Una bocciatura senza mezze misure: tale emerge il giudizio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali sul "Lido Tiberis" (aperto da Roma Capitale all'altezza di Ponte Marconi) dalla nota ricevuta a seguito di “accesso generalizzato” ad atti amministrativi effettuato dall'Associazione Amici del Tevere e dal Consorzio Tiberina (cui i Gre Lazio aderiscono) e diffusa ai sensi del Freedom of Information Act.
L’area di TIBERIS non rientra
negli ambiti di competenza della Sovrintendenza Capitolina, ma – con trasparenza
e “senso dell’Amministrazione” – essa ha dato seguito all’istanza posta
relativamente ai rapporti autorizzativi intercorsi anche con le omologhe
strutture statali; l’area è difatti compresa nel vincolo paesistico di
competenza del MIBAC “Area di rispetto – Fiume Tevere” (R.D. 17/2/1910, G.U. 146
22/6/1910).
Gli esiti della corrispondenza
sono ovviamente molto pesanti. Al di là degli aspetti tecnico-prescrittivi,
sembrerebbe che l’Amministrazione Capitolina non abbia neanche richiesto le
prescritte autorizzazioni alla competente Soprintendenza Statale, che ora
richiede il ripristino ambientale e morfologico (anche dell’argine
antropizzato), esprimendo valutazioni negative anche sull’assetto estivo.
Il progetto avrebbe dovuto rappresentere il rilancio e la valorizzazione del fiume Tevere: si tratta di circa 10mila metri quadrati di area attrezzata ad ingresso libero con sdraio, docce, distributori automatici di bevande e snack, spogliatoi, ombrelloni e campi sportivi. Ma il tutto sarebbe stato realizzato non curandosi dell'impatto ambientale sul già fragile ecosistema fluviale.
Ma
lasciamo ad altri ogni giudizio complessivo in merito.