotolisi
(TD50=650 giorni), ma dovrebbe perdurare un tempo limitato per idrolisi (TD50=4
giorni) e nei sedimenti acquatici (TD50=5 giorni) (PPDB). Risulta di fatto un
contaminante delle acque sotterranee e in Italia è stato trovato nel 3,5 % dei
punti di monitoraggio dove è stato cercato (ISPRA, 2016). Nel suolo si
trasforma in 3-Chloroacrylic acid e 3-chloroallyl alchool. Per quanto riguarda
3-Chloroacrylic acid: entrambi i suoi isomeri, cis e trans, provocano gravi
ustioni cutanee e danni agli occhi (PubChem[5]). 3-chloroallyl alcohol
risulta poco persistente nell’ambiente.
Ha
un alto impatto sugli ambienti naturali: alghe e Lemna gibba, fondamentali nelle catene trofiche di numerosi habitat
acquatici, sono più sensibili ai metaboliti alcool EZ-3-cloroallile e acido
EZ-3-cloroacrilico rispetto al composto progenitore. Il metabolita 1,2 D
determina la mortalità del 78 % di Folsomia
candida, collembolo del suolo, determinando quindi gravi alterazioni di
questo fondamentale comparto (EFSA, 2009).
Queste caratteristiche comportano automaticamente il divieto di 1,3 D, perché i cittadini non dovrebbero essere esposti a sostanze così pericolose ed è improbabile che esistano dosi senza effetti ambientali per queste sostanze. Pertanto, anche le minime presenze residuali rappresentano un pericolo per la popolazione e per l’ambiente. Ai sensi del Piano Nazionale per l’Uso Sostenibile dei Pesticidi (misure A.5.6 - Misure per la riduzione dell’uso o dei rischi derivanti dall’impiego dei prodotti) le frasi di rischio sono tali da non consentirne l’uso in qualsiasi luogo frequentato dalla popolazione e nelle aree urbane. Per tali motivi l’1,2 D non potrebbe essere oggetto di deroghe in agricoltura.
Per gli stessi motivi non può nemmeno essere utilizzato lungo strade e ferrovie, in base a quanto previsto dal Decreto 15 febbraio 2017 “Adozione dei criteri ambientali minimi da inserire obbligatoriamente nei capitolati tecnici delle gare d’appalto per l’esecuzione dei trattamenti fitosanitari sulle o lungo le linee ferroviarie e sulle o lungo le strade” al fine di minimizzare l'uso dei prodotti fitosanitari con profilo di maggiore pericolosità per la salute umana e per l'ambiente.
Ai sensi del paragrafo A.5.6.2 del Piano
di azione Nazionale sui prodotti fitosanitari le autorità locali competenti,
relativamente all’utilizzo dei prodotti fitosanitari ad azione fungicida,
insetticida e acaricida devono tener conto che sono da privilegiare misure di
controllo biologico, trattamenti con prodotti a basso rischio come definiti nel
regolamento (CE) 1107/09, con prodotti contenenti sostanze attive ammesse in
agricoltura biologica, di cui all’allegato del regolamento CE 889/08.
La deroga relativa all’1,3 dicloropropene
non tiene nemmeno conto delle alternative disponibili di tipo biologico,
regolarmente registrate al commercio (e pertanto reputate efficaci) e/o
impiegabili quali mezzi fisico-agronomici. Nella Produzione Integrata sono
espressamente previste priorità di impiego per le tecniche alternative ai
prodotti chimici sintetici[6]. Le buone pratiche
agricole utilizzano popolazioni di suolo equilibrate per mantenere il controllo
di parassiti quali i nematodi ed il ciclo del carbonio e gli organismi per
controllare il ciclo dell’acqua e dei nutrienti.
Spagna, Italia e Grecia consentono 1,3 D
sulla base di una disposizione di emergenza nella direttiva 91/414 (articolo
8.4), in particolare, la clausola "pericolo imprevedibile". Ciò è del
tutto ingiustificato perché sono le monocolture senza rotazione e, più in
generale, le cattive pratiche agricole, compreso l’uso di pesticidi, a creare
terreni squilibrati e quindi l’infestazione da nematodi non può essere
considerata un evento imprevedibile ma causata da errori di gestione di origine
antropica e quindi è su di essi che bisogna intervenire preventivamente.
Ricordiamo che i primi gravi attacchi di
nematodi si registrano con l’avvento dell’agricoltura moderna che portò
all’abbandono delle tradizionali tecniche di avvicendamento e del maggese a
favore della monocoltura. Nel 1870 si identificò per la prima volta il nematode
della barbabietola Heterodera schachtii
i cui attacchi distruttivi in Germania costrinsero all’abbandono della coltura
e alla chiusura degli zuccherifici.
Le circostanze che favoriscono la presenza
eccessiva di nematodi parassiti nel terreno dipendono dalla sua “stanchezza”
dovuta a colture intensive perpetuate nel tempo senza adeguate rotazioni e in
carenza di apporti significativi e continui di compost e ammendanti organici di
qualità. I nematodi si moltiplicano facilmente nei terreni ipersfruttati, nelle
colture intensive in serra e in campo aperto. Li troviamo inoltre nei suoli
lavorati spesso, disidratati, gestiti in modo sbagliato, senza apporto di
sostanza organica.
La lotta ai nematodi può essere condotta,
con risultati più che soddisfacenti, attraverso una serie di attività e
pratiche preventive e curative agroecologiche, del tutto trascurate dai Servizi
Fitosanitari nelle loro autorizzazioni in deroga riguardanti i fumiganti
sintetici a base di 1,3 D. Tali pratiche molto spesso non sono espressamente
citate nemmeno nelle misure agroambientali dei PSR Regionali che devono
sostenerne i maggiori costi e gli eventuali mancati ricavi, con le relative
maggiorazioni per azioni collettive e burocrazie di controllo, a fronte dei
benefici ambientali e sanitari collettivi. Visti gli obblighi di Produzione
Agricola Integrata (IPM) su tutto il territorio nazionale (come definita nella Decisione
CE 30-12-1996, All. 1 Norme OILB, immediatamente applicativa ma mai applicata
in Italia, ndr), le tecniche sostitutive dei pesticidi sintetici pericolosi per
la salute devono essere prioritarie e pertanto obbligatorie e tra loro
integrate, ove necessarie, condotte con l’ausilio di tecnici specializzati
(Consulenti Fitosanitari), ai sensi del PAN sull’uso sostenibile dei prodotti
Fitosanitari (D.lgs. 150/2012). Deve essere chiaro inoltre, che le popolazioni
equilibrate di nematodi forniscono servizi ecologici essenziali che mantengono
il suolo sano. Lo sviluppo rapido di forme patogene è pertanto un indicatore di
degrado ambientale, così come avviene per molte infestazioni, definibili come
“avversità acquisite”.
Per tutte queste motivazioni e per le
conseguenti notevoli distrazioni di risorse europee agroambientali che
finiscono per sovvenzionare agricoltori che impiegano 1,3 Dicloropropene in
deroga anche ai disciplinari delle misure agro-climatico-ambientali dei PSR
Regionali il Ministero della Salute dovrebbe revocare il Decreto di Deroga in
questione, ritirando dal mercato e impedendo l’uso di tutti i formulati a base
di 1,3 Dicloropropene con effetto immediato.
Sostitutivi Agroecologici all’1,3 Dicloropropene
Strategie sostenibili di controllo nematodi:
Strategia
|
Metodo
|
Caratteristiche
|
Efficacia
|
Rif. Bibl
|
Agronomica
|
Materiale
di propagazione sano
|
Acquistare
prodotti con certificazione di esenzione da organismi patogeni di “qualità”
solo da fornitori (vivaisti) accreditati e Conformità del ciclo produttivo al
protocollo di individuazione dei punti critici (Alleg. VII del D.M. del
14/4/1997).
|
Preventiva
generale
|
Decreto Ministeriale 14 aprile 1997; Direttiva 92/34/CEE; Direttiva
93/48/CEE; Direttiva di esecuzione 2014/98/UE
|
Rotazione;
|
Evitare
nello stesso terreno la stessa coltura per più cicli consecutivi. È uno dei
mezzi di controllo più efficaci. Durante il riposo, si coltivano essenze non
suscettibili, o piante ostili. In diversi paesi europei è obbligatoria.
|
Specie
monofaghe es. Globotera rostochiensis
(patata) e G. pallida (pomodoro).
|
Singh
et al., 2016
|
|
Anticipo
delle coltivazioni in primavera
|
In
terreni destinati alla coltivazione di patate si può procedere alla semina
nel periodo gennaio-febbraio di patate precoci.
|
Efficace
contro Meloidogyne
|
Briar et al., 2012
|
|
Maggese
|
Mantenere
il terreno libero da coltivazione per un periodo variabile (1-3 anni),
sottoponendolo a saltuarie lavorazioni. Le popolazioni dei nematodi subiscono
una diminuzione per mancanza delle piante
ospiti.
|
Adediran et al., 2005; Escobar et al.,
2015
|
||
Posticipo
delle coltivazioni in autunno
|
||||
Piante
resistenti
|
Utilizzo
di varietà resistenti ai nematodi più dannosi.
|
Williamson & Kumar, 2006
|
||
Innesto
erbaceo
|
Si
utilizza un portinnesto resistente ai parassiti tellurici.
|
Il
metodo è diffuso per le Solanacee.
|
Chalanska
et al., 2013
|
|
Rotazione
e sovescio di Brassicaceae (Brassica
nigra e Eruca sativa)
|
Uso di
Brassicaceae caratterizzate da un elevato contenuto composti glucosidici e
glucosinolati che in presenza di acqua ed attività enzimatica vengono
idrolizzati con produzione di diverse molecole tra cui isotiocianati e
nitrili caratterizzati da un’azione biocida nei confronti di nematodi e
funghi del terreno.
|
Il
sovescio di Brassica spp. e Eruca sativa riduce significativamente
lle popolazioni di Meloidogyne e Criconemoides nella coltivazione della
patata.
|
Kruger
et al., 2015; Matthiessen & Kirkegaard, 2006; Melakeberhan et al., 2006;
Mojtahedi et al., 1991; Mojtahedi et al., 1993; Riga et al. 2003
|
|
Fisica
|
Vapore
|
Il
trattamento con vapore surriscaldato, a causa degli elevati costi, si pratica
solo per colture ad alto reddito, in ambito vivaistico per il trattamento dei
terricci, nelle produzioni biologiche di qualità. Con il vapore surriscaldato
la temperatura del terreno viene portata a 70-80°C per 20’ oppure a oltre
100°C per pochi minuti.
|
Queste
temperature sono letali per i nematodi ma vi è innalzamento del livello del
manganese assimilabile dalle piante, che può quindi risultare fitotossico e
per la distruzione della microfauna utile o indifferente del terreno.
|
Maione V., 2012
|
Immersione
in acqua calda di bulbi, semi e talee (concia umida).
|
Le
forme attive di nematodi vengono inattivate da un moderato calore, le cisti
sopravvivono oltre i 70°c.
|
Maione, 2012; Cabos et al., 2012
|
||
Solarizzazione
|
Surriscaldamento
del terreno utilizzando il calore solare. Da realizzare nei mesi più caldi e soleggiati (4-8 settimane di trattamento termico). Il
terreno va lavorato, portato alla capacità idrica di campo prima di stendere
i teli e mantenuto umido per tutta la durata dell’intervento.
|
Nelle
colture protette, la solarizzazione a serra chiusa permette di aumentare la
temperatura migliorandone così l’efficacia. Nei climi ad estate calda sono
sufficienti 30-40 giorni per eliminare i nematodi a 20-30 cm.
|
Heald & Stapelton, 1990.
|
|
Biologica
|
Batteri
|
Pasteuria
sp.: parassiti obbligati, presenti nel terreno come spore che aderiscono
alla cuticola del nematode, germinano penetrando nel corpo e invadendo lo
pseudoceloma, causandone infine la morte. Pasteuria
spp. sono stati segnalati per infettare 323 specie di nematodi compresi i
nematodi parassiti delle piante e i nematodi liberi
|
Efficace
contro Meloidogyne spp. e altri
nematodi. In serra, per colture di cetriolo, hanno dimostrato di ridurre M.
incognita così come i nematodi del suolo e la loro riproduzione.
|
Chen & Dickson, 1998; Weibelzahl-Fulton et al.,
1996:
|
Bacillus firmus
|
Efficace
contro i nematodi galligeni: Meloidogyne
incognita su pomodoro sia in serra che pieno campo
|
Terefe
et al., 2009
|
||
Azadiractina
|
L'incorporazione
di neem secco (Azadirachta indica)
nel terreno aumenta la percentuale di femmine parassitarie e masse di uova
colonizzate da tre antagonisti fungini, P.
chlamydosporia, P. lilacinum e Trichoderma harzianum, rispetto ai
soli funghi.
|
Efficace contro i nematodi
galligeni (Pratylenchus spp. e Meloidogyne spp.)
.
|
Khan et
al., 2012
|
|
Estratto
di Quillaja saponaria
|
Dispersione
di estratto acquoso.
|
Efficace
contro Xiphinema spp.., Meloidogyne
spp., Pratylenchus, spp. Tylenchorhynchus spp., Criconemoides spp., Helicotylenchus spp. a dosi
economicamente interessanti
|
San
Martín & Magunacelaya, 2005
|
|
Funghi
nematoparassiti
|
Zoospore
penetrano l’ospite attraverso la
cavità boccale (Catenaria spp., Lagenidium
spp.) o
aderiscono con le spore alla cuticola e con la germinazione penetrano all’interno.
|
Ciancio
& Mukerji, 2007; Tarique & Martinelli, 2015
|
||
Beauveria
bassiana
|
Efficace
contro le larve di nematodi galligeni
|
Barberchek
& Kaya, 1990
|
||
Funghi
predatori
|
Arthrobotrys spp., differenzia vere e proprie trappole, sistemi di lacci ad anelli. r
|
Nematodi
terrigeni
|
Scholler & Rubner, 1994
|
|
Dactylella
spp., produce
eti ifali adesive, intrecci ifali per la cattura dei Nematodi.
|
Efficace contro Heterodera schachtii ed altri
nematodi terrigeni.
|
Olatinwo et al., 2006
|
||
Verticillium
chlamydosporium
produce tossine. Il nematode immobilizzato è penetrato dalle ife e ucciso. .
|
Su cocomero la riduzione massima della formazione di galle, numero di
femmine, produzione di uova, stadi di sviluppo e popolazione finale di
novellame nel terreno, è stata acquisita da trattamenti in miscela con il
batterio simbionte Photorhabdus
luminescen su substrato composto da compost anche di origine animale.
|
De Leij & Kerry, 1991;
Zakaria et al., 2013
|
||
Coltivazione
di piante nematocide
|
Rotazione
con biocide. Coltivazione delle biocide come intercalari. Utilizzo nelle
rotazioni o come rinforzo nel maggese di piante che producono essudati
radicali tossici per i Nematodi.
|
Piantare Raphanus sativus e Sinapis
arvensis è la tecnica più efficace
per il conttrollo di H. schachtii
nella coltivazione della bietola.
|
Ciancio
& Mukerji, 2007
|
|
Nematodi predatori
|
Discolaimus, Dorylaimus, Thornia e Seinura spp. agiscono iniettando entro
il corpo di altri nematodi della saliva tossica in grado di paralizzare la
vittima; alla paralisi segue la suzione del contenuto corporeo da parte del
predatore.
|
Non
sono in grado di frenare i parassiti nella fase di espansione. Riescono a contenere i nematodi fitoparassiti
immettendoli in gran numero nel terreno.
|
Askary
& Martinelli, 2015
|
|
Biofumigazione
|
Si
utilizzano residui della lavorazione della carta e del legno, scarti
dell’industria alimentare e ittica distribuiti nel terreno; segue copertura
con film plastico. I processi di fermentazione stimolano lo sviluppo di
microrganismi antagonisti (funghi e batteri) e liberano sostanze (ammonio,
nitrati, acidi organici e altre sostanze volatili) ad attività
deprimente.
|
Durante
la decomposizione di alcune Brassicacee si produce Isotiocianato, sostanza ad elevata
attività nematocida.
|
Ntalli & Caboni, 2017
|
|
Piante
trappola (= effetto crop trap).
|
Alcune
piante attirano i nematodi nelle radic e attivano il rilascio di
isotiocianati che impediscono il completamento del ciclo di sviluppo (Solanum nigrum).
|
Solanum nigrum è efficace G. rostochiensis, G. pallida
Solanum sisymbriifolium. Solanum sisymbriifolium su i
nematodi a cisti della patata.
|
Whitehead, 1985; Timmermans, 2005
|
|
Le
brassicacee con elevato contenuto di glucosinolati nelle radici agiscono da plant trap.
|
Raphanus sativus, Brassica sp.,
nematodi galligeni e reniformi
|
Riga,
2011
|
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Riferimenti normativi
Decisione CE del 30-12-1996 – All. 1, Norme OILB
(Produzione e Difesa Integrata delle coltivazioni)
Decreto Ministeriale 14 aprile 1997. Recepimento delle
direttive della Commissione n. 93/48/CEE del 23 giugno 1993, n. 93/64/CEE del 5
luglio 1993 e n. 93/79/CEE del 21 settembre 1993, relative alle norme tecniche
sulla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante da
frutto e delle piante da frutto destinate alla produzione di frutto. Pubblicato
nella Gazz. Uff. 2 giugno 1997, n. 126, S.O.
Decreto Legislativo 14 marzo 2003, n. 65. Attuazione
delle direttive 1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla classificazione,
all'imballaggio e all'etichettatura dei preparati pericolosi. Gazzetta
Ufficiale n. 87, 14 aprile 2003, Supplemento Ordinario n. 61.
http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/03065dl.htm
Decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 Attuazione
della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria
ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi.
http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/normativa/dlgs_14_08_2012_150.pdf
Decreto 10 marzo 2015. Linee guida di indirizzo per la
tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione
dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e
nelle aree naturali protette. http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/normativa/dim_10_03_2015.pdf
Direttiva 92/34/CEE del Consiglio del 28 aprile 1992
relativa alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante
da frutto e delle piante da frutto destinate alla produzione di frutti.
https://publications.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/d3e705f8-7f77-469d-beac-9cffa0f55a61/language-it
Direttiva 93/48/CEE della Commissione del 23 giugno
1993 che stabilisce la scheda sui requisiti da rispettare per i materiali di
moltiplicazione delle piante da frutto e per le piante da frutto destinate alla
produzione di frutti, prevista dalla direttiva 92/34/CEE del Consiglio
http://www.agr.uniba.it/poma32/dir_com_93_48.pdf Gazzetta ufficiale delle Comunità europee
N. L 250 del 7.10.93
Direttiva 93/64/CEE della Commissione, del 5 luglio
1993, che stabilisce le disposizioni di applicazione concernenti la
sorveglianza e il controllo dei fornitori e degli stabilimenti ai sensi della
direttiva 92/34/CEE del Consiglio relativa alla commercializzazione dei
materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e delle piante da frutto
destinate alla produzione di frutti (abrogata dalla Direttiva di esecuzione 2014/98/UE).
Direttiva 93/79/CEE della Commissione del 21 settembre
1993 recante modalità di applicazione supplementari riguardanti gli elenchi
delle varietà di piante da frutto e dei relativi materiali di moltiplicazione
tenuti dai fornitori a norma della direttiva 92/34/CEE del Consiglio.
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A31993L0079
Direttiva 2009/128/CE DEL Parlamento Europeo e del
Consiglio del 21 ottobre 2009 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria
ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi.
http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=0&codLeg=31645&parte=1%20&serie=S2
Direttiva di esecuzione 2014/98/UE della Commissione, del 15 ottobre 2014 ,
recante modalità di esecuzione della direttiva 2008/90/CE del Consiglio per
quanto riguarda i requisiti specifici per il genere e la specie delle piante da
frutto di cui al suo allegato I, i requisiti specifici per i fornitori e le
norme dettagliate riguardanti le ispezioni ufficiali.
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/TXT/?uri=CELEX:32014L0098
Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei
prodotti fitosanitari (Art. 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150). http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/vari/pubbl_PAN.pdf
Regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio del 21
giugno 2005 relativo al finanziamento della politica agricola comune
Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all’immissione sul mercato dei
prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE.
http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/reach/Regolamento_1107-2009_it.pdf
Regolamento (CE) n. 889/2008 della Commissione del
settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n.
834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all'etichettatura
dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione
biologica,l'etichettatura e i controlli. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:250:0001:0084:it:PDF
Regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio del 19
gennaio 2009 che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto
agli agricoltori nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni
regimi di sostegno a favore degli agricoltori, e che modifica i regolamenti
(CE) n. 1290/2005, (CE) n. 247/2006, (CE) n. 378/2007 e abroga il regolamento
(CE) n. 1782/2003.
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1267
Regolamento UE 2015/552 della Commissione del 7 aprile
2015 che modifica gli allegati II, III e V del regolamento (CE) n. 396/2005 del
Parlamento europeo e del Consiglio per
quanto riguarda i livelli massimi
di residui di 1,3-dicloropropene, bifenox, dimetenamid-p, proesadione,
tolilfluanide e trifluralin in o su determinati prodotti. http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32015R0552.
Prodotti autorizzati nel 2017
Nel
2017 erano stati autorizzati in deroga i seguenti prodotti:
N° Reg.
|
Prodotto (scadenza)
|
Impresa
|
Prescrizioni (etichetta)
|
16918
|
TELONE II 2017
(28/10/2017)
|
Dow Agro Sciences Italia Srl
|
Il prodotto è tossico per insetti
utili, animali domestici e bestiame. Nel corso dei trattamenti tenere lontano
dalla zona persone non protette, animali domestici e bestiame. Dopo la
rimozione del film plastico per i successivi 10 giorni non rientrare nelle
zone trattate senza un apparecchio respiratorio dotato di filtro specifico
per i vapori organici, indumenti protettiti e guanti adatti. Segnalare l’area
trattata con apposite tabelle e garantire il rispetto di una distanza non
inferiore a 20 metri dagli astanti durante l’applicazione del prodotto. Per
proteggere le acque sotterranee non applicare su suoli conenenti una
percentuale di sabbia superiore all’80 %. Osservare una fascia di rispetto
non trattata di 20 metri da qualsiasi corpo idrico superficiale naturale o
artifiale, permanente o temporaneo ad ecceszion di scoline e adduttori
d’acqua per l’irrigazione. Divieto di utilizzo del prodotto a meno di 200
metri dalle seguenti aree protette individuate nell’allegato 9 alla parte
terza del decreto legislativo 3 aprile 2006 n 152:
Divieto di utilizzo del prodotto
nelle zone indviduate ai sensi della Convenzione di Ramsar recepita con
decreto del Presidente della Repubblica 448/1976.
Nelle aree designate ai fini di
conservazione per la protezione degli habitat e delle specie, a norma delle
disposizioni delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE recepite rispettivamente
con la legge 11 febbraio 1992, n. 157 e con Decreto del Presidente della
Repubblica del 12 marzo 2003, n. 120, l’utilizzatore è teneuto ad informare
preventivamente l’Autorità competente in merito alle modalità e alla data di
esecuzione del trattamento.
|
16919
|
TELONE EC 2017
(28/10/2017)
|
Dow Agro Sciences Italia Srl
|
|
16920
|
CONDORSIS EC 2017
(28/10/2017)
|
Dow Agro Sciences Italia Srl
|
|
16931
|
GEOCLEAN VII
(28/10/2017)
|
Kanesho Soil Treatment Sprl/Bvb
|
|
16997
|
DIGEO IX
(28/10/2017)
|
Geofin Spa
|
|
16930
|
D-D SOIL IX
(28/10/2017)
|
Certis
Europe B.V.
|
[1] EU Pesticide Database: 11,32
Dicloropropene.
http://ec.europa.eu/food/plant/pesticides/eu-pesticides-database/public/?event=activesubstance.detail&language=EN&selectedID=862
[2] Review report for the active substance:
1,3-dichloropropene” (SANCO/10691/2010 final)
[3] PPDB:
Pesticide Properties DataBase.
1,3-dichloropropenehttp://sitem.herts.ac.uk/aeru/ppdb/en/Reports/1.htm
[4] TD90=29.1-51.4 giorni
[5] https://pubchem.ncbi.nlm.nih.gov/compound/cis-3-Chloroacrylic_acid#section=Safety-and-Hazards;
[6] Vedasi Decisione CE del 30-12-1996 - All. 1 Norme
OILB, immediatamente applicativa, ma mai applicata in italia.