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martedì 19 maggio 2020

Strategia nazionale forestale, le prime criticità

A seguito del proficuo confronto avvenuto in videocall nella giornata di ieri con la responsabile della Direzione generale dell'economia montana e delle foreste del Mipaaf, la dott.ssa Alessandra Stefani, sono già emerse alcune criticità in vista della consultazione pubblica per la predisposizione della Strategia Forestale Nazionale per il settore forestale e le sue filiere (SFN), prevista all'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2018, n.34.

La proposta di SFN, prima di intraprendere il processo istituzionale di approvazione, infatti deve essere  presentata a consultazione pubblica on line per 40 giorni. Il documento sottoposto a questo primo processo di consultazione, è frutto del lavoro tecnico svolto da parte di un gruppo di lavoro interistituzionale e interdisciplinare nominato dal Mipaaf e coordinato dalla Direzione generale dell'economia montana e delle foreste, composto da rappresentanti delle amministrazioni nazionali e regionali competenti, della società civile, del mondo della ricerca e della conoscenza.

L'intento del documento, secondo quanto dichiarato dalla dott.ssa Stefani, è la ricerca di equilibrio tra gli stakeholders che si relazionano nell'ambito del patrimonio forestale, che ha raggiunto una superficie di un terzo del territorio nazionale il 28% del quale è già sottoposto a tutela a diverso titolo: tuttavia, tra questi stakeholders non sono state incluse nè le associazioni di protezione ambientale nè le professioni tecniche, di fatti privando il lavoro di una prospettava indispensabile per evitare squilibri. 

Inoltre è emerso quello che è il vero anello debole della strategia forestale, ovvero l'inventario forestale che al momento non va oltre il 15% della superficie assestata, in quanto soprattutto le Regioni e l'Istat non lo alimenterebbero con i dati di propria competenza. La mancanza di una base di dati affidabile, pertanto, mina l'affidabilità della pianificazione.

Premesso che la SNF non si applica alla gestione forestale nelle aree protette, perplessità sono inoltre emerse in merito alla gerarchia dei vari strumenti di pianificazione: come si colloca, infatti, la SNF rispetto ai piani di assetto delle autorità di bacino? E rispetto ai piani paesistici delle Regioni o dei piani di assetto dei parchi e delle misure di salvaguardia?

Ulteriori criticità sono inoltre rappresentate dal rapporto tra SNF e, ad esempio, i fondi europei utilizzati per la pioppicoltura, che ha portato gravi danni perché impiantata in aree naturali boscate, in zone umide, zone umide, ZPS.

...e non siamo ancora entrati nel merito del documento.