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martedì 28 maggio 2019

Ecco come nasce una discarica abusiva

Come abbiamo censito, Roma è invasa da centinaia di sversamenti. Ma vi hanno mai mostrato la nascita di una discarica abusiva? Esatto, il giorno 0, quando qualche criminale decide di sversare calcinacci o elettrodomestici o vecchi mobili in un luogo più o meno fuori mano anziché affidarsi al servizio gratuito che AMA e Roma Capitale offrono a tutti i cittadini, per giunta ampiamente pubblicizzato tramite campagne di comunicazione mirate.
foto da Google Earth Pro

L'assurdità, infatti, sta proprio nel fatto che l'alternativa sostenibile esiste, ma si preferisce inquinare e far sostenere alla collettività il maggior costo della bonifica.

Ma torniamo alla nostra nuova discarica... ci troviamo in via Collatina, probabilmente il civico dovrebbe essere il 460 (usiamo il condizionale perché non ve n'è traccia in loco) ma siamo esattamente a ridosso del Grande Raccordo Anulare, nei primi metri del territorio del Municipio VI (per localizzare su Google Maps clicca qui). Ad aprile del 2017 l'area, per quando non curata, non presenta significativi cumuli di rifiuti: tra l'altro, oltre ad essere prospiciente a via Collatina - arteria che viene attraversata quotidianamente da migliaia di veicoli, è anche l'accesso ad un rimessaggio per autoarticolati (nella parte bassa della foto è ben visibile il cancello).

foto da Google Earth Pro
A giugno del 2017 la situazione sembrerebbe essere ancora sotto controllo: forse anche grazie al clima siccitoso, la vegetazione si dirada e inizia a fare la comparsa qualche ulteriore rifiuto, ma tutto sommato è uno stato di "ordinario" abbandono non dissimile a migliaia di altri km di strade di periferia romana, un pò terra di nessuno. Di notte questo slargo è anche luogo di prostituzione, e chissà che il via vai connesso a questa pratica illegale ed immorale non contribuisca comunque a preservarlo dai crimini ambientali.

foto da Google Earth Pro
Ad aprile 2018  ancora nulla di nuovo. Forse però qualche maggior accumulo di rifiuti lungo il sentiero ben visibile sul lato destro della foto che conduce ad un vicino piccolo accampamento abusivo è cattivo presagio di una situazione che da lì a poco sarebbe cambiata radicalmente. L'estate 2018 segna infatti anche la fine del rimessaggio realizzato a ridosso della rampa di servizio ANAS  utilizzata per l'accesso al GRA ma non aperta alla pubblica viabilità: a seguito della chiusura dell'attività la zona non viene più attraversata dagli autoarticolati e si avvia ad una progressiva desertificazione che ne fanno il luogo "ideale" dove pensare di potersi liberare di ciò che non serve più o non può essere portato altrove.

foto da Google Earth Pro
A settembre 2018 la situazione appare drammatica: dal cancello fin quasi alla stessa via Collatina è tutta una distesa di rifiuti di ogni sorta: infatti il luogo inizia ad essere utilizzato in maniera continuativa per sversamenti più o meno estesi, ed il fatto che vi sia degrado sembra essere quasi un messaggio subliminale per altri inquinatori affinché lo scelgano per compiere i medesimi reati. 

Parrebbe addirittura che, nonostante la via Collatina continui ad essere trafficatissima, il senso di impunità diffusa induce gli "sversatori" ad operare ad ogni ora del giorno anche senza adottare le precauzioni: agli "operatori" edili si aggiungono gli impiantisti, i trasportatori di elettrodomestici, e sicuramente qualche privato cittadino evidentemente incredulo per la possibilità di sbarazzarsi di quel divano o quella roba vecchia senza dover raggiungere l'isola ecologica di Ponte Mammolo.

E così arriviamo a maggio 2019, e la situazione è ormai raccrapicciante a tal punto che, anziché commentarla, preferiamo mostrarvela direttamente attraverso i rilievi fotografici operati dai volontari dei Gruppi Ricerca Ecologica e che in esclusiva vi mostriamo:

foto GRE del 25 maggio 2019
foto GRE del 25 maggio 2019

foto GRE del 25 maggio 2019

foto GRE del 25 maggio 2019

foto GRE del 25 maggio 2019

foto GRE del 25 maggio 2019

foto GRE del 25 maggio 2019

Questa è una storia come tante altre. L'epilogo non è ancora stato scritto ma l'esperienza ci insegna che potrà essere solo di due tipi: o la bonifica completa con successiva vigilanza dei luoghi (almeno con le fototrappole che a nostro avviso possono essere una soluzione di primo approccio al fenomeno: in grado di scattare foto sia di giorno che di notte per poter risalire all'identità di chi abbandona i rifiuti; essendo inoltre strumenti mobili, la Polizia di Roma Capitale potrebbe periodicamente spostarle per coprire i punti in cui più spesso si verificano gli abbandoni) oppure.. vedi quanto accaduto a via del Flauto.