Riceviamo dal Consorzio Tiberina (cui aderiscono i GRE Lazio) e pubblichiamo
L'Amministrazione Capitolina ci
ha comunicato la nomina del Dirigente Beni Culturali e Ambientali Dott. Marcello
Visca per l’incarico ad interim di Direzione dell’Ufficio di Scopo denominato
Ufficio Speciale Tevere, incardinato nell’ambito della Direzione Generale.
Ciò
può far prefigurare, lì dove vi sia l'intenzione, una proficua collaborazione
nello sviluppo ulteriore del Contratto di Fiume "Tevere a Roma" promosso – fra
gli altri – dal Consorzio Tiberina, che, federando i territori urbani a partire
dal tratto centrale del fiume nell'urbe fra Ponte Milvio e Ponte Sublicio, dà la
maggior enfasi – oltre alla qualità delle
acque e alla gestione delle emergenze – agli
aspetti culturali e del paesaggio della così detta Città Storica. Enfasi
confermata – a seguito del report di
avanzamento pubblicamente condiviso – nella
nota in riscontro inviataci dal MIBACT, che ovviamente mira a stretti
coordinamento e monitoraggio delle azioni previste (cfr All. 1).
Un po' scarna, a dire il vero, la
motivazione con cui è stata proposta il 24.12.2018 (cfr All. 2) la
proroga dell'Ufficio Speciale Tevere di Roma Capitale, concretizzatasi
nell'Ordinanza della Sindaca Raggi n. 228 del
31.12.2018.
Sul Contratto di Fiume di
"sottobacino Castel Giubileo - Foce", oggetto di un manifesto sottoscritto anche
da Roma Capitale, non vi è neanche un cenno nella nuova Ordinanza della Sindaca
Raggi.
Si ravvisa dunque il rischio che fin qui siano stati svolti soltanto
Tavoli Tecnici, che la partecipazione (su un così ampio territorio) sia stata
ristretta – visto anche lo scarso tempo trascorso dall’avvio del progetto –, che
il Programma d'Azione si possa tradurre in una sorta di meta-pianificazione
della pianificazione, passando per ulteriori Tavoli decisi in altri Tavoli,
senza interventi concreti a beneficio del fiume, finanziabili, tecnicamente e
ambientalmente sostenibili, normativamente autorizzabili.
Al che, stando alle
“Definizioni di Base - Linee Guida” nazionali, non si dovrebbe parlare neanche
di un Contratto di Fiume; si trattasse per esempio di predisporre nuovi
necessari strumenti urbanistici (aspetto su cui abbiamo più volte sollecitato
Roma Capitale), questa è attività cogente caratterizzata da suoi propri tempi e
iter, anche in relazione alle attività di partecipazione pubblica previste (non
si ha peraltro notizia diffusa di inviti a qualche incontro pubblico aperto
liberamente a portatori d'interesse, cittadini, etc o di un calendario, salvo
frammentarie notizie a posteriori da social).
Non che la realizzazione di questo
strumento debba essere un fine in sé. Ma ciò si potrebbe tradurre in pratica in
una sorta di "fermo istituzionalizzato" di 3 anni nelle azioni concrete sul
"sottobacino Castel Giubileo - Foce" del Tevere da parte degli Enti
sottoscrittori, Enti che invece dovrebbero operare sui territori di competenza
in maniera generalizzata; non fanno testo, in tal senso, esigui e a volte
drammatici progetti-pilota, come di fatto è stata la così detta spiaggia
Tiberis.