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giovedì 23 aprile 2020

5 domande insidiose a... Francesco Figliomeni

Francesco Figliomeni
Vice Presidente
dell'Assemblea Capitolina
A poco più di un anno dalla fine del mandato della Sindaca Raggi, torna il nostro appuntamento con gli amministratori di Roma Capitale.

Questa volta, le 5 domande insidiose sull'ambiente le rivolgiamo all'avvocato Francesco Figliomeni (Fratelli d'Italia), vicepresidente dell'Assemblea capitolina e componente della commissione Politiche sociali. Ma in passato l'avvocato Figliomeni ha già rivestito nel VII Municipio della Capitale la carica di Presidente della Commissione Trasparenza per poi ricoprire nel 2012, il ruolo di Assessore alle Politiche Sociali e del Lavoro del Comune di Civitavecchia. 

Sidernese di origini, da oltre trenta anni vive a Roma dove, grazie al suo impegno politico e sociale, ha imparato a conoscere le mille difficoltà che vive questa metropoli e i cittadini che popolano i diversi quartieri della Città Eterna. Perché come ci tiene a sottolineare: “Non puoi occuparti di una città ferita e oltraggiata come Roma se non vivi da vicino, e in maniera viscerale, le sue complesse dinamiche quotidiane”.


D. - Da quando è iniziata l'emergenza, il Governo ha attuato misure restrittive in tutto il paese: i livelli di smog sembrano essersi attenuati ed anche a Roma è stata evidenziata una riduzione del biossido di azoto, un inquinante legato principalmente agli scarichi degli autoveicoli. Tuttavia, come anche l'Arpa Lazio ha confermato, i valori di Pm10, di Pm2,5 e di anidride solforica (legati più al riscaldamento domestico ed alle attività industriali) non sembrano aver subito riduzioni, ed anzi in alcuni giorni sono stati in aumento. Quale insegnamento trae, da Amministratore, rispetto al modello di Capitale che immaginereste di poter realizzare?

R. - Indubbiamente gli abitanti delle città italiane sono esposti ogni giorno ad eccessivi livelli di inquinamento atmosferico, con conseguenze negative per la loro salute. Ritengo che il sistema di monitoraggio dell’inquinamento convenzionale, con sensori distanti miglia l’uno dall'altro lasci grandi lacune nei dati, sarebbe quindi auspicabile utilizzare informazioni più dettagliate per quartieri, in modo da intervenire con soluzioni locali su misura. Anche le targhe alterne sono un provvedimento non sufficiente e sarebbe opportuno promuovere modelli di mobilità alternativi, investendo maggiormente sui mezzi pubblici e potenziando le piste ciclabili, creando di concerto maggiori aree verdi che possono rappresentare una risposta importante alla qualità dell’aria. Molti cittadini sono ancora costretti ad utilizzare il mezzo privato, la cui proprietà peraltro comporta costi molto alti, a causa di un pessimo servizio del trasporto pubblico con metro e bus sempre affollati e molto spesso non funzionanti e inaccessibili, ed anche in questi ultimi anni non c’è stata una decisa inversione di tendenza, fatto salvo provvedimenti spot come sta avvenendo, purtroppo, anche con l’emergenza coronavirus che comporterà un ulteriore peggioramento del servizio. Per incentivare un maggior utilizzo della bici, aspetto che comunque deve essere collegato a un deciso potenziamento del trasporto pubblico per consentire una mobilità accettabile specie alle persone anziane e con impedimenti lievi, sarebbe necessario provvedere alla costante manutenzione delle piste ciclabili esistenti visto che alcune si trovano in condizioni veramente indegne per un paese moderno e, soprattutto, occorre realizzarle in luoghi idonei e non pericolosi per l’utenza, come purtroppo è avvenuto anche nel recente passato.

D. - Non si può affermare con certezza che vi sia un legame tra corovanirus e climate change, ma secondo numerosi scienziati potrebbe esserci un'interconnessione tra inquinamento e diffusione della pandemia da Covid-19. A Roma la situazione nel quadrante est è da anni particolarmente critica, sia per i roghi tossici sia per le attività industriali: la crisi che stiamo vivendo sarà da stimolo verso scelte maggiormente sostenibili?  

R. - Non sono un medico e quindi non mi avventuro su affermazioni in merito ad una relazione tra Coronavirus e climate change, ma rimango sempre dell’idea che la formazione nelle scuole di giovani responsabili e sensibili alle questioni ambientali sia fondamentale per migliorare il nostro quotidiano. Credo che questo periodo di emergenza sia in grado di insegnarci che dobbiamo avere maggiore cura del nostro pianeta. Quanto all'emergenza ambientale nel quadrante Roma est, che ha il più alto tasso di incidenza tumorale della Capitale, è necessario che intervengano immediatamente tutte le Istituzioni competenti, ossia Ministero dell’Ambiente, regione Lazio, Roma Capitale e Municipi. Le diffuse discariche abusive mettono a repentaglio la vita dei cittadini dell’area, vessati ogni giorno da un problema diverso, che siano dismesse e mai bonificate, e connesse a queste sono gli sversamenti di alcune attività industriali. Poi c’è lo scempio dei roghi tossici provenienti dai campi rom, che seppur diminuiti grazie all'intervento di Esercito e Polizia Locale come da nostre insistenti richieste, ancora avvengono in diversi quartieri della Capitale e sono un danno per l’ambiente e per la salute delle persone, a cui occorrerà far fronte con controlli capillari delle Forze dell’Ordine e conseguenti azioni repressive per chi si macchia di questo crimine. È anche un problema di ordine pubblico che naturalmente ha gravi ripercussioni sulla questione ambientale di tale area. 

D. - ...e poi c'è il Parco Archeologico di Centocelle, i 120 ettari di verde in parte utilizzato dai militari e in (gran parte) terra di nessuno, con la criticità degli autodemolitori (problema che va risolto in maniera sostenibile e non semplicemente spostato in danno di altri romani) e della bonifica del sottosuolo dopo lo sgombero dei campi Casilino 700 e 900: una criticità che da quasi vent'anni ha attraversato tutte le amministrazioni senza trovare soluzioni definitive...

R. - Il Parco Archeologico di Centocelle è per me una nota dolente sin da quando ero Consigliere municipale, sempre all'opposizione delle giunte di sinistra del Municipio che ho sempre avversato con atti concreti per cercare di tutelare i cittadini soprattutto sul tema ambientale. Mi batto da tanti anni come amministratore per trovare una soluzione che possa rendere questo parco alla libera fruizione della cittadinanza. È una situazione molto grave dal punto di vista ambientale e sanitario quella relativa alle decine di tonnellate di rifiuti depositate dentro il parco e intorno al cosiddetto “canale Mussolini”. La notte del 31 dicembre 2016 l’incendio dell’immondizia sotterrata creò nel parco un “effetto terra dei fuochi” che portò il Sindaco Raggi a firmare, il successivo 10 febbraio, un’ordinanza urgente con cui si disponeva la bonifica completa dell’intera area entro poche settimane. Ma, ad oggi il terreno è stato solo smassato e i rifiuti sono ancora lì. L’altra situazione che aspetta, ormai da tempo, una soluzione definitiva riguarda la delocalizzazione degli autodemolitori presenti nel Parco. Alcuni sono lì senza nessuna autorizzazione mentre quelli regolari sono in attesa che l’Amministrazione predisponga un’attività di ricognizione finalizzata a individuare delle aree idonee per questo tipo di attività e che tali aree siano comunicate alla Regione Lazio per gli atti conseguenti. Un continuo rimbalzo di competenze ed intanto nulla di concreto è stato fatto in questi tre anni. Ho presentato tantissimi Ordini del Giorno sui diversi aspetti ed ovviamente anche sul tema della tutela dell’ambiente, in gran parte approvati dall’Assemblea Capitolina che per brevità non cito ma che sono tutti conosciuti dalle Associazioni e Comitati che ringrazio tantissimo perché da anni si battono per migliorare questa vasta area verde, importante anche per i tanti tesori dal punto di vista archeologico. Dopo esposti alla Procura, accessi agli atti, interrogazioni, mozioni, richieste di commissioni e di un Consiglio Comunale straordinario, ad oggi le giunte grilline continuano con gli slogan e dopo quattro anni non sono ancora riuscite a fare nulla se non attaccare l’opposizione per cercare di distogliere l’attenzione dalle loro gravissime responsabilità.

D. - Il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha lanciato la sfida della campagna #ricicloincasa (a cui ha aderito anche la nostra associazione), provando a cogliere l'occasione del restare a casa per provare a cambiare atteggiamento verso i consumi e superare la logica dell'usa e getta. Ma i romani hanno notato che in questo periodo la città è particolarmente pulita e la raccolta dei rifiuti estremamente efficiente. Come è stato possibile questo cambio di rotta? E cosa ci attende sul versante rifiuti, una volta terminata l'emergenza? 

R. - Da anni, anche con l’Associazione Planet Onlus, che ho fondato quasi vent'anni fa, e grazie
all'aiuto dei tanti volontari, oltre all'aspetto sociale ci occupiamo anche di sostenibilità ambientale. Per esempio, quasi quindici anni fa promossi una imponente campagna di raccolta di tappi delle bottiglie di plastica per riciclarli, raccogliere fondi e salvaguardare l’ambiente, iniziativa portata avanti per tantissimi anni; recentemente, poi, in più occasioni ed anche durante un convegno sul tema del riciclo dei rifiuti, abbiamo distribuito gratuitamente tantissime borracce in alluminio per contribuire ad eliminare la plastica. Per quanto riguarda la diminuzione dei rifiuti per le strade cittadine di queste settimane, va sottolineato che va di pari passo con l’emergenza sanitaria che ha chiuso tutte le attività commerciali, lasciando le persone in casa e non certo per un cambio di rotta dell’Amministrazione capitolina, che ad oggi ci risulta aver fatto soltanto alcune sporadiche sanificazioni delle strade. La pessima gestione dello smaltimento dei rifiuti nella Capitale, ad opera dell’Amministrazione guidata dal M5S, presenta ritardi strutturali nella gestione, con la scarsissima se non mancanza assoluta di manutenzione dei due Tmb e con le attività di smaltimento che proliferano nell'illegalità che determinano la crescita di discariche abusive nei municipi. Spero che questa situazione possa migliorare dopo la pandemia, ma non ne sono troppo sicuro in quanto ci vorrebbero decisioni importanti con una strategia di programmazione e sinergie tra i diversi livelli istituzionali che questa Giunta 5 Stelle non sembra avere nel proprio DNA.

D. - Manca poco più di un anno alla fine della sindacatura di Virginia Raggi: a suo avviso, da un punto di vista ambientale quali sono i principali risultati raggiunti (sia a livello di Campidoglio che municipali) e quali i rammarichi e le criticità rimaste irrisolte?

R. - Il bilancio dell’Amministrazione Raggi è negativo, infatti tutti i problemi sono rimasti irrisolti. Per rimanere nello specifico dei temi ambientali basta vedere la pessima gestione del verde, con una manutenzione dei parchi, ville e giardini quasi del tutto inesistente ed alberi e rami che, in assenza di potature e manutenzione, creano preoccupazione nei cittadini in quanto continuamente si schiantano al suolo alla prima folata di vento. Basti pensare che ad esempio, nel V municipio, invece di concentrarsi sulle priorità che vedono le carreggiate stradali invase dalle erbacce che ne riducono la larghezza, sono state sprecate preziose risorse con interventi spot quali la piantumazione di rosmarino o di fiori che, in assenza di cura e manutenzione, sono da considerarsi esperimenti falliti e comunque, non assolutamente prioritari rispetto allo stato pietoso in cui si trovano i nostri quartieri. La gestione dei rifiuti, poi è una nota dolente, con le strade cittadine e i cassonetti sempre traboccanti di immondizia non rimossa, spesso anche vicino a luoghi sensibili quali scuole ed ospedali, con problemi anche dal punto di vista igienico sanitario denunciati anche dai dirigenti scolastici e dai medici. Non possiamo, infine, dimenticare la gestione catastrofica delle alluvioni cittadine, un vero disastro, nonostante il nostro massiccio impegno che, grazie ad interlocuzioni continue con importanti esponenti dell’ambientalismo, ha portato a numerose proposte sulla tematica del dissesto idrogeologico che necessiterebbe di cospicui investimenti ed assunzione di ulteriori geologi per interventi in questo settore, anche in considerazione della conformazione del territorio che, specie nel quadrante Roma sud – est, presenta moltissime cavità e criticità.