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domenica 23 luglio 2017

Lago di Bracciano, bene lo stop ai prelievi idrici

A causa di rotture o di allacci abusivi, la rete idrica di Roma
gestita da Acea perde il 40% dell'acqua
Fonte: Blue book di Utilitalia, la federazione
che riunisce i gestori dei servizi pubblici italiani
Dopo tre settimane dal grido d'allarme lanciato dai Sindaci di Anguillara Sabazia, Trevignano Romano, Bracciano, dal Presidente del Parco naturale di Bracciano e Martignano e dal Consorzio Navigazione, a cui i GRE Lazio aderirono prontamente, la Regione Lazio si è decisa ad intervenire, ordinando di sospendere la captazione dal bacino idrico a 40 km a nord di Roma.

Quello di Bracciano è il principale lago del complesso Sabatino, che ospita anche i laghi di Martignano e Monterosi, e dal 1995 è un SIC (il sito di interesse comunitario IT6030010), con un perimetro di 31,5 km ed un'estensione di 5.864 ettari e coperto al 35% dall'habitat 3150 (Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion o Hydrocharition) e al 30% dall'habitat 3140 (Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.), sulla base di Natura 2000, la rete di aree destinate alla conservazione della biodiversità sul territorio dell'Unione Europea, istituita dall'Art. 3 della Direttiva 92/43/CEE del 12 maggio 1992, nota con il nome di "Direttiva Habitat", relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche.
Lago di Bracciano - in verde il limite del SIC,
in giallo il limite della ZPS

Ed il lago di Bracciano è anche all'interno della zona di protezione speciale denominata "Comprensorio Bracciano - Martignano" (ZPS IT6030085),  estesa per ben 19.554 ettari. 

Stamattina (23 luglio) il livello idrometrico del lago segnava -164 cm: le rive si sono allungate per decine di metri, i pilastri di sostegno dei pontili normalmente in acqua sono visibili fino alla loro base, la flora ripariale a vegetazione macrofitica sommersa non esiste praticamente più e la riproduzione delle tre famiglie di Ciprinidi che caratterizzano la l'ittiofauna meritevole di protezione ai sensi della Direttiva Habitat (la rovella - Rutilus rubilio, il varione - Leuciscus souffia, ed il barbo italico - Barbus plebejus) e che avviene in acque base tra maggio e luglio è ormai messa a serio rischio. Con pesanti ricadute sulla biodiversità.

Non tutti sanno che, amministrativamente, oltre ai Comuni Anguillara
Sabazia, Trevignano R. e Bracciano, circa 2 km della sponda del lago
(in località Polline) appartengono al Comune di Roma Capitale
Le criticità del lago di Bracciano non vengono certo scoperte oggi. Già nel 2009, il piano di gestione dell'intera area evidenziava che la generale tendenza al riscaldamento e la riduzione delle precipitazioni (particolarmente critica in questa torrida estate 2017) hanno un effetto diretto sulla termica lacustre, sui tempi teorici di ricambio idrologico, sulla quota media del pelo libero dell’acqua. 


A questi fenomeni da monitorare, si aggiungono gli interventi e le attività antropiche che ne intensificandone l’effetto: 
  • modificazioni nell'uso del suolo nel bacino idrografico sversante, con conseguente cambiamento (alterazione) delle dinamiche di corrivazione delle acque, della qualità e quantità del trasporto di specie chimiche dilavate dai suoli (in primis, pesticidi, diserbanti e fertilizzanti): questo fenomeno, legato anche a recenti cambiamenti nelle attività umane prevalenti (agricoltura, pastorizia, ecc.), è sempre attivo; 
  • emungimenti di acque sotterranee tramite pozzi perforati all'interno del bacino, che producono certamente un abbassamento delle falde superficiali e una perdita nel bilancio idrologico generale; 
  • emungimenti abusivi di acque superficiali dal lago, seppure sicuramente meno numerosi dei precedenti; 
  • emungimenti per uso idropotabile interno al bacino lacustre ed esterno al bacino, di cui il più rappresentativo è sicuramente identificabile con il rilevante prelievo effettuato da ACEA ATO2 Spa per la città di Roma;
  • raccolta e collettamento delle acque reflue degli abitati di Bracciano, Anguillara e Trevignano tramite l'anello circumlacuale realizzato tra il 1982 e il 1984 e relative stazioni di rilancio: il successivo conferimento delle acque al depuratore del COBIS di Cesano, se da una parte allontana dal lago il rischio di apporti (soprattutto organici) inquinanti e/o eutrofizzanti, dall'altra sottrae una cospicua quantità d’acqua al bilancio idrologico lacustre, depauperandolo ulteriormente. L'emissario naturale del lago poi è penalizzato dalla scarsa qualità ecologica delle acque sversate dopo la depurazione (il depuratore COBIS non attua abbattimento dei nutrienti) dovuta ad eccessivo carico organico, che preclude alla fauna ittica un prezioso corridoio ecologico di rimonta al lago: in passato il fiume Arrone presentava una portata media superiore al metro cubo al secondo, ma a seguito della derivazione realizzata negli anni ‘60 dall’ACEA (Acquedotto Paolo), il deflusso si è gradualmente ridotto fino ad annullarsi ed ormai è abbandonato e con interrimento della bocca.

Ma quali interventi porre in essere, nel breve periodo, per il lago di Bracciano? Per i Gruppi Ricerca Ecologica Lazio, nel brevissimo periodo:
  1. è indispensabile acquisire dati quantitativi incontrovertibili sugli emungimenti interni al lago attuati tramite pozzi (abusivi e non), chiudendo o sanando quelli irregolari dopo averne attentamente valutata l’entità;
  2. gli emungimenti superficiali dal lago vanno rigorosamente esaminati, così come eventuali sversamenti fognari che sfuggano ad una sia pur minima procedura di depurazione;
  3. l'emungimento a scopo idropotabile di ACEA ATO2 SpA, il principale indiziato della attuale condizione di deficit idrologico del lago, va controllato con un sistema autonomo ed indipendente, gestito dal Parco in collaborazione con l'ISPRA e le associazioni ambientaliste, monitorando le variazioni di livello (ma anche di molti altri parametri importanti) su base oraria, giornaliera, stagionale e annuale così da interpretare e valutare l’entità e le modalità di variazione imputabili alla crisi idrologica generale (fattore remoto) o all’emungimento forzato (fattore prossimo), rivedendo le entità, ma anche le modalità del prelievo idrico, nonché della restituzione delle acque reflue, che sono oggi avviate ad altro corpo recettore (Torrente Arrone) esterno al bacino sversante di Bracciano.  
Lago di Bracciano: mappa con le batimetriche
(scalini e variazioni di profondità)
Successivamente, bisognerà intervenire per tutelare, conservare o ripristinare la fascia litorale a vegetazione arborea igrofila, la fascia ad elofite, la battigia, la fascia a vegetazione macrofitica sommersa, fino al limite inferiore delle grandi Caracee (che nel lago di Bracciano si trovano -20/22 m di profondità), che rappresentano l’ambito ecologico maggiormente alterato e nel contempo più suscettibile di peggioramento, per il quale devono assolutamente essere previsti interventi di miglioramento ecomorfologico.

In primis va arrestata con decisione qualunque attività intesa a produrre danno o scomparsa di essenze tipiche del litorale, qualsiasi sfalcio di “pulizia”, qualsiasi alterazione dell’immediato sottoriva, anche legata ad azioni di eccessivo calpestio legato alla balneazione, pesca indiscriminata (grandi sciabiche), impatto da dilavamento. 

Vanno poi favoriti interventi (controllati) di ripristino della vegetazione emersa e sommersa originaria, e di ripascimento/rinaturalizzazione di zone modificate per la realizzazione di manufatti, massicciate, banchine.