Patrizia Gentilini, ricercatrice ed oncologa dell'ISDE |
Diffondiamo volentieri le indicazioni scientifiche che la prof.ssa Patrizia Gentilini ha fornito in materia di pesticidi.
Gentile Rita,
nessuno vuole criminalizzare gli agricoltori che anzi, con le loro famiglie, sono le prime vittime di un sistema che uccide la Vita, a cominciare dalla loro. Qualche precisazione rispetto a quello che lei scrive mi sento tuttavia di farla perché non è vero che i pesticidi siano come i farmaci per le persone: se io devo prendere un antibiotico perché ho la polmonite o un antiblastico perché ho un cancro, lo prendo io, punto e basta, non mi sogno di "vaporizzarlo" su tutti gli abitanti del quartiere o comunque della comunità in cui vivo dove tutti gli altri non ne hanno bisogno e quindi ne risultano solo danneggiati!
Quanto alle valutazioni tossicologiche e alle autorizzazioni rilasciate dal Ministero ( che recepisce quanto stabilito a livello europeo e che comunque ci mette del suo nel rilasciare a tutto spiano deroghe anche per sostanze messe fuori legge) qualche precisazione va fatta. L'attuale valutazione del rischio per esposizione cronica a pesticidi (ovvero piccole dosi ripetute nel tempo) non può infatti ritenersi assolutamente adeguata per quanto riguarda la tutela della salute umana per numerosi motivi:
- non tiene conto della molteplicità delle fonti di esposizione: limiti sono previsti per alimenti o acque ma non per l’esposizione residenziale o attraverso aria e suolo;
- non tiene conto del fatto che i metaboliti possono essere più tossici della molecola originaria;
- si considera l’azione del singolo pesticida senza tener conto del multiresiduo e del cocktail di molecole cui siamo esposti. Già un lavoro nel 2012 affermava: «Gli effetti tossici di miscele di basse dosi di pesticidi sulla salute umana sono largamente sconosciuti, ed aumenta la preoccupazione circa la loro sicurezza” ; si evidenziava che non tutte le miscele di pesticidi di simile struttura chimica producono gli stessi effetti, pertanto e se agiscono su diversi bersagli, possono produrre differenti effetti tossici. Il problema è di grande rilievo e in Francia è iniziato uno studio (PERICLES) che si propone di valutare su linee cellulari umane e test di laboratorio gli effetti di 79 residui di pesticidi in 7 diverse miscele (da 2 a 6) presenti abitualmente nella dieta dei francesi. Di recente si è avviato un percorso a livello europeo su questi aspetti, ma che ancora non ha prodotto linee guida al riguardo;
- esiste poi una estrema variabilità nella regolamentazione dei residui di pesticidi nei vari paesi: a tutt’oggi risulta che per oltre 19.400 pesticidi siano stati stabiliti dei Valori Guida nei suoli (RGVs) e per 5400 pesticidi siano indicati i livelli massimi di concentrazione nelle acque potabili ( MCLs) rispettivamente da 54 e 102 nazioni. Oltre 90 nazioni indicano i limiti massimi di pesticidi nei prodotti agricoli (LMR) per almeno uno dei 12 alimenti più comunemente consumati. Un totale di 22 pesticidi sono regolamentati con più 100 valori guida diversi nel suolo (RGVs) e 25 pesticidi hanno più di 100 livelli massimi di concentrazione diversi (LCMs) nell’acqua potabile. Questa ricerca indica che gli RGV e MCL per un singolo pesticida potrebbero variare di sette (MCL in acqua potabile per il DDT), otto (RGV nel terreno per il Lindane), o anche nove (RGVs nel suolo per il Dieldrin) ordini di grandezza;
- si prende in considerazione la tossicità del solo principio attivo, trascurando le numerose altre sostanze presenti (adiuvanti, conservanti, diluenti, emulsionanti, propellenti etc) che aumentano notevolmente la tossicità del prodotto finale, come ampiamente documentato ad esempio per il glifosato;
- i limiti di legge sono riferiti a persona adulta di 70 kg e non si tiene conto che dosi anche minimali e ben al di sotto dei limiti di legge possono essere pericolose specie in fasi cruciali della vita ( embrioni, feti bambini) in particolare per sostanze che agiscono come “interferenti endocrini”;
- non si tiene conto della diversa suscettibilità in relazione a fattori genetici, età, genere, stato nutrizionale, abitudini personali che influenzano grandemente la suscettibilità ai pesticidi. Ad esempio l’enzima paraoxonasi 1 (PON1) ha un ruolo fondamentale nella detossificazione dai pesticidi organofosforici e alcuni polimorfismi del gene PON1 possono aumentare viceversa la suscettibilità a tali pesticidi ed amplificare la loro tossicità, in particolare influenzando il neurosviluppo;
- viene presa in considerazione la documentazione del proponente e non la letteratura scientifica disponibile e ciò porta a pareri discordanti di cui, ancora una volta, il glifosato rappresenta un esempio emblematico. Insomma credo ci siano buoni motivi PER CAMBIARE DRASTICAMENTE ROTTA perché anche parlare di un "uso sostenibile" dei pesticidi è un OSSIMORO: SONO VELENI E SE NE DEVE FARE A MENO.