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domenica 24 maggio 2020

Promuovere il turismo lento e l'accoglienza lungo la Francigena

Nella giornata europea dei Parchi, 
dai GRE LAZIO un appello agli enti gestore delle aree protette attraversate dalla via Francigena:

Alla c.a. 
  • Comune di Acquapendente in qualità di Ente gestore della Riserva Naturale di Monte Rufeno e del Monumento Naturale Bosco del Sasseto
  • Comune di Capranica in qualità di gestore del Monumento Naturale Valloni della via Francigena
  • Ente Monti Cimini - Riserva Naturale Lago di Vico
  • Parco Naturale Regionale dell'Antichissima Città di Sutri
  • Parco Naturale Regionale di Bracciano – Martignano
  • Ente di gestione del Parco naturale regionale Valle del Treja
  • Ente regionale Parco di Veio
  • Ente regionale RomaNatura
  • Parco regionale dell’Appia Antica
  • Ente Parco dei Castelli Romani
  • Comuni di Artena e Cori in qualità di gestori del
  • Monumento naturale del Lago di Giulianello
  • Fondazione Torrecchia Vecchia
  • Compagnia dei Lepini
  • Ente Parco naturale regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi
  • Ente Parco naturale dei Monti Aurunci
  • Ente Parco regionale Riviera di Ulisse
  • Regione Lazio - Direzione Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette
  • Provincia di Viterbo
  • Città metropolitana di Roma Capitale
  • Provincia di Latina
  • Cammino Naturale dei Parchi
  • Associazione Europea delle Vie Francigene - AEVF

Roma, 24.05.2020

Oggetto: appello per favorire il “turismo lento” e l’accoglienza lungo la Via Francigena regolarizzando il bivacco nelle aree protette

Spett.le Ente Gestore,
ad oggi la normativa nazionale per poter piantare una tenda e passare la notte sotto le stelle è estremamente confusa e, in base al D. Lgs. 31/3/1998 n. 112, sono le Regioni a potersene occupare direttamente o delegando la regolamentazione ai Comuni e ai Parchi.
Sebbene in molti regolamenti sia esplicitamente vietato il campeggio, non è ben chiaro se in questo divieto sia compreso anche il bivacco.
Ma cosa distingue il bivacco dal campeggio? Il bivacco prevede di piantare una tenda/riparo esclusivamente dal tramonto all’alba: questo perché un riparo costituisce, il più delle volte, un fattore fondamentale per la sopravvivenza.
Una ricerca effettuata da smokymountains.com su centinaia di sopravvissuti in seguito allo loro scomparsa tra le montagne e i boschi del Nord America, evidenzia che nel 10% dei casi la principale fonte di calore e di aiuto per garantirne sopravvivenza in attesa dei soccorsi sia stata un riparo notturno. Seppur il 10% possa sembrare una piccola percentuale, in valore assoluto si coglie l’importanza del fenomeno.
QUESTO È IL MOMENTO PER REGOLARIZZARE IL BIVACCO
Ancor più in questo eccezionale momento storico in cui viene chiesto di limitare il contatto con un impatto significativo che ricadrà su molte strutture ricettive (immaginate le camerate di ostelli e rifugi), una soluzione per gli amanti della natura, dei trekking e dei cammini, potrebbe essere proprio quella di vivere la loro esperienza pernottando in tenda.
Ci potrebbe esser obiettato che a lungo termine questo potrebbe causare un maggior danno per le strutture già presenti. Noi non crediamo che ciò sia possibile: i pellegrini, i camminatori e gli escursionisti legati alla vita di ostelli e rifugi sono comunque tantissimi e rendere possibile anche il bivacco potrebbe attirare nuovi viaggiatori addirittura incrementando le opportunità per le strutture ricettive di offrire servizi come colazioni, pranzi, cene o la tradizionale birra a fine escursione prima di crogiolarsi in tenda. Esattamente come già accade nei Paesi Scandinavi o in Scozia.
Proprio per questo la concessione del bivacco in particolare nelle aree protette attraversate dalla via Francigena potrebbe consentire alle strutture di diversificare le proprie attività colmando la minore ricettività erogabile a causa del distanziamento sociale con un maggior volume di lavoro nella ristorazione.
I GRE per un rilancio del “turismo lento” e dell’accoglienza!

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