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mercoledì 10 ottobre 2018

La lezione del Ministero dell'Ambiente alla Regione Lazio

...ancora in merito alle autorizzazioni alla discarica di Magliano Romano...
La discarica di Magliano Romano è una discarica di rifiuti inerti, vale a dire di rifiuti che non dovrebbero subire trasformazioni fisiche, chimiche e biologiche significative, non dovrebbero essere oggetto di reazioni fisiche o chimiche, non dovrebbero, in poche parole, inquinare. Per tale motivo i rifiuti indicati dalla normativa europea come inerti e da non sottoporre a trattamento prima di essere conferiti in discarica sono pochissimi.
La Regione Lazio ha invece consentito al gestore della discarica di Magliano Romano, nel corso degli anni e talora addirittura con il silenzio assenso, di accettare in discarica ben 94 codici CER, un numero di codici CER che non si vede nemmeno nelle discariche di rifiuti non pericolosi!
Alla reiterata “modifica non sostanziale” di ampliamento dei conferimenti con altri 21 codici CER, autorizzata dalla Regione Lazio con determinazione n. G09137 del 2015, il Comitato No discarica di Magliano Romano e il Gre Lazio hanno impugnato tale determinazione, che è stata annullata dal TAR del Lazio con sentenza n. 5274/2016.
Non paga, la Regione Lazio ha, con determinazione n. G12156 del 20 Ottobre 2016, sostanzialmente reiterato il provvedimento di autorizzazione dei 21 codici CER annullato dal TAR, disattendendo i principi indicati nella citata sentenza, una vera pietra miliare del diritto ambientale.
Il Comitato No discarica di Magliano Romano e il Gre Lazio hanno quindi incardinato un giudizio di ottemperanza, ottenendo dal TAR del Lazio, con sentenza n. 9428/2017, la declaratoria di nullità del provvedimento del 20 Ottobre 2016, elusivo del giudicato e la nomina del Ministero dell'Ambiente quale commissario ad acta incaricato ad ottemperare alla sentenza n. 5274/2016.
Nel mese di Agosto 2018, la Commissione ad acta nominata dal Ministero dell'Ambiente, della quale ha fatto parte la dott.ssa Rosanna Laraia dell'ISPRA, ha terminato il suo lavoro. 
La Commissione ha stabilito che dei 21 codici CER, che la Regione Lazio autorizzava con grande facilità, solo 6, potessero essere autorizzati. 
Dunque, la Regione Lazio, con diabolica perseveranza, per ben due volte, autorizzava 15 codici CER che non erano rifiuti inerti, esponendo il territorio a rischi di inquinamento per l'ambiente, difficilmente riparabili con la ridicola garanzia finanziaria di € 211.830 che il gestore ha presentato alla Regione Lazio.

Non solo.
La Commissione ha anche accertato l'illegittimità di una autorizzazione mediante silenzio-assenso (!) per due codici CER, fanghi di dragaggio e fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica, avvenuta con Determinazione G04580 del 10 Aprile 2014.
Non si comprende come possa avere la Regione Lazio autorizzato mediante silenzio assenso il conferimento di rifiuti in discarica. Mistero tutto laziale!
La Commissione, sui due codici CER autorizzati con tale anomala procedura, ha raccomandato l'applicazione del protocollo di accettazione, elaborato per gli altri 6 codici CER autorizzati. 
Non sappiamo se la Regione Lazio, che non ha finora ancora provveduto a pubblicare il provvedimento della Commissione come era invece onerata a fare, vorrà recepire tale raccomandazione.

La Commissione, infine, ha espresso forti dubbi sulle precedenti autorizzazioni affermando che “l'ammissione nel corpo della discarica di rifiuti di diversa natura e provenienza può alterare gli equilibri e quindi generare reazioni chimiche durante la vita dell'impianto” e ha quindi disposto l'effettuazione da parte dell'ARPA di controlli onde verificare l'adeguatezza dei presidi ambientali progettati e realizzati in base alla natura dei rifiuti ammessi. 
Anche sul punto non risulta che siano stati fatti passi avanti dalla Regione Lazio.

Da questo resoconto si può trarre dunque una lezione, che ci deve tutti far riflettere. 
Solo a seguito dell'iniziativa di un comitato e di un'associazione è stato possibile richiamare la Regione Lazio all'adempimento della sua funzione di tutela del territorio. E' una constatazione triste, perché evidenzia quanto non si possa fare affidamento sulle istituzioni, ma il risultato ottenuto, nonostante tutto, dal Comitato No discarica Magliano Romano e Gre Lazio che il ricorso alla Giustizia può dare i suoi frutti. 


Roma, 09.10.2018
Gre Lazio
Raggio Verde
Comitato No discarica di Magliano Romano