Horizontal Popup Menù with Images
consigli e idee dalla rete news dalle Istituzioni aree protette energie in circolo

mercoledì 6 novembre 2019

I 20 organismi nocivi individuati dall'UE, alcuni dei quali già arrivati nel Lazio

Aromia bungii o cerambicide delle drupacee
La Commissione ha pubblicato un elenco di 20 organismi nocivi da quarantena regolamentati, considerati organismi nocivi prioritari, che hanno il più grave impatto economico, ambientale e sociale sul territorio dell'UE. Gli Stati membri dovranno avviare campagne di informazione presso il pubblico, effettuare indagini annuali e predisporre piani di emergenza, esercizi di simulazione e piani d'azione per l'eradicazione di tali organismi nocivi.


L'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2016/2031 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante conferisce alla Commissione il potere di adottare atti delegati al fine di integrare tale regolamento stabilendo un elenco degli organismi nocivi prioritari. L'atto delegato è stato adottato dalla Commissione il 1º agosto 2019. Il Consiglio e il Parlamento non hanno sollevato obiezioni durante il successivo periodo di esame di 2 mesi. Il regolamento è pertanto pubblicato e può entrare in vigore a decorrere dal 14 dicembre prossimo. 

Per proteggere efficacemente la biodiversità europea, gli ecosistemi naturali e l'agricoltura dell'UE, e quindi anche la qualità di vita dei cittadini, è necessario innanzitutto arrestare l'impatto negativo sull'economia, sull'ambiente e sulla società degli organismi nocivi. Grazie a un nuovo indicatore messo a punto dal Centro comune di ricerca e dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare, è ora possibile di stimare i danni causati a vari livelli da questi organismi nocivi, anche per quanto riguarda aspetti meno tangibili quali il patrimonio paesaggistico e culturale, la biodiversità e gli ecosistemi. 

Sono così stati individuati individuare i 20 organismi più pericolosi su cui concentrare gli sforzi, tenendo conto anche della probabilità di diffusione e di insediamento e delle conseguenze di tali organismi nocivi per l'Unione.

Ma quali sono gli organismi nocivi prioritari individuati? E quali potrebbero essere di interesse del Lazio?
  • Agrilus anxius Gory: la trivellatrice bronzea della betulla è uno scarabeo del legno originario del Nord America, più numeroso nelle parti più calde del continente e raro nel nord. È un parassita che aggredisce gli alberi di betulla, spesso uccidendoli
  • Agrilus planipennis Fairmaire: il trivellatore di cenere di smeraldo è un buprestide verde originario dell'Asia nord-orientale. Le femmine depongono le uova nelle fessure della corteccia sugli alberi di frassino. Nel suo habitat originario, si trova in genere a bassa densità e non provoca danni significativi, ma al di fuori (Europa e del Nord America) risulta essere una specie invasiva altamente distruttiva per i frassini.
  • Anastrepha ludens (Loew): la mosca della frutta messicana è una specie di mosca del genere Anastrepha della famiglia tephritidae che colpisce la frutta caraibica: diffusa in America centrale, non è ancora giunta in Europa.
  • Anoplophora chinensis (Thomson): il tarlo asiatico ( da non confondere con la specie cogenere tarlo asiatico del fusto - Anoplophora glabripennis) è un coleottero cerambicide originario di  Cina, Corea, Malesia e Vietnam ma protagonista di numerosi eventi migratori con l'intensificarsi degli scambi commerciali intercontinentali (spostamento di vegetali sensibili infestati come giovani piante destinate alla piantagione che bonsai, sia legname ricavato dalle stesse) e che nel 2008 è stato rinvenuto per la prima volta nel Lazio in un circoscritto focolaio di infestazione nel parco comunale di Via Porta S. Sebastiano a Roma. Questi polifagi si nutrono a spese di numerosi alberi da frutto e da legno, boschi di latifoglie e piante ornamentali: la presenza di gallerie di alimentazione nelle branche principali compromette la stabilità statica dei palchi, mentre quelle scavate in prossimità del colletto provocano danni sulla stabilità generale della pianta; l’alberatura colpita presenta ingiallimento precoce delle foglie, debolezza generalizzata e crescita rallentata.
  • Anoplophora glabripennis (Motschulsky): è il tarlo asiatico del fusto, che qualora dovesse diffondersi in tutta l'UE comporterebbe una perdita diretta di oltre il 5% delle scorte complessive di legname in piedi di diverse specie arboree forestali dell'UE (quali ontano, frassino, faggio, betulla, olmo, acero o platano) il cui valore è pari a 24 miliardi di € e l'impatto economico sul settore forestale a monte potrebbe raggiungere i 50 miliardi di €;
  • Anthonomus eugenii Cano: il punteruolo del peperone è un piccolo coleottero (Curculionidae, Curculioninae, Anthonomini), originario del Messico, che si è diffuso in quasi tutta l'America Centrale, nei Caraibi e negli Stati Uniti del sud, dalla Florida alla California. In Europa è segnalato dal 2012 e nel 2013 è stato ritrovato nel territorio laziale, nella piana di Fondi in provincia di Latina, zona caratterizzata da una orticoltura intensiva in serra e pieno campo: le colture infestate erano il peperone dolce e quello piccante, verso quest'ultimo l'insetto sembrava avere maggiori preferenze. Negli anni 2017 e 2018 le rilevazioni hanno dato tutte esito negativo. La Regione Lazio ha quindi emesso un atto di avvenuta "eradicazione" dell'organismo nocivo.
  • Aromia bungii (Faldermann): è un coleottero originario della Corea e della Cina, in Italia conosciuto con il nome comune di "cerambicide delle Drupacee". Le principali piante ospiti sono: il genere Prunus (in particolare Prunus armeniaca - albicocco - e Prunus domestica - susino), Azadirachta indica, Bambusa textilis, Diospyros virginiana (stesso genere del cachi), Olea europea (olivo), Populus alba (pioppo bianco), Pterocarya stenoptera (stessa famiglia del noce), Punica granatum (melograno), Schima superba (Theaceae).
  • Bactericera cockerelli (Sulc.) : è una psilla diffusa in America centro - settentrionale e in Oceania, rinvenuta sulla Solanacee (sopratutto patate e pomodori). Causa una sindrome chiamata malattia gialla psillidea ed è spesso associata a Candidatus Liberibacter
  • Bactrocera dorsalis (Hendel): è una mosca della frutta invasiva originaria dell’Asia tropicale e internazionalmente conosciuto come “mosca orientale della frutta”, già intercettata - in Europa - in due frutteti nelle province di Napoli e Salerno: il danno, tipico delle mosche della frutta, è causato dalle larve che si sviluppano in modo gregario nei frutti attaccati, nutrendosi del mesocarpo e provocando il disfacimento dei tessuti e/o la cascola anticipata. E' un dittero estremamente polifago, potendo attaccare i frutti di oltre 470 piante ospiti incluse colture arboree ed erbacee comunemente presenti sul nostro territorio: Citrus sp., Malus sp., Prunus sp., Diospyros sp., Vitis sp., Pyrus sp., diverse solanacee (in particolare pomodoro) e cucurbitacee (tra cui cocomero, cetriolo e zucca). L’azione di B. dorsalis potrebbe avere un grosso impatto economico negativo sul settore ortofrutticolo italiano sia per i danni diretti alle colture interessate, sia per le misure da quarantena internazionali che potrebbero bloccare l’esportazione dei nostri prodotti a livello mondiale.
  • Bactrocera zonata (Saunders): è la mosca della pesca, originaria del sud e sud-est asiatico, dove attacca un'ampia varietà di frutti di bosco, ad es. pesca, guava e mango e quindi è comunemente noto come Peach Fruit Fly. Arrivata in Medio Oriente, potrebbe presto giungere in Italia.
  • Bursaphelenchus xylophilus (Steiner et Bührer) Nickle et al.: è un nematode del legno delle conifere, in modo particolare al genere Pinus (in Italia le specie suscettibili al nematode sono Pinus pinaster, P. sylvestris, P. nigra austriaca, P. halepensis, P. mugo, P. strobus.), e ne causa il deperimento; in Europa è stato segnalato per la prima volta alla fine del 1999 in Portogallo, su P. pinaster;
  • Candidatus Liberibacter spp.: è un genere di batteri gram-negativi della famiglia delle Rhizobiaceae, agente causale della malattia di Huanglongbing o di inverdimento degli agrumi. Non è ancora stato rinvenuto in Europa.
  • Conotrachelus nenuphar (Herbst): lo scarabeo delle prugne, e si trova su mele, nettarine, prugne, ciliegie, pesche, albicocche, pere e mele cotogna, causando danni irreparabili ai raccolti facendo cadere prematuramente i frutti: è diffuso in America settentrionale e non ancora rinvenuto in Europa.
  • Dendrolimus sibiricus Tschetverikov: nota anche come falena di seta siberiana, è molto diffusa nelle foreste di conifere della Siberia, della Cina nordorientale, della Mongolia settentrionale e della Corea del Nord, ma negli ultimi anni è stato trovato nelle regioni centrali della parte europea della Russiae nelle foreste dell'Europa orientale
  • Phyllosticta citricarpa (McAlpine) Van der Aa: è l’agente della “macchia nera” degli agrumi, una malattia devastante che deprezza notevolmente le produzioni agrumicole rendendo invendibili i frutti attaccati, e ne riduce la produzione favorendo la cascola; questo patogeno non dovrebbe essere presente in Europa ma deve essere oggetto di particolare attenzione in quanto, in anni recenti, sono state segnalate numerose intercettazioni di materiale vegetale infetto alle frontiere (inclusi, nel 2019, frutti sintomatici provenienti dalla Tunisia);
  • Popillia japonica Newman: è un coleottero che appartiene alla famiglia degli scarabei altamente distruttivo per le piante ed i vegetali. Originaria del Giappone, in Italia non dovrebbe esistere ma dal 2014 vi è stata introdotta involontariamente dall’uomo attraverso i suoi spostamenti: la sua presenza è stata registrata in Lombardia e in Piemonte
  • Rhagoletis pomonella Walsh: il verme delle mele, noto anche come il verme della ferrovia, è una specie di mosca della frutta e un parassita di diversi tipi di frutti, principalmente mele. La larva è lo stadio del ciclo di vita di questo insetto che provoca l'effettivo danno al frutto: lo fa ammaccare, decadere e infine cadere prima della maturazione. E' diffuso in nord America e non è ancora giunto in Europa.
  • Spodoptera frugiperda (Smith): conosciuto come Lafigma o anche con il suo nome inglese Fall Armyworm (FAW), è un bruco che si nutre di mais e di un'ottantina di altre colture, tra cui riso, verdure, arachidi e cotone: potrebbe minacciare la sicurezza alimentare e il sostentamento di milioni di piccoli agricoltori in Africa e in Asia, e non è ancora giunto in Europa.
  • Thaumatotibia leucotreta (Meyrick): è un lepidottero estremamente polifago ospitato da Avocado (Persea americana), Citrus spp, Mais (Zea mays), Cotone (Gossypium spp), e Prunus spp, di cui danneggia irrimediabilmente i frutti; diffuso in Africa, non è ancora giunto in Europa.
  • Xylella fastidiosa (Wells et al.): è l'organismo nocivo che ha il maggiore impatto sulle colture agricole, frutti compresi, e che potrebbe causare perdite di produzione annuali pari a 5,5 miliardi di €, andando a colpire il 70% del valore della produzione UE degli olivi più vecchi (che hanno più di 30 anni) e il 35 % del valore di produzione delle piante più giovani nel caso in cui il batterio si diffondesse in tutta l'UE.