In attesa di capire come sia arrivata ad Anzio la chikunguya, la psicosi scatenata dalla disinformazione mediatica è l'occasione che numerose ditte di disinfestazione aspettavano per tornare alla carica dei condomini e cercare di recuperare almeno parzialmente la riduzione del business della lotta adulticida dovuta all'ordinanza sindacale 62/2017, che - seppur lacunosa e a nostro avviso non soddisfacente - ha comunque segnato un'inversione di rotta rispetto al passato.
A tal proposito ci preme ricordare che l’ordinanza n.153/2017 , adottata per contrastare l’emergenza sanitaria dovuta ai casi sospetti e accertati di Chikungunya trasmessi dalla zanzara tigre, non prevede in alcun modo che i singoli Condomini possano e debbano provvedere autonomamente a disinfestazioni adulticide. Anzi, la straordinarietà dell’epidemia ha indotto l’Amministrazione di Roma Capitale a individuare specifiche Ditte autorizzate ad effettuare i trattamenti mirati (quindi non a tappeto), anche su aree private, senza alcun onere né costo a carico dei condomini, i quali eventualmente hanno esclusivamente l’obbligo di consentire l’accesso a tali soggetti incaricati da Roma Capitale. Ciò per garantire sia l’idoneità delle misure da adottare sia dei prodotti impiegati, i quali possono essere solo quelli previsti dall'ordinanza 62/2017, che disciplina le modalità di lotta alla zanzara tigre sul territorio di Roma Capitale e tuttora in vigore.
In base all'ordinanza 62/2017, “sull'intero territorio Comunale non è consentito l'utilizzo di prodotti che presentano nella composizione coformulanti classificati con le seguenti frasi di rischio: da R20 a R28, da R36 a R38, da R40 a R43, R48, da R60 a R64, R68, di cui al D.lgs n.65/2003 e successive modificazioni ed integrazioni, nonché classificati come pericolosi ai sensi del CLP, Regolamento della Comunità Europea n.1272/2008”.
E' bene ricordare che, secondo Roma Capitale, "i trattamenti contro le zanzare adulte sono sconsigliati poiché comportano maggior rischio di tossicità, elevato impatto ambientale, temporaneità dei risultati e maggiori costi di gestione, pertanto non devono mai essere utilizzati a scopo preventivo né a calendario”. Inoltre è possibile “effettuare i trattamenti contro le zanzare adulte nelle aree verdi di pertinenza, solo in presenza di manifeste condizioni d'infestazione e comunque solo dopo aver effettuato idonei trattamenti preventivi, utilizzando prodotti specificatamente autorizzati (...). E' vietato l'impiego in aree esterne di attrezzature (atomizzatori e nebulizzatori) che possano generare una deriva aerea dei prodotti utilizzati”.
In altro punto dell’ordinanza è indicato che “i soggetti privati potranno procedere al trattamento contro le zanzare adulte nelle aree verdi di pertinenza, solo in presenza di manifeste condizioni d'infestazione con elevato disagio e comunque solo dopo aver effettuato idonei trattamenti preventivi e dovranno comunicarlo, alla Direzione Promozione Tutela Ambientale e Benessere degli Animali del Dipartimento Tutela Ambientale (e-mail: ...) attraverso la compilazione di un apposito modulo - Allegato B), scaricabile dal sito web www.comune.roma.it\ambiente con preavviso minimo di 7 giorni lavorativi prima dell'inizio del trattamento adulticida, allegando la scheda tecnica del prodotto utilizzato e successivamente copia della fattura dell'intervento effettuato”.
Qualora, pertanto, in un condominio romano dovessero registrarsi manifeste condizioni di infestazione con elevato disagio, e semprechè sia stata effettuata un'idonea lotta larvicida, il possibile iter da seguire è esclusivamente quello previsto dall'ordinanza 62/2017: interventi non comunicati per tempo al Dipartimento Tutela Ambientale, ovvero non in presenza manifeste condizioni di infestazione con elevato disagio (che ovviamente non possono essere rimesse alla sensazione dei residenti ma vanno scientificamente accertate secondo idonee modalità scientifiche), ovvero ricorrendo a prodotti pericolosi non ammessi o diffusi tramite atomizzatori o nebulizzatori, oltre che violazione amministrativa possono anche configurarsi come reato.
Con l'occasione, vogliamo chiarire alcuni punti:
- la zanzara tigre può trasmettere il virus della chikunguya solo se punge persone infette e successivamente punge altre persone sane, ma comunque non oltre 4/8 ore dalla precedente puntura della persona malata: dopo tale tempo, il sangue viene "digerito" dalla zanzara e pertanto la sua puntura non è più infettiva.
- Da ciò si deduce che le zanzare tigre infette non vengono da altri Paesi: una delle ipotesi è che si sono infettate pungendo persone malate già presenti in Italia. Sono comunque in corso accertamenti e campionamenti in tal senso.
- Il focolaio di chikunguya non ha il suo epicentro a Roma, bensì ad Anzio: secondo il bollettino serale del Servizio regionale di sorveglianza malattie infettive laziale del 16 settembre, su 64 contagiati, la stragrande maggioranza (54), risiedono o hanno soggiornato ad Anzio; sette casi sono stati registrati a Roma, tre a Latina. Ed anche il contagiato residente in provincia di Ancona ha soggiornato ad Anzio.
- Secondo l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, la Chikungunya NON è una malattia grave ma è una sindrome simil-influenzale che nella stragrande maggioranza dei casi ha un andamento clinico favorevole in pochi giorni. Dopo un periodo di incubazione di 3-12 giorni, si manifesta con una sintomatologia che include febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti artralgie (dolori alle articolazioni) tali da limitare i movimenti. È comune una eruzione cutanea (del tipo esantema maculo-papulare o petecchiale) che può essere pruriginosa. Il tutto si risolve spontaneamente, in genere in una decina di giorni, ma in una piccola quota di pazienti i dolori articolari possono persistere anche per mesi. Le complicanze più gravi sono rare e possono essere di natura emorragica, o neurologica, soprattutto nei bambini. In rarissimi casi la chikungunya può essere fatale, più che altro in soggetti anziani con sottostanti patologie di base. Può avere un decorso asintomatico nel 15-20% dei casi. Il ricovero è necessario solo in pochi casi.
- Non esiste terapia specifica, né vaccino. L'INMI sconsiglia aspirina (assolutamente da non somministrare a minori di 12 anni in quanto potrebbe scatenare la pericolosa sindrome di Reye), farmaci antiinfiammatori e cortisone in fase acuta, consigliando invece un moderato uso di antipiretici (paracetamolo). Per chi volesse ricorrere a cure omeopatiche, il fastidio e dolore articolare può trarre giovamento con il prodotto Eupatorium perfoliatum C 200 o con estratto di Echinacea. Nei paesi tropicali in cui è maggiormente diffuso il virus, si ritiene che in caso di malattia giovi anche consumare curcuma, uva, carote, agrumi, spinaci, latte di cocco.
- Alle nostre latitudini, la chikungunya (ma anche la stagione delle Aedes albopictus) non durerà ancora a lungo