Da lunga data le due specie sono vittima di persecuzioni perpetrate dall’uomo allo scopo di proteggere il bestiame domestico e, inoltre, soffrono della perdita di habitat e del disturbo antropico, incluso quello legato alle battute di caccia al cinghiale: M49, ad esempio, è finito nel mirino delle istituzioni a seguito di numerosi attacchi ai danni degli allevamenti e degli alpeggi nell’area del Brenta.
Le persecuzioni, attuate in maniera diretta e con l’uso del veleno, hanno fatto scomparire queste specie da buona parte dell’Europa: l’orso è rimasto confinato in piccole aree dell’Europa settentrionale ed orientale mentre nell’Europa centrale ed occidentale è sopravvissuto soltanto in Spagna ed in Italia con un numero limitato di individui (circa 100 nel paese iberico e 60-70 nella penisola italiana); il lupo è scampato all’estinzione nell’Europa sud occidentale solo in Italia e nella Penisola iberica.
L’orso ed il lupo sono specie incluse nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e della fauna e della flora selvatica; figurano, inoltre, nell’Allegato II (che elenca le specie rigorosamente protette) della Convenzione di Berna, sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa.
Purtroppo spesso si parla di lupi ed orsi esclusivamente quando, spesso alla ricerca di cibo (o, nel caso dei lupi, entrati in dispersione: la via primaria utilizzata per colonizzare nuove aree disponibili e per mantenere uno scambio genetico all'interno della popolazione), si addentrano negli abitati o predino bestiame domestico (soprattutto ungulati). Il territorio montano con le sue bellezze e le sue asperità appartiene da millenni alle persone e agli animali selvatici che lo popolano e la condivisione degli stessi territori non è mai stata priva di conflitti.
Oggigiorno bisogna puntare alla convivenza, prevenendo i danni attraverso l'adozione delle strategie di difesa ritenute più opportune caso per caso in rapporto alla tipologia di conduzione e al rischio di predazione: nel caso dei lupi, ad esempio, si ottengono ottimi risultati con i cani da protezione e le recinzioni elettrificate, ma si stanno sperimentando anche altre strategie, ovvero i c.d. fladry e i dissuasori acustici. Naturalmente i plantigradi, invece, temono l'uomo e se ne tengono a distanza nè si ha notizia di attacchi da parte di orsi marsicani: i danni causati dagli orsi sono generalmente alla zootecnia, incluso il settore apistico, e sono comunque di valore contenuto. Per giunta nel Lazio, a causa dell'esiguità del numero di esemplari presenti nell'Appennino Centrale, i casi di danni sono pressochè rari.
[1] progetto LIFE Natura PLUTO
[2] Il lupo nel Lazio: una convivenza possibile - Direzione Capitale naturale, parchi e aree protette della Regione Lazio - gennaio 2019
[3] L'Orso bruno marsicano: presente nell'Appennino Centrale, Lazio compreso - Direzione Capitale naturale, parchi e aree protette della Regione Lazio - settembre 2018