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giovedì 29 marzo 2018

Dicloropropene: una deroga anacronistica, antiscientifica, illegittima e criminale



di Giuseppe Altieri (Agroecologo) e Pietro Massimiliano Bianco (Ecologo ISPRA)



Uno dei più comuni passatempi degli Enti preposti alla salute dei cittadini sono le deroghe fitosanitarie. Pan Italia ne ha già catalogate, tra il 2016 e oggi oltre 300 tra nazionali, regionali, provinciali o addirittura di singoli distretti agricoli. Per alcune sostanze particolarmente tossiche cambia ogni anno il numero di registrazione dei prodotti fitosanitari che le contengono, facendoli apparire come nuovi Prodotti Fitosanitari, appena registrati. L’ultima è la settima edizione delle deroghe all’1,3 dicloropropene, attualmente tra i prodotti più venduti a livello nazionale (SIAN), più dell’80 % in Veneto (ARPAV, Regione Veneto, 2014).



Specie coltivata
Periodo
Tabacco, Melone, patata da consumo
dal 15 marzo 2018
Radicchio, cocomero, melanzana, pomodoro da mensa
dal  1 febbraio 2018
Pomodoro da mensa, sud Italia
dal 1 giugno 2018
Insalate pieno campo, baby leaf, erbe aromatiche zucchino
dal 1 luglio 2018
Insalate in coltura protetta
dal 1 settembre 2018
Fragola (serra e pieno campo), carota
dal 1 giugno 2018

L'1,3 dicloropropene è un Prodotto Fitosanitario Sintetico cloroderivato (la famiglia chimica del DDT) usato come fumigante per sterilizzare i terreni, quando viene a crearsi una popolazione di organismi squilibrata a causa di errati sistemi di coltivazione o monocolture che favoriscono i patogeni. La sterilizzazione dei terreni rappresenta l’estremo grado d’insostenibilità agricola, distruggendo ulteriormente la biodiversità del suolo e, con essa, i cicli e gli equilibri naturali, riducendo elementi nutritivi, humus e organismi utili (antagonisti dei patogeni, azotofissatori, micorrize, ecc.), creando presupposti per ulteriori incrementio di inputs chimici.


Il documento richiama l’attenzione delle aziende interessate alla presentazione dell’istanza per la registrazione di un formulato a base della sostanza attiva della 1,3-D al rispetto della “Procedura per la gestione delle istanze di autorizzazione di prodotti fitosanitari per situazioni di emergenza fitosanitaria in attuazione dell’Art. 53 del Regolamento (ce) 1107/2009” con particolare riguardo al punto 3C, circa la possibilità di reiterazione della domanda. Già nel 2017, con il Decreto del 10 aprile 2017 delle Autorizzazione in deroga per situazioni di emergenza fitosanitaria, il Ministero della Salute aveva autorizzato prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva 1,3-dicloropropene, ai sensi dell’art. 53, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1107/2009. Articolo che recita:



“In deroga all’articolo 28, in circostanze particolari uno Stato membro può autorizzare, per non oltre centoventi giorni, l’immissione sul mercato di prodotti fitosanitari per un uso limitato e controllato, ove tale provvedimento appaia necessario a causa di un pericolo che non può essere contenuto in alcun altro modo ragionevole.

Lo Stato membro interessato informa immediatamente gli altri Stati membri e la Commissione del provvedimento adottato, fornendo informazioni dettagliate sulla situazione e sulle misure prese per garantire la sicurezza dei consumatori.

2. La Commissione può chiedere all’Autorità di emettere un parere o di fornire assistenza scientifica o tecnica. L’Autorità fornisce alla Commissione il suo parere o i risultati del suo lavoro entro un mese dalla data della richiesta.

3. Se necessario, è adottata una decisione secondo la procedura di regolamentazione di cui all’articolo 79, paragrafo 3, per stabilire quando e a quali condizioni lo Stato membro:

a) possa o meno prorogare o ripetere la durata del provvedi­mento, o

b) revochi o modifichi il provvedimento”.



Per le sue caratteristiche ecotossicologiche l’1,3 Diclopropene è una sostanza attiva non autorizzata a Livello Europeo[1], ai sensi del “Review report for the active substance: 1,3-dichloropropene” (SANCO/10691/2010 final) del 9 luglio 2010[2]. Si tratta di una sostanza in passato molto utilizzata, in particolare nelle economie agricole industriali necrofile che si sono impegnate per distruggere tutti gli elementi naturali della fertilità dei suoi. In Italia la fertilità dei terreni è tutelata dall’Art. 44 della Costituzione che ne prevede lo sfruttamento razionale ai fini della realizzazione sociale dell’attività economica agricola.

La non iscrizione dell'1,3-dicloropropene nell'allegato I della direttiva 91/414/CEE del Consiglio è prevista dalla decisione 2011/36/CE della Commissione Europea. Tutte le autorizzazioni esistenti per i prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva 1,3-dicloropropene sono state revocate (Regolamento UE 2015/552). 


L'uso dei fumiganti sintetici è in completa contraddizione con la direttiva quadro europea sull'uso sostenibile dei pesticidi, recepita in Italia col D.lgs.150/2012 che rende obbligatoria dal 1 gennaio 2014 la difesa integrata come definita nella Decisione CE del 30-12-1996, All. 1 - Norme OILB, quale norma per coltivazione e protezione delle colture europee (allegato III). Si viola inoltre il regolamento 73/2009 sulla politica agricola di sostegno diretto agli agricoltori e condizioni ambientali (articolo 6 e allegato III) e viene vanificata la Politica Agroambientale europea che prevede il pagamento degli agricoltori per gli impegni facoltativi su pratiche agricole ecologiche a servizio della salute ambientale. La deroga all'uso di 1,3 Dicloropropene rende in Italia questa politica una barzelletta, bloccando il passaggio alle tecniche sostenibili alternative, ampiamente disponibili (vedi allegato). 

Questa sostanza ha un profilo ecotossicologico estremamente negativo come confermano le numerose frasi di rischio relative alla sostanza attiva:




Caratteristiche di 1,3 Diclopropene ai sensi del Regolamento (CE) n. 1272/2008
Classi e categorie di pericolo
Indicazione di pericolo dell’1,3 Dicloropropene
Flam. Liq. 3
r53 – Liquido e vapori infiammabili.
Acute Tox. 3
H301 – Tossico se ingerito (R25)
Asp. Tox. 1
H304 – Può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie (R65)
Acute Tox. 3
H311 – Tossico per contatto con la pelle (R24)
Skin Irrit. 2
H315 – Provoca irritazione cutanea (R38)
Skin Sens. 1
H317 – Può provocare una reazione allergica cutanea (R43)
Eye Irrit. 2
H319 – Provoca grave irritazione oculare (R36)
Acute Tox. 4
H332 – Nocivo se inalato (R20)
STOT SE 3
H335 – Può irritare le vie respiratorie (R37)
Aquatic Acute 1
H400 – Molto tossico per gli organismi acquatici (R50)
Aquatic Chronic 1
H410 – Molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata (R53)






È altamente tossico per i mammiferi e per gli uccelli con possibile tossicità urinaria, epatica e renale. Inoltre è un potenziale mutageno (PPDB[3]). È un probabile cancerogeno e pericoloso per le persone nelle aree di fumigazione, laddove provoca , tra l’altro, ustioni e ulcere epiteliali. La sperimentazione sugli animali mostra che 1,3 Diclopropene può causare aberrazioni cromosomiche, causare la frammentazione del DNA e diversi tumori (fegato, vescica urinaria, polmone) in diversi animali da test. Si tratta di una sostanza duratura che sterilizza il suolo più di un mese[4]. È stabile per fotolisi (TD50=650 giorni), ma dovrebbe perdurare un tempo limitato per idrolisi (TD50=4 giorni) e nei sedimenti acquatici (TD50=5 giorni) (PPDB). Risulta di fatto un contaminante delle acque sotterranee e in Italia è stato trovato nel 3,5 % dei punti di monitoraggio dove è stato cercato (ISPRA, 2016). Nel suolo si trasforma in 3-Chloroacrylic acid e 3-chloroallyl alchool. Per quanto riguarda 3-Chloroacrylic acid: entrambi i suoi isomeri, cis e trans, provocano gravi ustioni cutanee e danni agli occhi (PubChem[5]). 3-chloroallyl alcohol risulta poco persistente nell’ambiente.


Ha un alto impatto sugli ambienti naturali: alghe e Lemna gibba, fondamentali nelle catene trofiche di numerosi habitat acquatici, sono più sensibili ai metaboliti alcool EZ-3-cloroallile e acido EZ-3-cloroacrilico rispetto al composto progenitore. Il metabolita 1,2 D determina la mortalità del 78 % di Folsomia candida, collembolo del suolo, determinando quindi gravi alterazioni di questo fondamentale comparto (EFSA, 2009). 

Queste caratteristiche comportano automaticamente il divieto di 1,3 D, perché i cittadini non dovrebbero essere esposti a sostanze così pericolose ed è improbabile che esistano dosi senza effetti ambientali per queste sostanze. Pertanto, anche le minime presenze residuali rappresentano un pericolo per la popolazione e per l’ambiente. Ai sensi del Piano Nazionale per l’Uso Sostenibile dei Pesticidi (misure A.5.6 - Misure per la riduzione dell’uso o dei rischi derivanti dall’impiego dei prodotti) le frasi di rischio sono tali da non consentirne l’uso in qualsiasi luogo frequentato dalla popolazione e nelle aree urbane. Per tali motivi l’1,2 D non potrebbe essere oggetto di deroghe in agricoltura. 

Per gli stessi motivi non può nemmeno essere utilizzato lungo strade e ferrovie, in base a quanto previsto dal Decreto 15 febbraio 2017 “Adozione dei criteri ambientali minimi da inserire obbligatoriamente nei capitolati tecnici delle gare d’appalto per l’esecuzione dei trattamenti fitosanitari sulle o lungo le linee ferroviarie e sulle o lungo le strade” al fine di minimizzare l'uso dei prodotti fitosanitari con profilo di maggiore pericolosità per la salute umana e per l'ambiente.


Ai sensi del paragrafo A.5.6.2 del Piano di azione Nazionale sui prodotti fitosanitari le autorità locali competenti, relativamente all’utilizzo dei prodotti fitosanitari ad azione fungicida, insetticida e acaricida devono tener conto che sono da privilegiare misure di controllo biologico, trattamenti con prodotti a basso rischio come definiti nel regolamento (CE) 1107/09, con prodotti contenenti sostanze attive ammesse in agricoltura biologica, di cui all’allegato del regolamento CE 889/08.


La deroga relativa all’1,3 dicloropropene non tiene nemmeno conto delle alternative disponibili di tipo biologico, regolarmente registrate al commercio (e pertanto reputate efficaci) e/o impiegabili quali mezzi fisico-agronomici. Nella Produzione Integrata sono espressamente previste priorità di impiego per le tecniche alternative ai prodotti chimici sintetici[6]. Le buone pratiche agricole utilizzano popolazioni di suolo equilibrate per mantenere il controllo di parassiti quali i nematodi ed il ciclo del carbonio e gli organismi per controllare il ciclo dell’acqua e dei nutrienti.


Spagna, Italia e Grecia consentono 1,3 D sulla base di una disposizione di emergenza nella direttiva 91/414 (articolo 8.4), in particolare, la clausola "pericolo imprevedibile". Ciò è del tutto ingiustificato perché sono le monocolture senza rotazione e, più in generale, le cattive pratiche agricole, compreso l’uso di pesticidi, a creare terreni squilibrati e quindi l’infestazione da nematodi non può essere considerata un evento imprevedibile ma causata da errori di gestione di origine antropica e quindi è su di essi che bisogna intervenire preventivamente.


Ricordiamo che i primi gravi attacchi di nematodi si registrano con l’avvento dell’agricoltura moderna che portò all’abbandono delle tradizionali tecniche di avvicendamento e del maggese a favore della monocoltura. Nel 1870 si identificò per la prima volta il nematode della barbabietola Heterodera schachtii i cui attacchi distruttivi in Germania costrinsero all’abbandono della coltura e alla chiusura degli zuccherifici.


Le circostanze che favoriscono la presenza eccessiva di nematodi parassiti nel terreno dipendono dalla sua “stanchezza” dovuta a colture intensive perpetuate nel tempo senza adeguate rotazioni e in carenza di apporti significativi e continui di compost e ammendanti organici di qualità. I nematodi si moltiplicano facilmente nei terreni ipersfruttati, nelle colture intensive in serra e in campo aperto. Li troviamo inoltre nei suoli lavorati spesso, disidratati, gestiti in modo sbagliato, senza apporto di sostanza organica.


La lotta ai nematodi può essere condotta, con risultati più che soddisfacenti, attraverso una serie di attività e pratiche preventive e curative agroecologiche, del tutto trascurate dai Servizi Fitosanitari nelle loro autorizzazioni in deroga riguardanti i fumiganti sintetici a base di 1,3 D. Tali pratiche molto spesso non sono espressamente citate nemmeno nelle misure agroambientali dei PSR Regionali che devono sostenerne i maggiori costi e gli eventuali mancati ricavi, con le relative maggiorazioni per azioni collettive e burocrazie di controllo, a fronte dei benefici ambientali e sanitari collettivi. Visti gli obblighi di Produzione Agricola Integrata (IPM) su tutto il territorio nazionale (come definita nella Decisione CE 30-12-1996, All. 1 Norme OILB, immediatamente applicativa ma mai applicata in Italia, ndr), le tecniche sostitutive dei pesticidi sintetici pericolosi per la salute devono essere prioritarie e pertanto obbligatorie e tra loro integrate, ove necessarie, condotte con l’ausilio di tecnici specializzati (Consulenti Fitosanitari), ai sensi del PAN sull’uso sostenibile dei prodotti Fitosanitari (D.lgs. 150/2012). Deve essere chiaro inoltre, che le popolazioni equilibrate di nematodi forniscono servizi ecologici essenziali che mantengono il suolo sano. Lo sviluppo rapido di forme patogene è pertanto un indicatore di degrado ambientale, così come avviene per molte infestazioni, definibili come “avversità acquisite”.


Per tutte queste motivazioni e per le conseguenti notevoli distrazioni di risorse europee agroambientali che finiscono per sovvenzionare agricoltori che impiegano 1,3 Dicloropropene in deroga anche ai disciplinari delle misure agro-climatico-ambientali dei PSR Regionali il Ministero della Salute dovrebbe revocare il Decreto di Deroga in questione, ritirando dal mercato e impedendo l’uso di tutti i formulati a base di 1,3 Dicloropropene con effetto immediato.



Sostitutivi Agroecologici all’1,3 Dicloropropene

Strategie sostenibili di controllo nematodi:

Strategia
Metodo
Caratteristiche
Efficacia
Rif. Bibl
Agronomica
Materiale di propagazione sano
Acquistare prodotti con certificazione di esenzione da organismi patogeni di “qualità” solo da fornitori (vivaisti) accreditati e Conformità del ciclo produttivo al protocollo di individuazione dei punti critici (Alleg. VII del D.M. del 14/4/1997).
Preventiva generale
Decreto Ministeriale 14 aprile 1997; Direttiva 92/34/CEE; Direttiva 93/48/CEE; Direttiva di esecuzione 2014/98/UE
Rotazione;
Evitare nello stesso terreno la stessa coltura per più cicli consecutivi. È uno dei mezzi di controllo più efficaci. Durante il riposo, si coltivano essenze non suscettibili, o piante ostili. In diversi paesi europei è obbligatoria.
Specie monofaghe es. Globotera rostochiensis (patata) e G. pallida (pomodoro).
Singh et al., 2016
Anticipo delle coltivazioni in primavera
In terreni destinati alla coltivazione di patate si può procedere alla semina nel periodo gennaio-febbraio di patate precoci.
Efficace contro Meloidogyne
Briar et al., 2012
Maggese
Mantenere il terreno libero da coltivazione per un periodo variabile (1-3 anni), sottoponendolo a saltuarie lavorazioni. Le popolazioni dei nematodi subiscono una  diminuzione per mancanza delle piante ospiti.

Adediran et al., 2005; Escobar et al., 2015
Posticipo delle coltivazioni in autunno



Piante resistenti
Utilizzo di varietà resistenti ai nematodi più dannosi.

Williamson & Kumar, 2006
Innesto erbaceo
Si utilizza un portinnesto resistente ai parassiti tellurici.
Il metodo è diffuso per le Solanacee.
Chalanska et al., 2013
Rotazione e sovescio di Brassicaceae (Brassica nigra e Eruca sativa)
Uso di Brassicaceae caratterizzate da un elevato contenuto composti glucosidici e glucosinolati che in presenza di acqua ed attività enzimatica vengono idrolizzati con produzione di diverse molecole tra cui isotiocianati e nitrili caratterizzati da un’azione biocida nei confronti di nematodi e funghi del terreno.
Il sovescio di Brassica spp. e Eruca sativa riduce significativamente lle popolazioni di Meloidogyne e Criconemoides nella coltivazione della patata.
Kruger et al., 2015; Matthiessen & Kirkegaard, 2006; Melakeberhan et al., 2006; Mojtahedi et al., 1991; Mojtahedi et al., 1993; Riga et al. 2003
Fisica
Vapore
Il trattamento con vapore surriscaldato, a causa degli elevati costi, si pratica solo per colture ad alto reddito, in ambito vivaistico per il trattamento dei terricci, nelle produzioni biologiche di qualità. Con il vapore surriscaldato la temperatura del terreno viene portata a 70-80°C per 20’ oppure a oltre 100°C per pochi minuti.
Queste temperature sono letali per i nematodi ma vi è innalzamento del livello del manganese assimilabile dalle piante, che può quindi risultare fitotossico e per la distruzione della microfauna utile o indifferente del terreno.
Maione V., 2012
Immersione in acqua calda di bulbi, semi e talee (concia umida).

Le forme attive di nematodi vengono inattivate da un moderato calore, le cisti sopravvivono oltre i 70°c.
Maione, 2012; Cabos et al., 2012
Solarizzazione
Surriscaldamento del terreno utilizzando il calore solare. Da realizzare nei mesi più caldi e soleggiati  (4-8 settimane di trattamento termico). Il terreno va lavorato, portato alla capacità idrica di campo prima di stendere i teli e mantenuto umido per tutta la durata dell’intervento.
Nelle colture protette, la solarizzazione a serra chiusa permette di aumentare la temperatura migliorandone così l’efficacia. Nei climi ad estate calda sono sufficienti 30-40 giorni per eliminare i nematodi a 20-30 cm.
Heald & Stapelton, 1990.
Biologica
Batteri
Pasteuria sp.: parassiti obbligati, presenti nel terreno come spore che aderiscono alla cuticola del nematode, germinano penetrando nel corpo e invadendo lo pseudoceloma, causandone infine la morte. Pasteuria spp. sono stati segnalati per infettare 323 specie di nematodi compresi i nematodi parassiti delle piante e i nematodi liberi
Efficace contro Meloidogyne spp. e altri nematodi. In serra, per colture di cetriolo, hanno dimostrato di ridurre M. incognita così come i nematodi del suolo e la loro riproduzione.

Chen & Dickson, 1998; Weibelzahl-Fulton et al., 1996:
Bacillus firmus
Efficace contro i nematodi galligeni: Meloidogyne incognita su pomodoro sia in serra che pieno campo
Terefe et al., 2009
Azadiractina
L'incorporazione di neem secco (Azadirachta indica) nel terreno aumenta la percentuale di femmine parassitarie e masse di uova colonizzate da tre antagonisti fungini, P. chlamydosporia, P. lilacinum e Trichoderma harzianum, rispetto ai soli funghi.

Efficace contro i nematodi galligeni (Pratylenchus spp. e Meloidogyne spp.)
.
Khan et al., 2012
Estratto di Quillaja saponaria
Dispersione di estratto acquoso.
Efficace contro Xiphinema spp.., Meloidogyne spp., Pratylenchus, spp. Tylenchorhynchus spp., Criconemoides spp.,  Helicotylenchus spp. a dosi economicamente interessanti

San Martín & Magunacelaya, 2005
Funghi nematoparassiti
Zoospore penetrano l’ospite  attraverso la cavità boccale (Catenaria spp., Lagenidium
spp.) o aderiscono con le spore alla cuticola e con la  germinazione penetrano all’interno.

Ciancio & Mukerji, 2007; Tarique & Martinelli, 2015
Beauveria bassiana
Efficace contro le larve di nematodi galligeni 
Barberchek & Kaya, 1990
Funghi predatori
Arthrobotrys spp., differenzia vere e proprie trappole, sistemi di lacci ad anelli. r
Nematodi terrigeni
Scholler & Rubner, 1994
Dactylella spp., produce eti ifali adesive, intrecci ifali per la cattura dei Nematodi.
Efficace contro Heterodera schachtii ed altri nematodi terrigeni.
Olatinwo et al., 2006
Verticillium chlamydosporium produce tossine. Il nematode immobilizzato è penetrato dalle ife e ucciso. .
Su cocomero la riduzione massima della formazione di galle, numero di femmine, produzione di uova, stadi di sviluppo e popolazione finale di novellame nel terreno, è stata acquisita da trattamenti in miscela con il batterio simbionte Photorhabdus luminescen su substrato composto da compost anche di origine animale.
De Leij & Kerry, 1991; Zakaria et al., 2013
Coltivazione di piante nematocide
Rotazione con biocide. Coltivazione delle biocide come intercalari. Utilizzo nelle rotazioni o come rinforzo nel maggese di piante che producono essudati radicali tossici per i Nematodi.
Piantare Raphanus sativus e Sinapis arvensis è la tecnica più efficace per il conttrollo di H. schachtii nella coltivazione della bietola.
Ciancio & Mukerji, 2007
Nematodi predatori
Discolaimus, Dorylaimus, Thornia e Seinura spp. agiscono iniettando entro il corpo di altri nematodi della saliva tossica in grado di paralizzare la vittima; alla paralisi segue la suzione del contenuto corporeo da parte del predatore.
Non sono in grado di frenare i parassiti nella fase    di espansione. Riescono a  contenere i nematodi fitoparassiti immettendoli in gran numero nel terreno.
Askary & Martinelli, 2015
Biofumigazione
Si utilizzano residui della lavorazione della carta e del legno, scarti dell’industria alimentare e ittica distribuiti nel terreno; segue copertura con film plastico. I processi di fermentazione stimolano lo sviluppo di microrganismi antagonisti (funghi e batteri) e liberano sostanze (ammonio, nitrati, acidi organici e altre sostanze volatili) ad attività deprimente. 
Durante la decomposizione di alcune Brassicacee si  produce Isotiocianato, sostanza ad elevata attività nematocida.
Ntalli & Caboni, 2017
Piante trappola (= effetto crop trap).
Alcune piante attirano i nematodi nelle radic e attivano il rilascio di isotiocianati che impediscono il completamento del ciclo di sviluppo (Solanum nigrum).
Solanum nigrum è efficace G. rostochiensis, G. pallida
Solanum sisymbriifolium. Solanum sisymbriifolium su i nematodi a cisti della patata.
Whitehead, 1985; Timmermans, 2005
Le brassicacee con elevato contenuto di glucosinolati nelle radici agiscono da plant trap.
Raphanus sativus, Brassica sp., nematodi galligeni e reniformi
Riga, 2011


Bibliografia


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Singh S., Singh B., Singh A.P., 2015. Nematodes: A Threat to Sustainability of Agriculture. Procedia Environmental Sciences, 29: 215-216. https://doi.org/10.1016/j.proenv.2015.07.270.

Terefe M., Tefera T., Sakhuja P.K., 2009. Effect of a formulation of Bacillus firmus on root-knot nematode Meloidogyne incognita infestation and the growth of tomato plants in the greenhouse and nursery. Journal of Invertebrate Pathology, 100(2): 94-99. ISSN 0022-2011. https://doi.org/10.1016/j.jip.2008.11.004.

Timmermans B.G.H., 2005. Solanum sisymbriifolium (Lam.): A trap crop for potato cyst nematodes. Tesi di dottorato, Università di Wageningen.       http://library.wur.nl/WebQuery/wurpubs/fulltext/17189

Weibelzahl-Fulton E., Dickson D., Whitty E., 1996. Suppression of Meloidogyne incognita and M. javanica by Pasteuria penetrans in field soil. Journal of Nematology.;28:43-49.

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Williamson V.M., Kumar A., 2006. Nematode resistance in plants: the battle underground. Trends Genet., 22(7):396-403. Epub 2006 May 24.

Zakaria H.M, Kassab A.S., Shamseldean M.M., Oraby M.M., El-Mourshedy M.M.F., 2013. Controlling the root-knot nematode, Meloidogyne incognita in cucumber plants using some soil bioagents and some amendments under simulated field conditions. Annals of Agricultural Sciences, 58(1): 77-82. ISSN 0570-1783. https://doi.org/10.1016/j.aoas.2013.01.011.

Riferimenti normativi


Decisione CE del 30-12-1996 – All. 1, Norme OILB (Produzione e Difesa Integrata delle coltivazioni)

Decreto Ministeriale 14 aprile 1997. Recepimento delle direttive della Commissione n. 93/48/CEE del 23 giugno 1993, n. 93/64/CEE del 5 luglio 1993 e n. 93/79/CEE del 21 settembre 1993, relative alle norme tecniche sulla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e delle piante da frutto destinate alla produzione di frutto. Pubblicato nella Gazz. Uff. 2 giugno 1997, n. 126, S.O.

Decreto Legislativo 14 marzo 2003, n. 65. Attuazione delle direttive 1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura dei preparati pericolosi. Gazzetta Ufficiale n. 87, 14 aprile 2003, Supplemento Ordinario n. 61. http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/03065dl.htm

Decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi. http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/normativa/dlgs_14_08_2012_150.pdf

Decreto 10 marzo 2015. Linee guida di indirizzo per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette.      http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/normativa/dim_10_03_2015.pdf

Direttiva 92/34/CEE del Consiglio del 28 aprile 1992 relativa alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e delle piante da frutto destinate alla produzione di frutti. https://publications.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/d3e705f8-7f77-469d-beac-9cffa0f55a61/language-it

Direttiva 93/48/CEE della Commissione del 23 giugno 1993 che stabilisce la scheda sui requisiti da rispettare per i materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e per le piante da frutto destinate alla produzione di frutti, prevista dalla direttiva 92/34/CEE del Consiglio http://www.agr.uniba.it/poma32/dir_com_93_48.pdf Gazzetta ufficiale delle Comunità europee N. L 250 del 7.10.93

Direttiva 93/64/CEE della Commissione, del 5 luglio 1993, che stabilisce le disposizioni di applicazione concernenti la sorveglianza e il controllo dei fornitori e degli stabilimenti ai sensi della direttiva 92/34/CEE del Consiglio relativa alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e delle piante da frutto destinate alla produzione di frutti (abrogata dalla Direttiva di esecuzione 2014/98/UE).

Direttiva 93/79/CEE della Commissione del 21 settembre 1993 recante modalità di applicazione supplementari riguardanti gli elenchi delle varietà di piante da frutto e dei relativi materiali di moltiplicazione tenuti dai fornitori a norma della direttiva 92/34/CEE del Consiglio. http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A31993L0079

Direttiva 2009/128/CE DEL Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi. http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=0&codLeg=31645&parte=1%20&serie=S2

Direttiva di esecuzione 2014/98/UE della Commissione, del 15 ottobre 2014 , recante modalità di esecuzione della direttiva 2008/90/CE del Consiglio per quanto riguarda i requisiti specifici per il genere e la specie delle piante da frutto di cui al suo allegato I, i requisiti specifici per i fornitori e le norme dettagliate riguardanti le ispezioni ufficiali. http://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/TXT/?uri=CELEX:32014L0098

Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Art. 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150).         http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/vari/pubbl_PAN.pdf

Regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio del 21 giugno 2005 relativo al finanziamento della politica agricola comune

Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE.           http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/reach/Regolamento_1107-2009_it.pdf

Regolamento (CE) n. 889/2008 della Commissione del settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica,l'etichettatura e i controlli. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:250:0001:0084:it:PDF

Regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio del 19 gennaio 2009 che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto agli agricoltori nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori, e che modifica i regolamenti (CE) n. 1290/2005, (CE) n. 247/2006, (CE) n. 378/2007 e abroga il regolamento (CE) n. 1782/2003. https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1267

Regolamento UE 2015/552 della Commissione del 7 aprile 2015 che modifica gli allegati II, III e V del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per  quanto riguarda i  livelli massimi di residui di 1,3-dicloropropene, bifenox, dimetenamid-p, proesadione, tolilfluanide e trifluralin in o su determinati prodotti. http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32015R0552.




Prodotti autorizzati nel 2017


Nel 2017 erano stati autorizzati in deroga i seguenti prodotti:



N° Reg.
Prodotto (scadenza)
Impresa
Prescrizioni (etichetta)
16918
TELONE II 2017 
(28/10/2017)
Dow Agro Sciences Italia Srl
Il prodotto è tossico per insetti utili, animali domestici e bestiame. Nel corso dei trattamenti tenere lontano dalla zona persone non protette, animali domestici e bestiame. Dopo la rimozione del film plastico per i successivi 10 giorni non rientrare nelle zone trattate senza un apparecchio respiratorio dotato di filtro specifico per i vapori organici, indumenti protettiti e guanti adatti. Segnalare l’area trattata con apposite tabelle e garantire il rispetto di una distanza non inferiore a 20 metri dagli astanti durante l’applicazione del prodotto. Per proteggere le acque sotterranee non applicare su suoli conenenti una percentuale di sabbia superiore all’80 %. Osservare una fascia di rispetto non trattata di 20 metri da qualsiasi corpo idrico superficiale naturale o artifiale, permanente o temporaneo ad ecceszion di scoline e adduttori d’acqua per l’irrigazione. Divieto di utilizzo del prodotto a meno di 200 metri dalle seguenti aree protette individuate nell’allegato 9 alla parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006 n 152:
  • Aree designate per l’estrazione di acque destinate al consumo umano;
  • Aree designate per la protezione di specie acquatiche significative dal punto di vista economico;
  • Corpi idrici intesi a scopo ricreativo, comprese le aree designate come acque di balneazione.
Divieto di utilizzo del prodotto nelle zone indviduate ai sensi della Convenzione di Ramsar recepita con decreto del Presidente della Repubblica 448/1976.
Nelle aree designate ai fini di conservazione per la protezione degli habitat e delle specie, a norma delle disposizioni delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE recepite rispettivamente con la legge 11 febbraio 1992, n. 157 e con Decreto del Presidente della Repubblica del 12 marzo 2003, n. 120, l’utilizzatore è teneuto ad informare preventivamente l’Autorità competente in merito alle modalità e alla data di esecuzione del trattamento.
16919
TELONE EC 2017  
(28/10/2017)
Dow Agro Sciences Italia Srl
16920
CONDORSIS EC 2017  
(28/10/2017)
Dow Agro Sciences Italia Srl
16931
GEOCLEAN VII  
 (28/10/2017)
Kanesho Soil Treatment Sprl/Bvb
16997
DIGEO IX 
(28/10/2017)
Geofin Spa
16930
D-D SOIL IX  
(28/10/2017)
Certis Europe B.V.







[1] EU Pesticide Database: 11,32 Dicloropropene. http://ec.europa.eu/food/plant/pesticides/eu-pesticides-database/public/?event=activesubstance.detail&language=EN&selectedID=862

[2]  Review report for the active substance: 1,3-dichloropropene” (SANCO/10691/2010 final)

[3] PPDB: Pesticide Properties DataBase. 1,3-dichloropropenehttp://sitem.herts.ac.uk/aeru/ppdb/en/Reports/1.htm

[4] TD90=29.1-51.4 giorni

[5] https://pubchem.ncbi.nlm.nih.gov/compound/cis-3-Chloroacrylic_acid#section=Safety-and-Hazards;


[6] Vedasi Decisione CE del 30-12-1996 - All. 1 Norme OILB, immediatamente applicativa, ma mai applicata in italia.