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giovedì 11 giugno 2020

Norme sulle discariche, le iniziative promosse dal Coordinamento

Il Coordinamento Nazionale per l'Ambiente, a cui aderiscono i Gruppi Ricerca Ecologica e con capofila l'associazione Raggio Verde ha, dopo soli pochi giorni dalla sua costituzione, provveduto a sensibilizzare i parlamentari, i presidenti di Regione, il Ministero dell'Ambiente e la Presidenza del Consiglio sulla pericolosità della modifica dei criteri costruttivi delle discariche, contenuta nell'allegato 1 dello schema di decreto n. 168 che dovrebbe modificare il decreto legislativo 36/2003 sulle discariche.

La modifica, che si vorrebbe introdurre, stabilisce l'equivalenza tra barriera geologica naturale e barriera di confinamento artificiale, con ciò violando quanto previsto dalla direttiva 1999/31, non innovata sul punto dalla direttiva 2018/850, che prevede che una barriera geologica naturale impermeabile debba essere sempre presente, quando si costruisce una discarica.

Tale presenza, secondo la decisione della Commissione UE 2018/1147, è imprescindibile al fine di rispettare le migliori tecniche disponibili. La direttiva 1999/31 prevede infatti all'allegato I punto 3 la necessità della presenza della barriera geologica naturale, che può essere completata artificialmente e rinforzata ma MAI sostituita con una barriera di confinamento artificiale.

Anche la Commissione delle Petizioni del Parlamento Europeo, nel resoconto di missione a Valladora (Piemonte) in data 11 aprile 2019, ha raccomandato (punto 3) di non autorizzare discariche in zone prive di barriera geologica naturale.

L'iter di modifica è tutt'altro che concluso e si confida nell'accoglimento della richiesta del Coordinamento Nazionale per l'Ambiente.

Se dovesse passare tale modifica, infatti, verrà violata la direttiva comunitaria 1999/31, il che, oltre a determinare l'avvio di una procedura d'infrazione, avrà pesanti conseguenze sulle condizioni delle acque di falda, sulla catena alimentare e sulla salute dei cittadini.

L'attuale compagine governativa si renderebbe dunque responsabile di futuri scempi ambientali, con tutte le ricadute sulla salute dei cittadini e sull'ambiente.

Il Coordinamento Nazionale per l'Ambiente osserverà l'iter legislativo riportando ai cittadini l'esito dei suoi sforzi.