Era il febbraio del 2017 quando gli uomini della Direzione Sicurezza Urbana della Polizia di Roma Capitale ed in collaborazione con il personale dell'Agenzia delle Dogane di Roma, fecero irruzione in un capannone logistico di 400 metri quadri in via del Maggiolino, a Tor Sapienza, sequestrando migliaia di prodotti ad imprenditori cinesi: 45 colli pieni di smalti e altri prodotti cosmetici tutti realizzazioni con prodotti tossici vietati in Europa, oltre a quasi 20.000 prodotti tecnologici contraffatti con marchi Apple e Playstation. Tutti pronti per essere immessi sul mercato.
Ma se quell'ingente sequestro era riuscito a mettere fine allo spropositato traffico di veicoli pesanti, il peggio per i residenti della zona doveva ancora venire: il 1 maggio 2018, poco dopo le 21:30, il capannone sequestrato andò a fuoco, infestando con i propri fumi nocivi tutto il quadrante nord-est di Roma, ma soprattutto le decine di residenti nei fabbricati adiacenti.
A seguito dell'evento numerosi cittadini dovettero ricorrere alle cure dei sanitari, e al fine di accertare la natura delle emissioni e le trasformazioni chimiche nell'ambiente l'Arpa Lazio effettuò un monitora ggio ambientale i cui dati non sono stati ancora diffusi, probabilmente per motivi giudiziari.
foto del 16 maggio 2019 |
Ma ad ogni modo, la stessa Arpa riconosce che i processi di combustione, oltre all'anidride carbonica, generano numerose sostanze organiche dovute alla arsione incompleta, alle particolari condizioni di temperatura, di umidità e di composti presenti nel comburente, favorendo la formazione di materiale organico volatile e semivolatile, metalli (combinati e non) che a seconda delle condizioni fisiche possono disperdersi nell'atmosfera e successivamente ricadere nelle zone più o meno limitrofe all'evento combustivo.
foto del 16 maggio 2019 |
E per alcuni di questi la tossicità è riconosciuta sia dalla comunità scientifica che dalla normativa sulla qualità dell'aria e dell'ambiente (d.lgs. n.155/2010 e s.m.i.), in quanto anche in concentrazioni molto basse possono alterare l'equilibrio dell'ecosistemi e produrre effetti
tossici con caratteristiche di elevata stabilità e persistenza
nell'ecosistema.
A distanza di oltre un anno dal rogo, insieme al Comitato "Vivere al Maggiolino" (che da anni si batte per migliorare la qualità di una zona in perenne bilico tra la vocazione residenziale e gli insediamenti produttivi) abbiamo effettuato un sopralluogo visivo sull'area, in quanto da alcuni giorni erano state segnalate dai residenti alcune movimentazioni compatibili con un'attività di bonifica ma che tuttavia destavano preoccupazione. Come abbiamo potuto riscontrare direttamente, infatti, la bonifica dell'area è tutt'altro che ultimata: anzi, gran parte dei rifiuti sono stati raccolti in grossi sacchi bianchi e posizionati (speriamo solo temporaneamente) sul retro del capannone andato a fuoco, in parte sotto una tettoia ed in parte in dei cassoni.
foto del 16 maggio 2019 |
Inoltre alcuni mezzi totalmente divorati dalle fiamme sono stati parcheggiati in un piazzale, esponendoli a intemperie e al conseguente ulteriore processo di degradazione e dispersione nell'ambiente di materiali.
Quello che non vorremmo è che ci si fosse concentrati sulla "pulizia" degli interni, portando all'esterno rifiuti per un periodo indefinito, con un ulteriore potenziale rischio di inquinamento. Per fortuna ci consta che il Municipio V e le altre autorità competenti stiano vigilando sulla corretta esecuzione della bonifica.
Vi terremo aggiornati.