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sabato 8 agosto 2020

Biomasse a via Prenestina, continua il braccio di ferro

La seconda riunione della Conferenza dei Servizi  relativa alla Valutazione di Impatto Ambientale del progetto di “impianto per riciclo di biomasse” in Roma alla Via Prenestina 1280, svoltasi in modalità telematica lo scorso 16 luglio, ha confermato il braccio di ferro tra il Proponente Azienda Agricola Salone a.r.l. e le varie istituzioni che hanno individuato molteplici criticità anche alla luce delle integrazioni presentate successivamente alla prima riunione del 14 maggio scorso.

Il Comune di Roma Capitale, ad esempio, ha rilevato che: “In merito al procedimento di V.I.A. si evidenzia che in data 14.04.2020 la Regione Lazio ha pubblicato le ulteriori integrazioni relative al procedimento in oggetto, presentate dal proponente oltre la scadenza dei termini concessi (rif. D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. art 27-bis co.5). Si ricorda che ai sensi del co. 8 dell’art. 27-bis del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. “Tutti i termini del procedimento si considerano perentori ai sensi e per gli effetti di cui agli articoli 2, commi da 9 a 9-quater, e 2-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241”. Pertanto tali integrazioni non erano accoglibili poiché presentate successivamente alla scadenza dei termini di ricevimento delle integrazioni (la prima seduta della Conferenza dei Servizi decisoria è stata indetta con protocollo R.U.U. 0147212 del 19/02/2020). La Regione ha confermato che dal punto di vista giuridico, di fatto, come Autorità Competente non avrebbe dovuto accoglierle potendo rendete direttamente improcedibile l’istanza, ma ai fini delle attività dei lavori della conferenza sono comunque state ritenute utili ad approfondire l’assetto impiantistico proposto, oltre che ad evidenziare le eventuali problematiche ambientali potenziali ed oggettive connesse, che non risulterebbero essere superabili dagli accorgimenti tecnici e/o da soluzioni tecnologiche possibili.

Su proposta del rappresentante del SUAP - Attività produttive agricole del Comune di Roma Capitale, tutti gli Enti coinvolti nella Conferenza di servizi hanno ritenuto necessario di dover coinvolgere la Commissione Agraria comunale, avendo già negli atti del Comune di Roma Capitale tutta la documentazione progettuale dell’impianto, ai fini dell’espressione del parere tecnico specifico di competenza sul progetto nel nuovo assetto impiantistico e di attività in relazione all'Autorizzazione Unica rilasciata dal Comune per il P.A.M.A. del 2018. 

Inoltre la Regione, dal punto di vista della valutazione di impatto ambientale, in riferimento agli approfondimenti tecnici di competenza urbanistica derivanti dai pareri sia del Comune di Roma Capitale che dell’Area regionale Urbanistica Copianificazione Programmazione Negoziata Roma Capitale e Città Metropolitana, evidenzia che il progetto, come proposto dalla Società, prevede che verranno lavorati anche “materiali organici” che rientrano nell’ambito legislativo della categoria “rifiuti” (diversamente dall’uso esclusivo delle sole “biomasse”, di cui all’ambito di applicazione dell’art. 185 co. 1 del D.lgs. 152/06 e sm.i., previsto per l’Autorizzazione unica acquisita nel 2018 dalla Società), trattandosi in effetti di un “impianto di trattamento e gestione di rifiuti”: la realizzazione di tale tipologia d’impianto richiederebbe, nel caso, una “variante urbanistica” (da zona agricola, “Agro romano” ai sensi dell’art.75, a zona di “reti tecnologiche”, in particolare “infrastrutture tecnologiche” di cui all’art.106 delle NTA del PRG). Inoltre, rileva infatti una forte criticità della componente ambientale del “suolo e territorio”, come consumo di suolo e sottrazione del territorio, e che nel caso di “variante” urbanistica sarebbe necessario includere in conferenza anche l’Area Valutazione Ambientale Strategica, competente per la VAS, come indicato nelle modalità di cui al §6.7.3 della D.G.R.n.132 del 27/02/2018, “al fine di contribuire ad assicurare che la valutazione della sostenibilità dell’intervento comprenda anche gli effetti sull’ambiente derivanti dalle modifiche al piano”.

Sebbene il proponente , anche richiamando i pareri legali presentati nonché l’istanza di autotutela da ultimo presentata nei confronti del parere di Roma Capitale (dei quali si è data parziale lettura), abbia rappresentato che non è stata presentata una richiesta specifica di “variante urbanistica” in quanto l’impianto era già approvato all’interno del P.A.M.A. ed inoltre è già autorizzato a ritirare anche matrici vegetali dall’esterno (non autoprodotte) per circa 1/3 della potenzialità autorizzata, pari a 75.000 ton/anno; successivamente è stata presentata istanza P.A.U.R. per poter ritirare rifiuti organici prevalentemente riconducibili alla tipologia di vegetali derivanti da colture agricole (rifiuti ortofrutticoli e industrie alimentari e conserviere) e, accogliendo le osservazioni dei partecipanti alla CDS, sono stati eliminati i rifiuti non riconducibili direttamente a vegetali, il rappresentante del SUAP ha ricordato che il precedente progetto di P.A.M.A. era stato rilasciato nel 2018 correttamente e coerentemente alle norme del PRG ma la natura gestionale attualmente non è più la stessa del P.A.M.A. precedente: nel nuovo assetto impiantistico e progetto, in esame, vengono introdotte nuove matrici, rilevando altresì che l’aspetto di produzione di energia è più importante della produzione di compost con l’attività multi imprenditoriale e pertanto l’assetto dell’impianto va rivalutato con nuovo elenco dei codici CER. 

La CDS è stata pertanto rinviata alla terza riunione, che si terrà sempre in modalità telematica il prossimo 1 settembre ed a cui i Gruppi Ricerca Ecologica saranno presenti.