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consigli e idee dalla rete news dalle Istituzioni aree protette energie in circolo

martedì 27 giugno 2017

Ascesa al Terminillo: ecco lo slideshow!


Domenica 25 giugno 2017, i Gruppi Ricerca Ecologica sono ascesi sul Terminillo, il Mons Tetricus degli antichi romani, il vasto massiccio calcareo appenninico che sovrasta la piana di Rieti stagliandosi fino a oltre 2.216 metri sul livello del mare.

Un momento eccezionale, per la comunità ambientalista che si è cimentata con un percorso escursionistico di oltre 5 km, con alcuni tratti particolarmente aspri (come si può vedere anche nello slideshow fotografico) tuttavia ben ripagati da impagabili scorci paesaggistici e un'aria pura come in pochi altri posti.

Vi auguriamo buona visione, e vi diamo appuntamento alla prossima escursione nelle meraviglie paesaggistiche del Lazio!

domenica 25 giugno 2017

Magliano Romano, intimidazione delinquenziale. #NonUnPassoIndietro

La porta del presidio divelta stanotte
Questa notte il Presidio dell'Associazione Ecologica Monti Sabatini  - No Discarica di Magliano è stato oggetto di un vile atto intimidatorio ad opera di ignoti, ai quali però evidentemente dà fastidio non poco la presa di posizione intransigente ed inequivocabile di chi da anni si oppone all'ampliamento della discarica di Magliano Romano, e in particolare dei Comitati di cittadini, dell'Amministrazione Comunale, dei Gruppi Ricerca Ecologica e altre organizzazioni a cui sta a cuore questa battaglia.

La porta del presidio, sita sulla via Flaminia nei pressi della stazione ferroviaria di Magliano Romano, è stata barbaramente divelta, e tutte le suppellettili presenti sono state ribaltate e distrutte: divani, sedie, tavoli.

Eppure, tutti sanno che i presidi sono esclusivamente un ricovero per i cittadini che dimostrano a favore del territorio, all'interno dei quali probabilmente non è presente nemmeno un computer: siamo certi, quindi, che si sia trattato di una bieca intimidazione, nel merito della quale stanno già indagante i Carabinieri di Bracciano e di Castelnuovo di Porto.

A tutti i membri dell'associazione va la piena solidarietà dei Gruppi Ricerca Ecologica Lazio, e l'invito a proseguire con sempre maggior determinazione e senza alcun segno di cedimento la battaglia per veder tutelato il proprio splendido territorio, ultimo esempio della campagna romana nonché vera e proprio paradiso per la biodiversità.

#Bracciano
#CastelnuovoDiPorto
#Discarica
#MaglianoRomano
#SabatiniNoDiscarica
#NonUnPassoIndietro

Malagrotta, la vergogna del MAVGA (Monitoraggio Ambientale Valle Galeria)

La discarica di Malagrotta vista da Google Maps
La collaborazione tra Raggio Verde e Gruppi Ricerca Ecologica Lazio continua: vogliamo salvaguardare la salute dei cittadini e tutelare l'ambiente, e pretendiamo che le Istituzioni facciano lo stesso, anziché prendere tutti in giro come continua ad accadere a Roma Capitale.


Che l'area di Malagrotta sia un'area di Roma fortemente inquinata e con dati epidemiologici, quanto a patologie tumorali, perlomeno allarmanti, è ormai noto all'opinione pubblica, ma forse non è altrettanto noto, quanto la Pubblica Amministrazione sia stata inerte, arrivando a non impiegare risorse pubbliche già stanziate per monitorare e risanare un'area tanto compromessa: è questa la storia del MAVGA (il Monitoraggio Ambientale di Valle Galeria, ndr) che ci apprestiamo a raccontarvi.

Il 05.12.2007 la Provincia di Roma stanziava un contributo di € 5.000.000 (5 milioni) “da destinare ad interventi a favore dei cittadini residenti nei Municipi adiacenti all'area di Malagrotta, che subiscono disagi ambientali”.

Il 10.04.2008 la Provincia deliberava di destinare € 2.000.000 all'abbattimento della TARI e la somma di € 3.000.000 alla realizzazione di servizi ambientali nell'area di Malagrotta.

Il 26.11.2012, dunque a distanza di 5 anni, veniva concluso tra la Provincia di Roma, la Regione Lazio e Roma Capitale un protocollo d'intesa che comportava l'istituzione di un gruppo di lavoro di cui facevano parte il Direttore della Direzione Regionale Attività Produttive e Rifiuti della Regione Lazio, il Direttore del Dipartimento Servizi di tutela ambientale della Provincia di Roma, il Direttore del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale, il Direttore UOT del Municipio XVI. Il Direttore del Dipartimento Servizi Ambientale della Provincia di Roma doveva svolgere le funzioni di coordinamento.

Il gruppo di lavoro doveva dare attuazione:

  1. al Programma di Monitoraggio Ambientale redatto da ISPRA, ARPA Lazio, CNR, Provincia di Roma e Roma Capitale;
  2. alla valutazione dei dati ambientali della Valle Galeria in possesso della ASL RM E Servizio Epidemiologico, dell'ENEA e di eventuali altri soggetti pubblici e privati;
  3. al programma di riqualificazione ambientale. 

L'attuazione del programma prevedeva il monitoraggio di tutte le matrici ambientali, dando priorità alle falde acquifere superficiali e profonde e, con cadenza semestrale, il gruppo di lavoro avrebbe dovuto produrre delle relazioni parziali sugli esiti del lavoro effettuato. La convenzione doveva avere la durata di due anni, eventualmente prorogabili.

La nostra associazione chiedeva in data 16.02.2015 alla Città metropolitana di Roma di avere accesso alle informazioni ambientali attinenti ai risultati del lavoro di monitoraggio, ma l'accesso veniva rifiutato, in quanto il gruppo di lavoro non aveva ancora prodotto documenti ed atti definitivi ostensibili.

A seguito di impugnazione del rifiuto, il TAR si pronunciava onerando la Provincia di indicare la data nella quale gli atti ed i documenti sarebbero divenuti definitivi e pertanto ostensibili.

La Città metropolitana di Roma Capitale, a questo punto, affermava che il 30.04.2015 (dunque dopo due mesi dalla richiesta di accesso ambientale e a seguito dell'impugnazione del rifiuto da parte di Raggio Verde) era stato convocato un tavolo tecnico con i rappresentanti degli enti interessati dal quale sarebbero emerse delle non meglio precisate problematiche di natura tecnica.

Da notare che il 30.04.2015 il protocollo d'intesa istituente il gruppo di lavoro era già scaduto. La Città metropolitana dunque affermava che il 01.07.2016 avrebbe dovuto essere reso disponibile il rapporto di indagine semestrale, sempre che si fosse pervenuti “alla sottoscrizione del rinnovo del protocollo medesimo”.

A seguito di nuova istanza di accesso ambientale di Raggio Verde, la Città metropolitana di Roma Capitale rispondeva pochi giorni fa affermando che il rinnovo del protocollo non è avvenuto e che pertanto il monitoraggio non ha avuto luogo, che nel 2016 non sono state effettuate attività in quanto il bilancio di previsione della Città Metropolitana di Roma Capitale è stato approvato ad anno terminato (19/12/2016) e che il bilancio di previsione del 2017 dovrebbe essere approvato a breve (30/06/2017, salvo proroghe del Governo).

Le conclusioni che i cittadini possono trarre, leggendo al di là delle procedure burocratiche, sono le seguenti: il gruppo di lavoro costituito nel 2012, composto dal Direttore della Direzione Regionale Attività Produttive e Rifiuti della Regione Lazio, dal Direttore del Dipartimento Servizi di tutela ambientale della Provincia di Roma, il Direttore del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale, dal Direttore UOT del Municipio XVI e coordinato dal Direttore del Dipartimento Servizi Ambientale della Provincia di Roma, non ha attuato, nei due anni di vigenza del Protocollo d'intesa, nulla di quanto si era proposto di fare e, da quanto scrive la Città metropolitana di Roma Capitale, ha atteso la scadenza del protocollo d'intesa, per accorgersi che vi sarebbero state non meglio precisate difficoltà di natura tecnica; i soldi stanziati non sono stati impiegati, il protocollo d'intesa è scaduto ed è tutto da verificare se tali soldi saranno resi disponibili in futuro.

Come fa la Regione Lazio dunque a valutare l'impatto ambientale di determinati progetti sottoposti da imprenditori (ad esempio l'apertura di una discarica di amianto o di un centro di selezione multimateriale nella medesima area martoriata) se, quando Città Metropolitana, Regione, Roma Capitale ne avevano la possibilità, con i soldi stanziati e il gruppo di lavoro costituito, non sono evidentemente riusciti a produrre nemmeno una relazione semestrale sullo stato delle acque di falda nell'area?!

Chi risarcirà i cittadini della Valle Galeria per questo ennesimo torto e danno subito?!

Raggio Verde adotterà le iniziative più opportune per realizzare i propri scopi sociali e tutelare la martoriata popolazione della Valle Galeria, con l'affiancamento dei Gruppi Ricerca Ecologica Lazio.

venerdì 23 giugno 2017

Domenica 25 giugno l'ascesa del Monte Terminillo

In casa G.R.E. Lazio è tutto pronto per la scalata del Monte Terminillo, la più bella cresta dei Reatini nota anche come "la montagna di Roma".

L'escursione, capeggiata dal personal trainer Luca De Felice, avrà inizio dal rifugio Angelo Sebastiani (a quota 1.820 metri), subito   attraversando la vallecola che scende dalla sella di Leonessa.

Superata la vallecola il percorso inizia a salire in modo deciso a curve e tornanti seguendo la cresta fino a raggiungere una spalla dalla quale si gode di una bella vista sulle pareti Est del Terminillo e sul vicino Monte di Cambio. Per proseguire verso la Cresta Sassetelli (che offre scorci spettacolari sui Sibillini, sulla Laga, sul Terminillo stesso e sulla piana reatina) e successivamente la Vetta del Monte Terminillo (a 2.216 metri sul livello del mare).

La durata dell'escursione sarà di circa 5 ore, con possibili variazioni a seconda delle necessità del gruppo, e con una difficoltà medio-alta ma dal grande fascino, in quanto il percorso, costeggiando le pareti del Terminillo, ritorna in un ambiente dolomitico.


Se la giornata sarà limpida, la vista potrà spaziare su tutto l'Appennino Centrale, dal Velino al Gran Sasso e a nord fino al Monte Amiata. L'escursione sarà anche a scopo naturalistico e di ricerca: i GRE rileveranno e documenteranno lo "stato di salute" dell'ecosistema della montagna.

giovedì 22 giugno 2017

Terra dei fuochi, il punto del dott. Enzo Stabile su un'emergenza nazionale

Vincenzo Stabile è stato Comandante
regionale del Corpo Forestale dello Stato
ed attualmente è componente
dell'esecutivo nazionale dei G.R.E.
“ TERRA DEI FUOCHI”  Da due anni completo silenzio di  MiPAAF e Regione Campania su un progetto già finanziato per il recupero agronomico ed ambientale di 2000 ettari di terreno agricolo nei comuni di Giugliano (NA) e Villa Literno (CE) .

Si è parlato molto a proposito della “Terra dei fuochi”, e molto più a sproposito, ma, prima di procedere all'esposizione del comunicato, è necessario fare una premessa per inquadrare il problema visto da parte di chi, come il sottoscritto, nella sua qualità di Comandante Regionale del Corpo Forestale fino al 2014, ha vissuto questa vicenda da protagonista.
Desidero, inoltre, esprimere il mio personale compiacimento nel redigere questo comunicato, in quanto esso è il primo nella recente veste di membro dell’Esecutivo nazionale dell’Associazione Gruppi di Ricerca Ecologica: il primo di una serie di iniziative che intendono dare un contributo concreto, anche tecnico ai problemi ambientali che affliggono l’Ambiente, cercando di evitare polemiche e strumentalizzazioni; desidero, altresì porgere un personale saluto ed un ringraziamento al presidente dell’ Associazione, Umberto Balestrieri.

L’EMERGENZA AMBIENTALE decretata dal D.L.136/2013 interessa un territorio costituito da 57 comuni, tra le province di Napoli e Caserta, comunemente denominato: “Terra dei Fuochi”, caso che travalca l’ambito della Regione Campania diventando un problema nazionale le cui conseguenze si ripercuotono in vari campi, a cominciare dai prodotti alimentari.

Si tratta di un’area densamente abitata che ha fatto registrare negli ultimi decenni, un notevolissimo sviluppo urbanistico senza, peraltro, perdere la connotazione di zona prevalentemente agricola. Le colture consistono, per la maggior parte in foraggere, destinate all'allevamento bufalino (mozzarella di bufala DOP), frutteti (mela annurca IGP) e ortive, e sono praticate quasi sempre in regime irriguo, con acque emunte tramite pozzi  dalla falda freatica.

Lo scempio nella Terra dei Fuochi
(immagine dal sito del Ministero dell'Interno)
Da quanto sta emergendo dalle indagini e dalle verifiche in corso, sembrerebbe che le aree agricole interessate sono in minima parte effettivamente contaminate con i disastrosi effetti sull'economia locale ma anche nazionale. Il gran chiasso mediatico che si è verificato mettendo insieme scorie tossiche interrate, comuni rifiuti, roghi di rifiuti prodotti da un’economia sommersa ed illegale, camorristi pentiti, ha creato un danno gravissimo all’immagine non solo di Napoli e Caserta ma di tutto il territorio nazionale, perché in Cina, negli Stati Uniti non si è portati a distinguere la provincia o la regione, ma l’Italia tutta rappresenta un punto abbastanza  piccolo sull’atlante geografico , e ciò con buona pace di certi giornalisti del Nord.

E’ tutto il brand dell’Agricoltura italiana che è stato colpito da una comunicazione scandalistica, creando panico sui mercati, col rifiuto quasi totale della produzione campana. 

La situazione dei terreni agricoli nell'area considerata è estremamente complessa con fenomeni apparentemente incompatibili quali l’assoluta salubrità di prodotti coltivati su terreni con rifiuti tombati o a poca distanza da ecoballe, dalla RESIT, o da siti assai compromessi.

Certamente il ciclo biologico dei vegetali può metabolizzare o non assorbire alcune sostanze diffuse nel suolo, nell'aria o nelle acque, che alla fine possono non risultare presenti nel prodotto finale. Non è possibile giocare, tuttavia, sulla sicurezza alimentare. E’ necessario che i cibi siano sani, prodotti su terreni sicuri, irrigati con acque non inquinate e che l’aria sia pulita. L’aria inquinata dai roghi tossici rappresenta certamente l’aspetto più pericoloso per la salute, direttamente per l’aria che respiriamo, e, indirettamente per i prodotti inquinati: proprio con la ricaduta delle ceneri derivanti dall’abbruciamento dei rifiuti, di fatto si diffondono sui prodotti agricoli, nelle acque ed entrano nel circuito alimentare.

Per i motivi enunciati la sorveglianza rigorosa sui “FUOCHI” costituisce il primo e fondamentale passo per vincere questa battaglia ambientale.

Rimanendo nelle tematiche affrontate dal presente comunicato resta il problema di come affrontare la gestione dei suoli agricoli, almeno quelli non compromessi irreversibilmente. E’ da tener presente che sussistono varie situazioni relative ai suoli dell’area considerata:
  • terreni agricoli inquinati e sottosuolo con rifiuti tossici tombati e falda inquinata: in questi terreni è auspicabile solo una utilizzazione “NO FOOD”, con impianti forestali, pannelli solari, ecc.; 
  • terreni agricoli sani con rifiuti tossici tombati nel sottosuolo e falda non inquinata;
  • terreni agricoli sani con sottosuolo non inquinato e falda non inquinata e quest’ultima situazione, a dispetto delle notizie allarmistiche diffuse, costituisce ancora quella più frequente nell'area considerata.
Relativamente alle falde è necessario specificare che, oltre l’inquinamento provocato dal percolato delle discariche ed a quello dei rifiuti tombati, sussiste l’inquinamento salino, prodotto dalla penetrazione del cuneo salino ad opera di emungimenti incontrollati sulla fascia costiera.

Ovviamente di fronte a ciascuna di queste realtà è necessario intervenire in modo diverso a seconda del caso. Nei terreni sani sovrastanti  falde inquinate dal percolato o dal cuneo salino, è necessario interdire il prelievo di acqua dai pozzi per l’irrigazione fruendo dell’acqua di buona qualità che dovrà essere fornita dal Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno.

La presenza di falde inquinate e la conseguente inutilizzazione dei pozzi aveva creato un enorme disagio agli agricoltori della zona per cui il Consorzio di bonifica del bacino inferiore del Volturno aveva predisposto un progetto infrastrutturale di ampio respiro che prevede l’utilizzo delle acque non contaminate del fiume Volturno per l’irrigazione di oltre 2000 ettari di terreno agricolo rientrante nel comprensorio irriguo di Giugliano in Campania (NA) e di Villa Literno (CE), evitando il prelievo di acqua dalle falde risultate fortemente inquinate e quindi non compatibili con l’uso agricolo, per l’importo di 24 milioni di euro, coperti tramite revoche di finanziamenti ad altre opere non realizzate che solertemente la gestione commissariale dell’AGENSUD aveva provveduto a mettere a disposizione (21,5 milioni di euro che considerati i ribassi d’asta sarebbero stati sufficienti a coprire l’importo progettuale).

Grandi aspettative si erano create in merito su tutto il territorio soprattutto dopo che in data 8 aprile 2015 al comune di Giugliano, lo stesso Vice Ministro aveva annunciato, in tempi brevi l’avvio del progetto. Nel frattempo il Governo non ha trovato niente di meglio da fare che procedere alla soppressione della struttura commissariale ex AGENSUD e da quel momento il Consorzio non ha saputo più nulla restando in attesa di acquisire la formale ammissione al finanziamento che consente di sollecitare con più forza il rilascio dell’autorizzazione ambientale da parte dei competenti Uffici regionali i quali avrebbero dovuto dare  solo una assoggettabilità alla VIA (Valutazione Impatto Ambientale, scontata, in quanto i tubi sono tutti interrati, ma non sono affatto scontati i tempi), quindi neppure una vera e propria autorizzazione ma incredibilmente sono passati due anni e viene da chiedersi quanto veramente stia a cuore alla Regione il destino di queste Terre.

Vi è da fare una considerazione “a latere”: il Ministro Martina ha inteso procedere alla soppressione (DL 51/2015) della G.C. ex AGENSUD nonostante innumerevoli istanze contrarie sia parlamentari che di tutta le Regioni meridionali che invece chiedevano il rafforzamento della struttura tecnica commissariale. Ciò si è rivelato un enorme FLOP: un numero enorme di ritardi e contenziosi derivanti dalla mancata pianificazione del passaggio di competenze alle inadeguate strutture ministeriali, avvicendamenti dirigenziali con ulteriori ritardi e maturazione di interessi di mora; non sono state avviate le necessarie iniziative per l’utilizzo delle economie a favore delle aree meridionali per la prosecuzione delle attività; risultano ferme le iniziative nel settore idroelettrico e le attività in favore dei prodotti di qualità intraprese dall'ex AGENSUD. A fronte dei 330 Decreti commissariali emessi dall’ex AGENSUD nell'ultimo anno (maggio 2015-maggio 2016) ne sono stati emessi attualmente solo 105 e da 23 milioni liquidati si è sceso a 7.  !

SI CHIEDE PERTANTO A RAGION VEDUTA UN INTERVENTO CONCRETO SUL TERRITORIO DELLA TERRA DEI FUOCHI SEMPLICEMENTE SBLOCCANDO FONDI GIA' DISPONIBILI PER INTERVENIRE NON SOLO A VANTAGGIO DELL'AGRICOLTURA DELLA CAMPANIA FELIX MA DELLA SALUBRITA' DEI PRODOTTI ALIMENTARI E DELL’AMBIENTE

Vincenzo Stabile


mercoledì 21 giugno 2017

Lago di Bracciano, i GRE al fianco delle Istituzioni locali #TUTTIDALLASTESSAPARTE

I Gruppi Ricerca Ecologica aderiscono alla mobilitazione
del 1 luglio ed invitano tutti a partecipare
Il lago di Bracciano non se la passa affatto bene: la captazione selvaggia operata da ACEA e il crescente inquinamento dovuto a cronici problemi fognari, riguardanti principalmente ma non esclusivamente il fosso della Lobbra e il Rio delle Mole, stanno seriamente compromettendo l'ecosistema di un paradiso della biodiversità.

Con la crisi idrica dovuta alle scarsissime precipitazioni e alle elevate temperature, il livello del lago si è abbassato in maniera impressionante. Il grido dall'allarme delle Istituzioni locali, però, adesso diventa re-azione e dalle parole si passa ai fatti. Anzi, alla carta bollata. Riceviamo e pubblichiamo con totale condivisione il comunicato diramato in data odierna.

LAGO DI BRACCIANO, I SINDACI DI ANGUILLARA SABAZIA, TREVIGNANO ROMANO, BRACCIANO, I PRESIDENTI DEL PARCO NATURALE DI BRACCIANO E MARTIGNANO E IL CONSORZIO DI NAVIGAZIONE HANNO PRESENTATO UN ESPOSTO ALLA PROCURA DI CIVITAVECCHIA PER DISASTRO AMBIENTALE, CHIEDENDO LA REVISIONE DELLA CONCESSIONE PER LO SFRUTTAMENTO DELLE ACQUE DEL LAGO DI BRACCIANO

Nella mattinata odierna abbiamo dato mandato legale di presentare unitariamente un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia affinché accerti le responsabilità in ordine alla inquietante condizione ambientale in cui si trova l’ecosistema del bacino lacustre di Bracciano a rischio di ulteriori mutamenti e conseguente disastro ambientale. 

Questa azione sarà utile affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti. Abbiamo dunque ravvisato formalmente la necessità dell'intervento della Pubblica Autorità per la pronta risoluzione della vicenda descritta, qualora fossero rilevate responsabilità specifiche in capo a soggetto/i e/o Enti o comunque effettivi responsabili, per la presenza di condotte che fossero ritenute contrarie alla legge ponendo all'attenzione della procura il serio e concreto rischio di imminente disastro ambientale. Abbiamo dunque chiesto di valutare gli eventuali profili d'illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti formulando altresì denuncia-querela, nell'ipotesi in cui dagli accertamenti svolti dalle Autorità competenti dovessero emergere fattispecie di reato per i quali la legge richiede la procedibilità a querela di parte.

In questa foto tratta dalla rete è ben evidente la crisi
idrica che ha fatto abbassare il livello del lago
L’attuale situazione non può consentire alcun indugio da parte delle Amministrazioni che rappresentiamo in difesa dei nostri territori, dei beni comuni e dei cittadini e questo atto di natura legale, parallelo all'intenso lavoro che stiamo svolgendo con tutti gli Enti sovraordinati, le Associazioni e i Comitati per reperire soluzioni concrete è opportuno perché la tutela del lago sul quale si fonda la nostra storia, il nostro ecosistema, la nostra società e la nostra economia non può continuare a subire colpi mortali” la nota dei Sindaci e dei Presidenti del Parco Naturale di Bracciano e Martignano e del Consorzio di Navigazione prosegue “oltre agli interventi urgenti e straordinari che ACEA Ato2 ci ha comunicato di aver messo in programma riteniamo necessario e improrogabile la revisione dell’anacronistica concessione del 1990 con la quale si decise che il Lago di Bracciano potesse essere sfruttato come riserva idrica strategica del Comune di Roma. 

Infatti, mentre la concessione vigente e sottoscritta nel lontano 1990 prevedeva la captazione ad uso idropotabile per servire Roma Capitale di moduli medi 11 (litri/sec. 1100) con un valore massimo, in casi eccezionali, di mod. 50, assicurandosi in tali casi, il mantenimento delle escursioni del livello del lago nell'ambito di quelle naturali, oggi la questione è mutata notevolmente. Difatti oggi A.C.E.A. Ato2 assicura, anche grazie alle acque del lago di Bracciano, l’acqua a 74 comuni invece che al solo Ente Roma Capitale, come previsto dalla convenzione del 1990, le captazioni sono superiori ai 1100 litri/sec medi previsti e che si sta prelevando molto di più per la crisi idrica in atto nella Regione Lazio. 

Siamo quindi in regime di eccezionalità, come stabilito dalla convenzione ma non si stanno mantenendo le escursioni del livello del lago nell'ambito di quelle naturali. Si deve prendere formalmente atto che l’equilibrio ecosistemico è a rischio e che soprattutto l’escursione del livello del lago non è nell'ambito di un’escursione di livello naturale, ma che al contrario siamo di fronte ad un abbassamento del tutto eccezionale ed eccessivamente repentino, con caratteristiche uniche su cui A.C.E.A Ato2 sta influendo sensibilmente e concretamente, captando grandi quantità di acqua che abbassano ogni giorno drasticamente i livelli del lago di Bracciano. A.C.E.A Ato2 sta prelevando acqua e prevede di prelevarne ancora, sebbene l’Ufficio Speciale del Genio Civile per il Tevere e per l’Agro Romano, valutando il progetto e la concessione del 1990, abbia disposto nel parere vincolante tra le prescrizioni che “… su tali condotte verranno inserite le saracinesche di apertura e chiusura ed un sifone idraulico che provveda a disinnescare automaticamente le condotte non appena il livello dell’acqua scende sotto la quota minima di m 161,9”. 

Attualmente il livello del lago è a 161,8 metri, ma la captazione non è stata disinnescata: se la siccità e l’aumento delle temperature sono fattori che non possono essere controllati e gestiti a livello locale dagli scriventi, la captazione delle acque ad uso idropotabile è un fattore che può essere regolato e che è regolamentato da una concessione che allo stato attuale dei fatti sembra essere disattesa nelle sue linee di controllo e di tutela ecosistemica. Proseguiamo uniti e compatti in questa che definiamo una battaglia di civiltà e a tal proposito, al fine di rendere partecipi tutti i cittadini singoli e associati, tutti dalla stessa parte nella protesta e nella proposta, stiamo definendo verosimilmente per la mattinata del 1 luglio una iniziativa di mobilitazione popolare

I Sindaci di Anguillara Sabazia, Trevignano Romano, Bracciano
I Presidenti del Parco Naturale di Bracciano e Martignano e del Consorzio di Navigazione

lunedì 19 giugno 2017

Tivoli ripiomba in un medioevo ambientale?

Come se non bastassero i problemi ambientali legati all'industria della carta e a quella estrattiva del travertino, l'amministrazione comunale di Tivoli azzera i passi in avanti fatti in passato in materia di tutela dei cittadini e dell'ambiente dai pesticidi irrorati in area urbana in concomitanza con il ripresentarsi della presenza delle zanzare tigre.

Eppure nel 2013 l'Amministrazione di Tivoli si è distinta proprio per la sua significativa attenzione alla problematica ambientale, rispetto alla quale è stato tra i primi Comuni del Lazio a riconoscere la sensibilità chimica multipla e a vietare qualunque tipo di trattamento adulticida in una porzione di territorio (nella fattispecie, Bagni di Tivoli).

"La prevenzione e la lotta larvicida sono i metodi più efficaci di contenimento della diffusione della Zanzara tigre in ambito urbano": così recitava il materiale divulgativo. Adesso però pare si sia tornati ai trattamenti adulticidi irrorati con cannoni atomizzatori in pieno centro urbano e senza fornire una chiara e trasparente informazione di cosa si stia costringendo a respirare i tiburtini.

Quello che non può non inquietare, inoltre, è l'espresso riferimento a "prodotti regolarmente autorizzati dal Ministero della Salute": ma è ormai fatto noto e notorio, anche grazie all'opera di informazione che da mesi conduciamo, che il Dicastero attualmente retto da Beatrice Lorenzin rende ammissibili prodotti che invece sono vietati nel "Piano Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari" in attuazione della Direttiva Comunitaria 2009/28/CE, approvato con un decreto interministeriale che lo stesso Ministero della Salute ha sottoscritto.

Per questi motivi abbiamo inoltrato all'amministrazione tiburtina una richiesta di accesso agli atti finalizzata ad ottenere copia delle schede tecniche dei prodotti utilizzati per la disinfestazione contro le zanzare programmata dal Settore VI Ufficio Ambiente in data 14/06/2017 avvalendosi della ditta appaltatrice SOGEA S.r.l., delle modalità tecniche di distribuzione dei prodotti e della cartografia viaria del territorio del Comune di Tivoli interessata alle irrorazioni. 

Vi terremo aggiornati.

giovedì 8 giugno 2017

Roghi tossici a Roma Est: i GRE Lazio con i Comitati di Quartiere e le associazioni territoriali denunciano le Istituzioni

Roma - campo nomadi di via Salviati
L’iniziativa condivisa, promossa dal CdQ cittadini di colli Aniene Bene Comune, è partita al fine di garantire la tutela della salute pubblica di tutti i cittadini, residenti e non, negli ambiti urbani e peri-urbani a confine tra il IV, V e il VI municipio: a Colli Aniene, Tor Sapienza, La Rustica, Ponte Mammolo, Settecamini, Ponte di Nona, ecc., tra micro–insediamenti dove sopravvivono comunità ed etnie diverse e la presenza di pseudo discariche abusive a cielo aperto, da anni si è costretti a respirare quasi a cadenza giornaliera combustioni pericolose di materiali plastici e cumuli di rifiuti diversi.

L’esposto è stato inoltrato al Comando dei Carabinieri di Tutela Ambientale, al Sindaco di Roma, alla Asl Roma2, all'Assessore alla Sostenibilità Ambientale, alla Polizia Roma Capitale, al Prefetto, all’Osservatorio Territoriale per La Sicurezza, al Questore Di Roma e infine, per conoscenza al MATTM-Ministero dell’ambiente e per la tutela del territorio e del mare e all’Osservatorio Permanente Ambiente–Salute presso assessorato alla sostenibilità ambientale, alla Commissione EU, ai Presidenti dei Municipio 4, 5, 6, e al Comando VVFF.

La diffida, oltre che dai Gruppi Ricerca Ecologica Lazio, è stata sottoscritta dal CDQ COLLI ANIENE BENE COMUNE, CDQ TORRACCIA, CDQ A.S.S.C CASAL MONASTERO, CDQ REBIBBIA, CDQ LARGO BELTRAMELLI, CDQ PER DIFESA PARCO FERONIA, CDQ TOR SAPIENZA, CDQ NUOVA PONTE DI NONA, GRUPPO ESCURSIONISTICO PROVINCIA DI ROMA, Associazione VIVERE A COLLI ANIENE, Associazione CITTADINI ATTIVI DI TIBURTINA E PIETRALATA.
Nell'ambito della Rete costituitasi tra Comitati e realtà associative del IV municipio, è giunto anche il sostegno del FORUM SALVIAMO IL PAESAGGIO, che comprende un centinaio di associazioni nel Lazio, IL COMITATO COLLINA PIETRALATA, COMITATO COLLINA LANCIANI, COMITATO TIBURTINO PER L’USO PUBBLICO DELLE CASERME, ASSOCIAZIONE UNITI PER LA CERVELLETTA, ITALIA NOSTRA SEZIONE DI ROMA.

I sottoscrittori, che rappresentano migliaia di cittadini, loro iscritti, chiedono “semplicemente“ che il diritto alla salute, riconosciuto dalla nostra Costituzione all’art. 32, sia tutelato e garantito.

Roma - discarica abusiva a ridosso di uno stabile occupato
nei pressi dell'ingresso Tor Cervara della A24
Alla luce del perpetrarsi dei roghi, sono state sollecitate le Amministrazioni, gli Organi di vigilanza e di polizia –in adempimento a quanto loro imposto dalla Legge – a garantire il diritto alla salute pubblica dei cittadini che vivono e risiedono nelle immediate vicinanze delle aree di Ponte Mammolo, via Salviati, via Collatina vecchia e dintorni, via di Salone e dintorni, in quanto quasi ogni sera si diffondono in atmosfera nubi di fumo denso, dal forte odore acre che brucia occhi, naso e gola, causate da più roghi appiccati da ignoti per i quali i Vigili del Fuoco sono, sempre più spesso, chiamati a spegnere.

La salute dei cittadini è priorità assoluta! 

E' pertanto necessario porre in essere tutte quelle azioni di prevenzione e repressione, nel breve e nel medio termine, in particolare:
  • eseguire uno screening sanitario di controllo a partire dai presenti nei campi, al fine di verificare i tassi di intossicazione di metalli pesanti ed una analisi dei terreni dove sono presenti gli orti agricoli e in prossimità delle abitazioni ove ricadono i fumi tossici e conoscerne gli esiti.
  • rendere noto i dati della mortalità dei singoli quartieri, distinte per fasce di età e per un periodo significativo di almeno 10 anni.


Invitiamo tutti i lettori e i cittadini a condividere questo articolo per darne la massima diffusione.

martedì 6 giugno 2017

Vaccini, uso o abuso? La nostra lettera aperta al Presidente della Repubblica


VACCINI SÌ… MA SICURI E CON LIBERTÀ DI SCELTA INFORMATA!
Usciamo dallo scontro ideologico "vaccini sì/vaccini no"

Egregio Presidente Sergio Mattarella,
premesso che:
  • gli scriventi NON sono contrari in linea di principio alla profilassi vaccinica, ma ricordano che questa, come tutte le pratiche mediche, ha non solo i suoi pro e i suoi contro da valutare clinicamente caso per caso, ma anche e soprattutto i suoi protocolli di sicurezza da rispettare;
  • viceversa, contestiamo la specifica politica vaccinatoria annunciata dal Decreto Lorenzin, perché infondata scientificamente nelle modalità imposte ed estremamente pericolosa per la salute dei bambini (per i motivi sotto illustrati).               
In particolare si contesta:

  • l’obbligatorietà vaccinale, che oltre a ledere il diritto alla libertà di scelta terapeutica, tende ad essere indiscriminata e a prescindere dalla familiarità (magari con pregresse reazioni avverse a vaccini e a farmaci o comunque con predisposizione allergica) dei giovanissimi soggetti coinvolti. Tanto più che, anche se l’obbligatorietà fosse accompagnata da esenzioni per certe specifiche condizioni cliniche o patologie, sarebbe impossibile prevedere tutti gli altri innumerevoli quadri fisiologici che potrebbero sconsigliare certe o tutte le vaccinazioni previste; senza considerare le remore a certificare tali situazioni dissuasive da parte  dei pediatri, soggetti ad un pesante clima intimidatorio e a inique radiazioni dall’albo professionale,  come avvenuto di recente contro i Dottori Gava e Miedico; medici stimati che, pur non essendo ideologicamente contrari alla profilassi vaccinale, hanno espresso delle riserve sull’impatto iatrogeno che potrebbero avere le variabili indicate  alle lettere successive;  come  numero di vaccinazioni, vaccini polivalenti, tempi di prima vaccinazione (specie per i nati pretermine, per i quali dovrebbe essere considerata la reale età biologica-gestazionale e non quella del parto), calendari vaccinali troppo intensi, contaminazione improprie dei vaccini e tossicità di certi adiuvanti, ecc.;
  • l’elevatissimo numero di vaccini che s’intende imporre per legge, che non trova riscontro in alcun Paese avanzato dell’Europa occidentale;
  • l’uso di vaccini polivalenti (de facto esavalente) che obbliga a far subire al neonato una “bomba immunitaria”, con l’aggiunta perfino di due vaccini non obbligatori (Haemophilus Influenzae, epatite B - da ricordare la condanna di De Lorenzo per tangenti -);
  • il calendario vaccinale già oggi molto precoce, che concentra la bomba immunitaria in fase neonatale e nella primissima infanzia, allorché il sistema immunitario, l’immatura barriera emato-encefalica ed in generale la fragile omeostasi biologica e dell’equilibrio ossido-riduttivo del bambino, non sono ancora in grado di sopportare pesanti ingiurie antigeniche, virus o batteri attenuati, dosi cumulative di metalli e conseguente stress immunitario e infiammatorio;
  • i mancati o insufficienti controlli, o la sottovalutazione,  di impurità di sostanze,  nano particelle e adiuvanti tecnici pericolosi (vedi punto 2) presenti in molti vaccini, che metterebbero a repentaglio la salute e l’integrità psicofisica dei bambini (vedi punti 4 e 5) sottoposti a vaccinazioni multiple obbligatorie.   

Ricordando inoltre che la LIBERTÀ DI SCELTA TERAPEUTICA è un sacro principio di civiltà garantito dalla Costituzione, dalla Carta dei diritti Fondamentali dell’Unione, dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Uomo, dalla Carta Europea dei Diritti del Malato, dalla Convenzione di Oviedo -Consiglio d’Europa- (vedi appendice), le Associazioni firmatarie Vi espongono delle ragionevoli e fondate argomentazioni di merito contro lo specifico decreto della Ministra Lorenzin (non contro le vaccinazioni in sé, come strumentalmente si vorrebbe far credere) e per le seguenti ragioni

le chiediamo di
NON FIRMARE L’INIQUO DECRETO LEGGE:

  1. assenza di  evidenze scientifiche ed epidemiologiche sulla necessità cogente di eccessive vaccinazioni obbligatorie e con un calendario vaccinale troppo precoce
  2. sottovalutazione dei problemi di sicurezza posti da tutti i vaccini
  3. gravi e documentate reazioni avverse agli attuali vaccini in commercio
  4. la dinamica storica dell’insorgenza dell’autismo, orienta verso una origine “non genetica", da ricercare quindi a livello ambientale e di pratiche vaccinatorie. I dati ufficiali del CDC sulla prevalenza di autismo e disturbi neuro-psichici negli USA prospettano un vero e proprio genocidio in atto!
  5. negli USA (e non solo)  l’allarme vaccini era noto almeno dal 2011 ai più alti livelli scientifici e istituzionali… e in Italia?
  6. nel triennio 2014-2016 in Italia sono state segnalate (sottostimate) più di 20.000 casi di reazioni avverse ai vaccini (dati osmed-aifa)
  7. alcuni studi scientifici mostrano che i vaccinati si ammalano di più!
  8. il decreto lorenzin presentato al consiglio dei ministri è privo dei dati sulle reazioni avverse
  9. non c’è unanimità nel mondo scientifico sulle politiche vaccinali e la sicurezza degli attuali vaccini
  10. il “sistema farmaceutico” mondiale non è affidabile sotto il profilo dell'obiettività scientifica: è stato coinvolto in numerosi e ripetuti episodi di corruzione e di manipolazione di dati sensibili, dimostrando più volte che il suo specifico interesse è il profitto anche a scapito della salute pubblica. Pertanto è infondata la pretesa autorevolezza e attendibilità scientifica “a priori” delle tesi a sostegno delle politiche iper-vaccinali.
Firmato
GRUPPI RICERCA ECOLOGICA
EUROPEAN CONSUMERS
SENSIBILITA' CHIMICA MULTIPLA - COMITATO VENETO
AURET - AUTISMO RICERCA E TERAPIE