Bisognerà aspettare un mese in più per attendere il verdetto finale sullo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato: l'udienza in Corte Costituzionale per la discussione della legittimità della “riforma” Madia di soppressione del CFS e suo assorbimento/smembramento è stata infatti aggiornata dal 19 marzo al prossimo 16 aprile 2019.
Alla base di questa decisione c'è la necessità di accorpare in un'unico procedimento le sentenze dei vari Tribunali Amministrativi Regionali che si sono via via espressi sull'argomento, per giunta tutti sollevando l'incostituzionalità del decreto legislativo n. 177 del 2016: Abruzzo, Veneto e da ultimo il TAR del Molise.
Se questa decisione può far storcere il naso a chi sperava potesse finalmente essere fatta giudizio rispetto ad un provvedimento ormai criticato da tutti per la sua sconsideratezza, in realtà va a rafforzare la tesi dell'incostituzionalità dello scioglimento del CFS e soprattutto aggiunge ulteriori importantissimi elementi di valutazione sottoposti alla Suprema Corte: come già da noi evidenziato il l'11 dicembre scorso, il TAR
Molise è andato oltre le considerazioni più strettamente attinenti lo
status del personale della Forestale, rilevando la fondatezza di un altro
aspetto operativo molto importante per la tutela e la salvaguardia
dell'ambiente: il Corpo forestale era un apparato statale posto al servizio
delle Regioni (in particolare le articolazioni periferiche dell'ex CFS), che
hanno costituzionalmente competenza in materia di agricoltura e foreste, e
difatti vi stipulava convenzioni.
Ciò è però impossibile per i Carabinieri in
quanto sulle forze militari è prevista una competenza esclusiva dello Stato.
L'incostituzionalità deriverebbe poi anche dal fatto che il decreto legislativo
n. 177 del 2016 sarebbe deficitario della necessaria intesa in Conferenza
Unitaria Stato - Regioni.
Vi terremo aggiornati.