Horizontal Popup Menù with Images
consigli e idee dalla rete news dalle Istituzioni aree protette energie in circolo
Visualizzazione post con etichetta uccelli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta uccelli. Mostra tutti i post

lunedì 27 settembre 2021

GRE: bird watching nella riserva Tevere - Farfa

Splenda giornata di birdwatching dei GRE Lazio nella Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa, la prima area naturale protetta istituita dalla Regione Lazio nel lontano 1979 a seguito della realizzazione da parte dell’ENEL negli anni ’50 di uno sbarramento che creò una vasta area di terreni inondati, citata per la sua rilevanza internazionale nella Convenzione di Ramsar per la protezione delle aree umide.

I numerosi volontari che hanno partecipato hanno potuto osservare, in questo tratto in cui il fiume Tevere scorre lentamente formando ampie anse e meandri al punto da essere stato soprannominato il “regno dell’acqua”, la ricca presenza d'uccelli di cui pullula l’habitat lacustre.

Oltre agli anatidi come il germano reale, l'alzavola, il fischione e la moretta, nella riserva è possibile osservare lo svasso maggiore, la folaga, il martin pescatore e rapaci come il falco di palude e il falco pescatore.

Il canneto, costituito prevalentemente dalla cannuccia e dalla tifa, è talvolta impreziosito dalla gialla fioritura dell'iris di palude mentre, sui terreni argillosi, troviamo la bardana e l'equiseto tra le radici di salici bianchi e rossi. È questo il regno di moltissimi uccelli come il cannareccione, la cannaiola, il porciglione, la gallinella d'acqua e la nutria, mammifero alloctono d'origine americana naturalizzatosi da alcuni decenni in molte zone umide italiane.

L’ultimo tratto di bosco ripariale dell'intero basso corso del Tevere ospita la garzetta, l'airone bianco maggiore e l'airone cenerino.

La riserva è distante poco più di 30 minuti da Roma, ed il mezzo migliore per raggiungerla è l’auto. Da Roma si possono usare alternativamente la Strada Provinciale Tiberina fino al km 28,100, dove si trova la località Meana (frazione di Nazzano), oppure l’autostrada A1 in direzione Firenze, uscita Fiano Romano, seguendo poi le indicazioni per Nazzano e Torrita Tiberina. Da Rieti, invece, bisognerà percorrere la via Salaria in direzione Roma, uscendo sulla Strada Statale 313 in località Passo Corese. In treno, la stazione più vicina è quella di Poggio Mirteto Scalo.


 

venerdì 27 novembre 2020

L'aviaria minaccia di nuovo la biodiversità in Europa

Da diversi mesi l'EFSA sollecitava i Paesi dell'UE a intensificare la sorveglianza e le misure di biosicurezza per prevenire possibili nuove epidemie di influenza aviaria quest’anno, a seguito di focolai di influenza ad alta patogenicità (HPAI) verificatisi tra gli uccelli selvatici e il pollame nella Russia occidentale e nel Kazakistan questa estate, esattamente lungo una rotta di migrazione autunnale degli uccelli acquatici diretti in Europa. 

Adesso il rischio che l'influenza aviaria si sposti a Paesi europei precedentemente non interessati da focolai è alto ed il virus si stia diffondendo rapidamente in tutto il continente: ad ottobre sono stati segnalati oltre 300 casi in Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. La maggior parte dei casi sono stati rinvenuti in uccelli selvatici, anche se ci sono stati alcuni focolai occasionali nel pollame che si teme possano con alta la probabilità diffondersi.

Distribuzione geografica dei rilevamenti di virus dell'influenza
aviaria ad alta patogenicità nell'UE  e nel Regno Unito
per categoria di uccelli colpiti, 19 novembre 2020 (n = 302)


Per fortuna finora non è stato segnalato alcun nuovo focolaio nell’uomo e il rischio di trasmissione al pubblico in genere resta molto basso. Tuttavia l'evoluzione di questi virus dev’essere monitorata attentamente per valutare il rischio concreto che emergano virus trasmissibili all'uomo.

I competenti enti nazionali sono stati pertanto esortati a continuare a esercitare opportuna sorveglianza sugli uccelli selvatici e sul pollame, e a mettere in atto misure di controllo per prevenire il contatto dell’uomo con uccelli infetti o morti. E' stato inoltre consigliato agli Stati membri di applicare nelle zone ad alto rischio le misure di attenuazione del rischio e di incremento della biosicurezza prescritte dalla Decisione di esecuzione (UE) 2018/1136 della Commissione.

Diffusione spaziale ipotetica del ceppo HPAI A (H5)
sulla base dei dati genetici attualmente disponibili



martedì 26 novembre 2019

Amilcare Troiano nuovo responsabile Parchi dei GRE

L'avv. Amilcare Troiano
Il Presidente nazionale dei GRE prof. Umberto Balistreri ha nominato Amilcare Troiano responsabile nazionale e referente dei Gruppi Ricerca Ecologica per le problematiche inerenti i Parchi e le riserve naturali.

L'avv. Troiano, nato a Napoli nel 1950, oltre ad un'intensissima vita forense, ha un'elevatissima professionalità nella gestione delle aree protette e tutela dell'ambiente.

Dal 2001 al 2006 è stato Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e, successivamente, Commissario Straordinario fino al 2008.

Dal 2009 il Ministro dell’Ambiente lo ha nominato Presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che è anche Ente Gestore delle Aree Marine Protette di S. Maria di Castellabate e Costa degli Infreschi e della Masseta. Grazie al suo impegno, nel 2011 il PNCVD è entrato a far parte della Rete Europea e Mondiale dei Geoparchi sotto l’egida dell’UNESCO e gli è stato conferito il Premio Internazionale “Un Bosco per Kyoto 2010” con la seguente motivazione: “Per aver operato nell’ambito territoriale del Parco del Cilento in maniera oculata e responsabile e per aver agito efficacemente, nel contesto della mitigazione climatica, promuovendo svariati e consistenti rimboschimenti nei comuni del Parco”.  

Nel 2010, inoltre, è stato nominato dal Presidente del Consiglio dei Ministri componente del Comitato Nazionale per la realizzazione del progetto di valorizzazione e per la gestione del fondo speciale previsto per la celebrazione del millenario dell’Abbazia della Santissima Trinità di Cava dé Tirreni.

Ricca anche la vita associativa: già Presidente della Compagnia dei Parchi S.C.R.L., Amilcare Troiano è componente del Consiglio Direttivo della Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali (Federparchi), della quale è stato anche componente della Giunta Esecutiva e Vicepresidente, nonché componente del Consiglio del COMITATO ITALIANO IUCN. Nel 2011 la Provincia di Salerno lo ha nominato componente della Commissione "Progetto di riqualificazione dei castelli e dei beni di pregio della Provincia".

Sua anche la sottoscrizione della “Dichiarazione di Chefchaouen” (insieme a Spagna, Grecia e Marocco) a sostegno della candidatura della Dieta Mediterranea che l’UNESCO ha decretato Patrimonio Immateriale dell’Umanità il 16 novembre 2010 a Nairobi (Kenya): impegno pubblicamente riconosciuto nel 2011 dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e, nel 2012, dal Presidente della Giunta Regionale della Campania che lo ha nominato componente dell’Osservatorio Regionale per la Dieta Mediterranea.


All'avvocato Troiano vanno i più sentiti auguri di buon lavoro dai Gruppi Ricerca Ecologica Lazio.

martedì 5 novembre 2019

Il Lago ex Snia - Viscosa è Monumento naturale!

Lago Sandro Pertini o exSnia (foto Gre Lazio)
L'unico lago naturale di Roma è Monumento naturale: lo ha deciso il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti il quale, con il proprio decreto del 9 ottobre 2019 n.17594, ha vincolato questo piccolo specchio d'acqua per tutelarne la conservazione, l'integrità e la sicurezza.

Ma, come? Non sapevate che Roma ha un proprio lago? Eggià, e sta da qualche decennio sotto i vostri occhi (dal 1992 per l'esattezza), nel Municipio V tra via Prenstina e via di Portonaccio, e seppur avrebbe come nome Lago Sandro Pertini, ai più è noto come Lago ex Snia - Viscosa e come GRE LAZIO ve lo abbiamo presentato il 14 giugno scorso: nel rimandarvi per l'intera storia al nostro articolo, ricordiamo solo che il bacino si formò accidentalmente nel 1992 in occasione di lavori di scavo che intercettarono la falda acquifera. E da allora è là, nonostante i tentativi della proprietà dell'area di "liberarsene".

L'area vincolata è estesa complessivamente 7,5 ettari: la Regione ne ha riconosciuto la funzione di potenziale corridoio ecologico tra la Riserva Naturale Valle dell'Aniene e il Parco dell'Appia Antica in funzione delle valenze vegetazionali (vi sono state censite circa 300 specie botaniche, 11 comunità vegetali, 3 habitat prioritari per l'Unione Europea) e faunistiche (62 specie di uccelli fra i quli tre di interesse comunitario).

In particolare l'area del lago presentata grande valenza naturalistica e elevate potenzialità di rinaturalizzazione spontanea e guidata: sono presenti la cannunccia palustre (Plantago lanceolata), la felce aquilina (Pteridium aquilinum), la inula viscosa (Inula viscosa), il geranio malvaccino (Geranium rotundifolium), il becco della Colomba (Geranium molle), l'orzo murino (Hordeum leporinum). Inoltre, nell'area industriale abbandonata e sulla scarpata ovest del laghetto si è formata una macchia di carattere mediterraneo dove sono presenti due fitocenosi prevalenti: una popolazione di pino d'Aleppo (Pinus halepensis) che cresce rigogliosa sui muri della fabbrica dismessa, mentre sulla sponda occidentale del lago si può osservare una comunità maggiormente mesofila dominata dall'alloro (Laurus nobilis), habitat prioritario 5230*.

All'interno dell'area sono presenti formazioni vegetali secondarie riferibili a habitat di interesse comunitario tipici degli ambienti rupestri, sebbe siano frammentari e occupini piccole superfici:
  • habitat 6110* - formazioni erbose rupicole o basfile dell'Alysso - Sedion albi. Sui piani in cemento della costruzione abbandonata a ovest del lago si rinvengono propolazioni di Peverina annuale (Cerastium semidacandrum) e il sedano spagnolo (Sedum hispanicum);
  • habitat 6220* - percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero - Brachypodietea. Sul pavimento della fabbrica è possibile trovare il trifoglio scabro (Trifolium scabrum) e la costolina annuale (Hypochoeris achyrophorus) riconducibili all'associazione Trifolio scabri - Hypochoerideutum achyrophori;
  • habitat 5230* - matorral arborescenti di Laurus nobilis. Intorno al lago è presente la fotocenosi, anche se in maniera frammentaria, caratterizzata dalle specie di alloro (Laurus nobilis) e di fico comune (Ficus carica);
  • habotat 9540 - pinete mediterranee di pini mesogini endemici. Sulle murature della fabbrica sono presenti popolazioni di pini d'Aleppo (Pinus halepnesis).
Nonostante la limitata estensione dell'area, inoltre, la comunità ornitica è ricca con più di 60 specie tra le quali: il pettirosso (Erithacus rubecula), il martin pescatore (Alcedo atthis) inserito nell'Allegato 1 della Direttiva Uccelli, il germano reale (Anas platyrhynchos) inserito nell'Allegato II/1, la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus) inserita nell'Allegato II/1, il cormorano (Phalacrocorax carbo) e il gheppio (Falco tinnunculus).

La gestione del monumento è affidata all'Ente Regionale Roma Natura, che dovrà anche promuovere e realizzare interventi educatici, di conservazione e di valorizzazione, anche garantendo un'ampia partecipazione della cittadinanza nella gestione dello stesso Monumento Naturale, al fine di favorire la corretta fruizione dell'area, assicurando che gli interventi di valorizzazione vengano progettati ed eseguiti tenendo conto delle risorse ambientali presenti.

FINALMENTE UNA STORIA A LIETO FINE!!!

giovedì 26 settembre 2019

Crisi lago di Bracciano, la Commissione Europea se ne lava le mani

Dopo oltre due anni dalla presentazione della nostra segnalazione, la Direzione Generale dell'Ambiente della Commissione Europea ha assunto una ponziopilatesta decisione: non decidere!

Secondo la nostra organizzazione, l'Ordinanza del 28 luglio 2017 della Direzione regionale risorse idriche, difesa del suolo e rifiuti della Regione Lazio, emendativa e sospensiva dell’ordinanza del 20 luglio 2017 (Reg. Uff.U.0375916) ad oggetto “R.D. n. 726 del 01.12.1895 (regime e polizia dei laghi pubblici)” e concernente la regolamentazione del livello idrometrico del Lago di Bracciano violava sia la DIRETTIVA n. 92/43/CEE DEL CONSIGLIO EUROPEO del 21 maggio 1992 concernente la Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, detta Direttiva "Habitat", sia la DIRETTIVA n.2009/147/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici, detta Direttiva “Uccelli”.

Il lago di Bracciano (SIC IT6030010, coperto al 35% dall'habitat 3150 e al 30% dall'habitat 3140, nonché ZPS IT6030085) era da mesi oggetto di una crisi idrica (tutt'ora in atto) in parte causata dall’approvvigionamento di acque per la città di Roma: il 23 luglio 2017 il livello idrometrico del lago segnava ben -164 cm rispetto alla soglia di sfioramento all’incile, la quale contraddistingue la linea di confine con il fiume Arrone, unico emissario drenante del lago: le rive si erano allungate per decine di metri, la flora ripariale a vegetazione macrofitica sommersa non esisteva praticamente più e la riproduzione delle tre famiglie di Ciprinidi che caratterizzano l'ittiofauna meritevole di protezione ai sensi della Direttiva Habitat (la rovella - Rutilus rubilio, il varione - Leuciscus souffia, ed il barbo italico - Barbus plebejus) era ormai a serio rischio, con enormi ricadute sulla biodiversità. 

Considerato che un ulteriore e progressivo abbassamento del livello idrometrico del lago di Bracciano, stante l’assenza di continua rigenerazione, avrebbe potuto determinare l’abbassamento delle capacità auto depurative, con progressivo deperimento della qualità delle acque del lago e conseguente danno irreversibile all’ecosistema lacustre, il 20 luglio 2017 la Regione Lazio aveva ordinato alla Acea ATO 2 S.p.a. (soggetto che opera la captazione di cui al DM n. 1170/1990) di azzerare ogni prelievo della risorsa idrica dal bacino del Lago di Bracciano, onde consentire il ripristino del livello naturale delle acque del lago e della loro qualità. Tuttavia il 28 luglio 2017 la Regione Lazio, con una nuova ordinanza, emendò e sospese il proprio provvedimento del 20 luglio 2017 senza che vi fosse stata né vi fosse in prospettiva alcuna modifica dei presupposti della stessa (né riduzione dell'evaporazione, né riduzione degli emungimenti abusivi, né riduzione della siccità), autorizzando il proseguo della captazione, seppur in misura ridotta, ma mettendo al rischio di danni irreparabili l'intero ecosistema lacustre protetto.

A seguito di tale nostra denuncia del 9 agosto 2017, protocollata con numero CHAP(2017)02539 - Italia, la Commissione ha ritenuto di non dover avviare un procedimento d’infrazione. Ciò però non in funzione del preannunciato esame secondo il pertinente diritto dell’Unione, ma - sostanzialmente - perchè "in considerazione dell'elevato numero di denunce ricevute ogni anno dalla Commissione in generale, e dalla DG Ambiente in particolare, la Commissione ha adottato un appoccio strategico (sic!), al fine di garantire che ogni procedura d'infrazione abbia il più ampio impatto possibile su obiettivi importanti di politica dell'UE, e che la risoluzione influenzi positivamente altri casi di cattiva applicazione del diritto dell'Unione. La Commissione ha pertanto deciso di avviare procedure di infrazione per singoli casi solo se sussistono elementi sufficienti per pensare i) che la pratica sia generale, ii) che la legislazione nazionale abbia un problema di conformità con il diritto dell'UE, o iii) che l'inosservanza del diritto dell'UE sia sistematica".
 
Certo, non ci aspettavamo un istantaneo avvio di un procedimento d’infrazione, in base al quale la Commissione avrebbe dovuto trasmettere allo Stato membro in questione una lettera di “costituzione in mora” in cui intimare alle autorità del paese interessato di presentare osservazioni entro un termine stabilito, ma almeno raccogliere complementi d’informazione che aiutassero a determinare gli elementi di fatto e di diritto del caso.  Nemmeno i documenti che abbiamo dichiarato di avere (e che veniva chiesto di non allegare nella fase iniziale), hanno richiesto: Interrogazione con richiesta di risposta scritta P-003714-17 alla Commissione presentata da Dario Tamburrano (EFDD) e Laura Agea (EFDD); l'interrogazione a risposta scritta 4-15499 presentato dall'on. Emiliano Minnucci (PD) l'8 febbraio 2017; una relazione scientifica del ricercatore dell'ISPRA Pietro Massimiliano Bianco.

Ed invece, dopo due anni di inerzia, la Commissione rimanda tutto ai giudici nazionali. Che dire: abbiamo quattro settimane di tempo per provare ad evitare l'archiviazione producendo nuovi elementi che possano indurre un riesame della pratica... e, poichè il 23 settembre 2019 il rilevamento della quota idrometrica del Lago di Bracciano segnava ancora -143cm, foss'anche solo per dare un pò da fare a questi euroburocrati, noi ci proveremo!

giovedì 22 agosto 2019

A Rieti tornano le cicogne

Il 21 agosto il personale della Riserva Naturale Regionale dei Laghi Lungo e Ripasottile ha fatto un entusiasmante avvistamento: ben 6 esemplari di cicogna bianca europea (Ciconia ciconia) in volo sui tetti di Rieti. Questo uccello è dotato di lunghe zampe e ha un collo e un becco lunghi, ma è inconfondibile grazie al suo piumaggio bianco e nero. Inoltre la cicogna bianca ha ali lunghe e larghe, adatte per planare e quando è in volo si nota ancora meglio la distinzione tra le remiganti nere e il resto dell'ala bianco. 

La tradizione popolare associa la cicogna alla nascita di un neonato. La frase "le cicogne portano i bambini" va associata al ritorno di questi uccelli, di norma in primavera, e dunque al concetto di rinascita e rigenerazione. Ma probailmente, poichè dove nascono i bambini si tende da senore a tenere gli ambienti più caldi, è anche probabile che le cicogne scegliessero come luogo dove realizzare i propri nidi i comignoli dei camini accesi.

Quello attuale è però un periodo di vero fermento per la Risererva dei laghi Lungo e Ripasottile, dove, in vista della migrazione autunnale, non è difficile ammirare finanche splendidi falchi pecchiaioli e lodolai.

Il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) è una specie di rapace diurno protetta perchè subisce la pressione venatoria, in particolare durante le migrazioni. È inoltre minacciato dal degrado dell'habitat e dalla diminuzione del numero delle sue prede, a causa dell'utilizzo dei pesticidi e dei cambiamenti climatici. Specie insettivora e migratrice, ed è presente in Europa solamente in estate: simile alle poiane (in tedesco è chiamto Wespenbussard, vale a dire «poiana delle vespe»), è privo della sporgenza ossea sopra l'occhio cosicché il capo appare simile a quello del piccione. La testa piccola, il collo lungo e la coda lunga con gli angoli arrotondati sono caratteristici dell'individuo in volo, che presenta una macchia carpale scura, ovale o rettangolare, nel sottoala. 

Anche il lodolaio o lodolaio euroasiatico (Falco subbuteo) è un rapace di piccola mole e forme slanciate, è dotato di ali piuttosto lunghe, che raggiungono e sopravanzano l'estremità della coda. Anche sul lodolaio c'è una curiosità da raccontare: l'ornitologo Peter Adolph, inventore del famoso gioco del calcio da tavolo Subbuteo, avrebbe voluto inizialmente brevettare il passatempo con il nome The Hobby, che in Inghilterra designa il falco lodolaio. Non essendo il termine "Hobby" registrabile all'Ufficio Brevetti inglese Adolph ripiegò su parte del nome scientifico, Subbuteo appunto.