In particolare sono state evidenziate alcune criticità, rispetto ad un più generale approfondimento (che ad avviso dello scrivente andrebbe compiuto in ragione della rilevanza delle risorse finanziarie in gioco), sia sul c.d. “Piano Invasi” gestito dal MIT, sia sul “Piano Nazionale Sviluppo Rurale” (PSRN) 2014-2020 gestito dal Mipaaf, che hanno in comune l’obiettivo di fondo del “risparmio idrico”.
Le principali criticità del primo riguardano la coerenza dello stesso rispetto alle finalità della legge (205/2017) che prevedeva “interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità..”, suddivisi in una sezione “invasi” e una sezione “acquedotti”.
Al riguardo, con riferimento agli interventi riportati negli elenchi di opere allegati al DPCM n.18440 del 17.5.2019 e al DM n.526 del 6.12.2018, non sembra che l’obiettivo della norma risulti pienamente centrato, in considerazione della modesta presenza di interventi relativi agli invasi, in termini di maggiori volumi di accumulo previsti con gli interventi finanziati.
Si sottolinea, tra gli altri, la “vasca di espansione sul T. cavaliere in località Fossatella (IS)” che risulta al primo posto nella graduatoria di cui al D.M 526/2018 (Piano Straordinario) per l’importo di 30 Meuro, che è un’opera di laminazione delle piene e non di accumulo e che, più propriamente, andava ricompresa tra gli interventi di difesa del suolo (oltretutto realizzata in lotti pur essendo una diga !).
In generale sarebbe interessante verificare l’incidenza dei (nuovi) volumi di invaso rispetto alle risorse impegnate che, a parere dello scrivente, sembrerebbe poco significativa.
Per quanto riguarda il PSRN 2014 – 2020, lo scrivente rileva i forti ritardi nell’approvazione dello stesso da parte del competente Ministero sottolineando che a tutt’oggi (quasi alla fine del periodo di programmazione) non risulta un solo SAL (stato avanzamento lavori) prodotto, oltre ad altre criticità sull’effettivo risparmio idrico ed altro ancora che, se ritenuto di interesse, si potrebbe approfondire.
Lo scrivente ritiene che qualora si fossero adottate quelle misure che proprio codesta Autorità auspicava nell’ultima diapositiva illustrata nella riunione dell’Osservatorio del 30.10.2019:
“PIANO NAZIONALE 2.0
OBIETTIVI
visione unitaria: acquedotti/invasi/irriguo
visione strategica degli interventi
valutazione bontà delle opere
applicazione analisi costi-benefici
ripensare a nuovi invasi
unico soggetto centrale concertante con gli altri
salto di qualità nel settore idrico, parcellizzato in una miriade di soggetti (consorzi, ATO)”
probabilmente la situazione che oggi si registra sarebbe risultata differente.
Conclusivamente tali risultati, oggettivamente non esaltanti, imporrebbero una seria riflessione sull'utilizzo delle (consistenti) somme del ricovery fund, per il rispetto delle risorse pubbliche assegnate, delle stesse risorse idriche e più in generale a tutela dell’ambiente.
Qualora codesta Autorità ritenga utile avviare un costruttivo confronto nel senso sopra illustrato, i GRE assicurano il proprio impegno nel superiore interesse pubblico.
Ing. Roberto Iodice