Pagine

In evidenza

lunedì 25 maggio 2020

Nuove norme sulle discariche: nasce un coordinamento nazionale

Sulla spinta dell'ennesimo attacco che si è voluto sferrare all'ambiente  con la proposta di modifica (atto di Governo n. 168) del decreto legislativo 36/2003 sulle discariche, motivata dalla presunta attuazione della direttiva discariche 2018/850, è sorto un coordinamento nazionale per l'ambiente, con capofila l'associazione Raggio Verde, a cui hanno aderito i Gre Lazio e di cui fa parte il Forum Ambientalista e numerosi comitati laziali temprati da anni di lotta contro le discariche, come il Comitato Residenti Colleferro, il Comitato Valle Galeria Libera e tutte le associazioni e i comitati che intendono portare avanti una battaglia giusta per l'ambiente.

Obiettivo del Coordinamento Nazionale per l'Ambiente è quello di sensibilizzare i parlamentari e tutte le istituzioni sulla pericolosità della modifica dei criteri costruttivi delle discariche, contenuta nell'allegato 1 dello schema di decreto, laddove si stabilisce l'equivalenza tra barriera geologica naturale e barriera di confinamento artificiale, con ciò violando quanto previsto dalla direttiva 1999/31, non innovata sul punto dalla direttiva 2018/850, che prevede che una barriera geologica naturale impermeabile debba essere sempre presente, quando si costruisce una discarica. Tale presenza, secondo la decisione della Commissione UE 2018/1147, è imprescindibile al fine di rispettare le migliori tecniche disponibili. La direttiva 1999/31 prevede infatti all'allegato I punto 3 la necessità della presenza della barriera geologica naturale, che può essere completata artificialmente e rinforzata ma MAI sostituita con una barriera di confinamento artificiale.

Anche la Commissione delle Petizioni del Parlamento Europeo, nel resoconto di missione a Valladora (Piemonte) in data 11.04.2019, ha raccomandato (punto 3) di non autorizzare discariche in zone prive di barriera geologica naturale.

Il Coordinamento Nazionale per l'Ambiente e molti cittadini hanno dunque provveduto a scrivere ai parlamentari. L'iniziativa del Coordinamento Nazionale per l'Ambiente era oltremodo necessaria, atteso che, nella documentazione ufficiale allegata per l'esame dello schema, non vi era alcun riferimento a tale pericolosissima modifica!

Ci auguriamo che i Ministeri, la Conferenza Stato Regioni, le Commissioni Ambiente parlamentari provvedano ad accogliere le richieste di associazioni e cittadini.

Se dovesse passare tale modifica, infatti, verrà violata la direttiva comunitaria 1999/31, il che, oltre a determinare l'avvio di una procedura d'infrazione, avrà pesanti conseguenze sulle condizioni delle acque di falda, sulla catena alimentare e sulla salute dei cittadini.

L'attuale compagine governativa si renderebbe dunque responsabile di futuri scempi ambientali, con tutte le ricadute sulla salute e sull'ambiente.

Il Coordinamento Nazionale per l'Ambiente osserverà l'iter parlamentare riportando ai cittadini l'esito dei loro sforzi.