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giovedì 26 settembre 2019

Crisi lago di Bracciano, la Commissione Europea se ne lava le mani

Dopo oltre due anni dalla presentazione della nostra segnalazione, la Direzione Generale dell'Ambiente della Commissione Europea ha assunto una ponziopilatesta decisione: non decidere!

Secondo la nostra organizzazione, l'Ordinanza del 28 luglio 2017 della Direzione regionale risorse idriche, difesa del suolo e rifiuti della Regione Lazio, emendativa e sospensiva dell’ordinanza del 20 luglio 2017 (Reg. Uff.U.0375916) ad oggetto “R.D. n. 726 del 01.12.1895 (regime e polizia dei laghi pubblici)” e concernente la regolamentazione del livello idrometrico del Lago di Bracciano violava sia la DIRETTIVA n. 92/43/CEE DEL CONSIGLIO EUROPEO del 21 maggio 1992 concernente la Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, detta Direttiva "Habitat", sia la DIRETTIVA n.2009/147/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici, detta Direttiva “Uccelli”.

Il lago di Bracciano (SIC IT6030010, coperto al 35% dall'habitat 3150 e al 30% dall'habitat 3140, nonché ZPS IT6030085) era da mesi oggetto di una crisi idrica (tutt'ora in atto) in parte causata dall’approvvigionamento di acque per la città di Roma: il 23 luglio 2017 il livello idrometrico del lago segnava ben -164 cm rispetto alla soglia di sfioramento all’incile, la quale contraddistingue la linea di confine con il fiume Arrone, unico emissario drenante del lago: le rive si erano allungate per decine di metri, la flora ripariale a vegetazione macrofitica sommersa non esisteva praticamente più e la riproduzione delle tre famiglie di Ciprinidi che caratterizzano l'ittiofauna meritevole di protezione ai sensi della Direttiva Habitat (la rovella - Rutilus rubilio, il varione - Leuciscus souffia, ed il barbo italico - Barbus plebejus) era ormai a serio rischio, con enormi ricadute sulla biodiversità. 

Considerato che un ulteriore e progressivo abbassamento del livello idrometrico del lago di Bracciano, stante l’assenza di continua rigenerazione, avrebbe potuto determinare l’abbassamento delle capacità auto depurative, con progressivo deperimento della qualità delle acque del lago e conseguente danno irreversibile all’ecosistema lacustre, il 20 luglio 2017 la Regione Lazio aveva ordinato alla Acea ATO 2 S.p.a. (soggetto che opera la captazione di cui al DM n. 1170/1990) di azzerare ogni prelievo della risorsa idrica dal bacino del Lago di Bracciano, onde consentire il ripristino del livello naturale delle acque del lago e della loro qualità. Tuttavia il 28 luglio 2017 la Regione Lazio, con una nuova ordinanza, emendò e sospese il proprio provvedimento del 20 luglio 2017 senza che vi fosse stata né vi fosse in prospettiva alcuna modifica dei presupposti della stessa (né riduzione dell'evaporazione, né riduzione degli emungimenti abusivi, né riduzione della siccità), autorizzando il proseguo della captazione, seppur in misura ridotta, ma mettendo al rischio di danni irreparabili l'intero ecosistema lacustre protetto.

A seguito di tale nostra denuncia del 9 agosto 2017, protocollata con numero CHAP(2017)02539 - Italia, la Commissione ha ritenuto di non dover avviare un procedimento d’infrazione. Ciò però non in funzione del preannunciato esame secondo il pertinente diritto dell’Unione, ma - sostanzialmente - perchè "in considerazione dell'elevato numero di denunce ricevute ogni anno dalla Commissione in generale, e dalla DG Ambiente in particolare, la Commissione ha adottato un appoccio strategico (sic!), al fine di garantire che ogni procedura d'infrazione abbia il più ampio impatto possibile su obiettivi importanti di politica dell'UE, e che la risoluzione influenzi positivamente altri casi di cattiva applicazione del diritto dell'Unione. La Commissione ha pertanto deciso di avviare procedure di infrazione per singoli casi solo se sussistono elementi sufficienti per pensare i) che la pratica sia generale, ii) che la legislazione nazionale abbia un problema di conformità con il diritto dell'UE, o iii) che l'inosservanza del diritto dell'UE sia sistematica".
 
Certo, non ci aspettavamo un istantaneo avvio di un procedimento d’infrazione, in base al quale la Commissione avrebbe dovuto trasmettere allo Stato membro in questione una lettera di “costituzione in mora” in cui intimare alle autorità del paese interessato di presentare osservazioni entro un termine stabilito, ma almeno raccogliere complementi d’informazione che aiutassero a determinare gli elementi di fatto e di diritto del caso.  Nemmeno i documenti che abbiamo dichiarato di avere (e che veniva chiesto di non allegare nella fase iniziale), hanno richiesto: Interrogazione con richiesta di risposta scritta P-003714-17 alla Commissione presentata da Dario Tamburrano (EFDD) e Laura Agea (EFDD); l'interrogazione a risposta scritta 4-15499 presentato dall'on. Emiliano Minnucci (PD) l'8 febbraio 2017; una relazione scientifica del ricercatore dell'ISPRA Pietro Massimiliano Bianco.

Ed invece, dopo due anni di inerzia, la Commissione rimanda tutto ai giudici nazionali. Che dire: abbiamo quattro settimane di tempo per provare ad evitare l'archiviazione producendo nuovi elementi che possano indurre un riesame della pratica... e, poichè il 23 settembre 2019 il rilevamento della quota idrometrica del Lago di Bracciano segnava ancora -143cm, foss'anche solo per dare un pò da fare a questi euroburocrati, noi ci proveremo!

martedì 24 settembre 2019

Via Francigena finalista del premio "Destination of sustainable cultural tourism Awards 2019"


L'Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) è finalista del premio “Destination of Sustainable Cultural Tourism Awards 2019" (premio per la destinazione di turismo culturale sostenibile 2019) nella categoria "Prodotti turistici tematici transnazionali, compresi gli itinerari culturali”.

La Via Francigena (di cui i GRE LAZIO fanno parte) promuove lo sviluppo di un cammino etico e sostenibile, sostiene la cooperazione e lo sviluppo economico delle comunità locali e, infine, può essere considerata come uno splendido esempio di destinazione che abbraccia gli obiettivi del turismo sostenibile e responsabile.

"Destination of Sustainable Cultural Tourism Awards 2019" (premio per la destinazione di turismo culturale sostenibile 2019) è assegnato dall'European Cultural Tourism Network - Rete europea del turismo culturale (ECTN).

L’ECTN è l’unico network pan-Europeo per lo sviluppo e la promozione del Turismo Culturale che agisce attraverso una rete di 19 Paesi e 6 Paesi-membri associate.

Il Premio vuole rinforzare la visibilità delle destinazioni legate al turismo culturale e offrire una piattaforma per scambiare esperienze e buone pratiche, nonchè promuovere reti tra destinazioni eccellenti. Il Premio, realizzato in partnership con Europa Nostra e la European Travel Commission, è lanciato dal 2014 dall’ECTN intorno ad un tema annuale che riguarda le destinazioni stesse, le comunità locali, le associazioni, le imprese, i cittadini ed i turisti.

I vincitori saranno annunciati il 24-26 ottobre 2019 a Granada (Spagna) all’interno della XII Conferenza internazionale sul Turismo Culturale in Europa.

Grazie all'Italia, l'UE restringe l'uso di DMF


Il CCR (Comitato per la valutazione dei rischi) dell'ECHA (l'Agenzia europea per i prodotti chimici) ha espresso il proprio parere favorevole alla proposta presentata dall'Italia di restrizione della sostanza N, N-dimetilformammide (DMF), utilizzata sia da sola che in miscele in concentrazione pari o superiore allo 0,3%. Il motivo principale per cui l'Italia ha agito a livello dell'Unione è ottenere la protezione della salute umana dagli effetti avversi della DMF a causa delle sue proprietà reprotossiche (Categoria 1B). Sulla base delle informazioni presentate nel fascicolo di registrazione e ottenute attraverso la consultazione delle parti interessate, vi sono prove evidenti che la DMF è potenzialmente utilizzata in tutti gli Stati membri dell'UE. 

Sebbene esista un limite indicativo di esposizione professionale stabilito a livello UE (con conseguenti limiti di esposizione a livello nazionale), è superiore al livello DNEL per inalazione calcolato in base alle disposizioni del REACH e non esiste un livello di esposizione stabilito per l'esposizione attraverso pelle ai sensi della legislazione sulla SSL. 

Le stime dell'esposizione presentate nel fascicolo di restrizione indicano che in alcuni contesti industriali l'esposizione professionale può comportare un rischio inaccettabile. Il DMF è un solvente organico aprotico e polare medio, con un numero limitato di alternative tecnicamente fattibili; per la maggior parte degli usi non sono disponibili alternative adeguate e meno pericolose. 

Poiché è possibile identificare un livello senza effetti per DMF, è possibile identificare livelli di esposizione sicuri. Pertanto, il presentatore del fascicolo ha concluso che per raggiungere un livello uniforme e adeguato di protezione dei lavoratori in tutti i settori e in tutti gli Stati membri è necessaria una restrizione basata sull'uso dei valori DNEL per inalazione ed esposizione cutanea.
Il CCR ha inoltre adottato 15 pareri sulla classificazione e l'armonizzazione delle etichettature, inclusi i pareri su 12 sostanze attive utilizzate nei biocidi e / o prodotti fitosanitari e tre sostanze chimiche industriali. Il CCR ha approvato anche cinque proposte di parere relativi a domande di autorizzazione per l'uso di triossido di cromo, pece di catrame di carbone, etossilati di alte temperature e ottilfenolo. 

Il SEAC (Comitato per l'analisi socioeconomica), invece, ha adottato il proprio parere definitivo in merito all'utilizzo di granuli e pacciamanti come materiale di riempimento in campi in erba sintetica o in forma libera nei campi da gioco. La proposta di restrizione era stata presentata dai Paesi Bassi per quei materiali di rimpimento in cui il totale degli idrocarburi policiclici aromatici (PAH) presenti dovesse risultare superiore a 20 mg /kg.

Il SEAC, infine, ha approvato 18 proposte di parere sull'utilizzo delle seguenti sostanze: cromo (VI), pece di catrame di carbone, alte temperature e ottil- e nonilfenoli etossilati. Inoltre, RAC e SEAC hanno discusso questioni chiave relative a 27 domande di autorizzazionericevute dall'ECHA nel maggio 2019.

giovedì 12 settembre 2019

Rieti, benissimo il Sindaco Cicchetti a far ripartire il Contratto di Fiume Velino


Grazie alla ferrea volontà del Sindaco Cicchetti e dell’Assessore Sinibaldi, il processo di definizione del Contratto di Fiume Velino riparte aggregando tutti i soggetti istituzionali coinvolti un progetto che la nostra associazione porta avanti ormai da anni.



Questo percorso di negoziazione partecipata è stato avviato dalla delibera di Giunta  n. 787 del 18/11/2014, con cui la Regione Lazio ha ufficialmente aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, una grande opportunità di riqualificazione del territorio del bacino idrografico del Velino, con interventi multisettoriali finalizzati a ridurre l’inquinamento, migliorare la qualità dell’ambiente e rilanciare lo sviluppo sostenibile indispensabile per le comunità locali adesso sarà necessario avviare velocemente un tavolo tecnico operativo che dovrà portare in tempi rapidi alla formalizzazione di un protocollo d’intesa tra i tanti soggetti istituzionali interessati e all’avvio del processo di partecipazione che dovrà coinvolgere le varie realtà insistenti sul territorio.



Il bacino del Velino, che da anni viene depredato, deve tornare ad essere centrale e unificatore nella vita dei comuni che attraversa e ciò sarà possibile esclusivamente ripristinando e proteggendo gli ecosistemi acquatici, con particolare attenzione alla conservazione della biodiversità, e i corridoi ecologici, nonché tenendo conto dell’adattamento ai cambiamenti climatici. La cooperazione sulla governance partecipativa degli ecosistemi fluviali ormai si basa sullo strumento del Contratto di fiume che costituisce un metodo di lavoro per la gestione negoziata e partecipata delle risorse idriche alla scala di bacino idrografico, con una modalità di gestione del corso d'acqua a cui si aderisce volontariamente.

Frigoriferi, è acora ecomafie a Roma

Non volevamo crederci quando i nostri volontari ci hanno mostrato le foto: Roma è di nuovo invasa da elettrodomestici abbandonati ed in particolare frigoriferi dismessi. Nonostante gli sforzi dell'Amministrazione Capitolina ed in particolare all'incessante opera di prevenzione e repressione della Polizia di Roma Capitale, gli eco-criminali si sono velocemente liberati di quanto evidentemente accumulato in diversi mesi.

E così in numerose zone di Roma è improvvisamente tornato il degrado. Già a marzo scorso avevamo denunciato il fenomeno, a cui oggettivamente Roma Capitale e Ama diedero pronta risposta, ma a questo punto dobbiamo necessariamente iniziare a pensare, se non proprio al complotto contro agli sforzi ambientali del Campidoglio, almeno alla presenza di un sistema criminale organizzato.

Senza voler aggiungere altro, Sportello dei Diritti: " Cassazione Conferma. Frigoriferi e Lavatrici sono Rifiuti Speciali e Pericolosi, Multa da € 3.000 ad un Cittadino"
ricordiamo che l'abbandono alla rinfusa degli apparecchi provenienti dalla cosiddetta "filiera del grigio" (carcasse di frigoriferi e lavatrici, sportelli di congelatori, fili elettrici e chi più ne ha più ne metta) viene considerato abbandono di rifiuti speciali e pericolosi, elencati nell'allegato D alla parte quarta del D.lgs 152/06.
Ed elevato è anche il rischio per l’ambiente in quanto frigoriferi particolarmente vecchi possono ancora contenere freon, un fluido refrigerante ritenuto estremamente dannoso per l’ozono ed il cui utilizzo sarebbe stato vietato dal protocollo di Montreal (firmato il 16 settembre 1987, entrato in vigore il 1º gennaio 1989 e sottoposto alle revisioni del 1990 a Londra, 1992 a Copenaghen, 1995 a Vienna, 1997 a Montréal e 1999 a Pechino).

Ecco le foto che abbiamo scattato (nella fattispecie a via Emilio Longoni, nel quadrante Est, nelle immediate prossimità dell'INPS Casilino Prenestino e del Rome American Hospital):






lunedì 9 settembre 2019

Monte Stallonara, i dati Arpa sull'incendio

In relazione all’incendio che si è verificato il 20/08/2019 in località Monte Stallonara a Roma, l’ARPA Lazio, in risposta alle diverse segnalazioni di fumi provenienti dal terreno e a seguito di una specifica richiesta di intervento ricevuta dalla Polizia di Roma Capitale Gr. XI “Marconi”, ha installato in via di Monte Stallonara 140H, a circa 300m dall’area interessata, un campionatore per polveri sottili PM10 (Fig.1). 

Fig.1 - area oggetto di monitoraggio
Si tratta dello strumento necessario per verificare la concentrazione di PM10 secondo quanto previsto dal d.lgs. n.155/2010 e per valutare l’eventuale presenza in aria di specifiche sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici (IPA), PCB e diossine. Il campionatore è stato avviato il 30/08/2019 alle ore 13 circa.

Vengono di seguito riportate le concentrazioni di particolato PM10 rilevate.
Tutte le concentrazioni trovate sono risultate ampiamente inferiori al limite giornaliero di 50 μg/m3 previsto dalla normativa (d.lgs. n.155/2010). Dopo la determinazione della concentrazione del PM10 i filtri relativi alle giornate del 30 e 31 agosto e quello del 01 settembre sono stati analizzati al fine di determinare la concentrazione media in aria di IPA, PCB e diossine.

Nella tabella seguente sono riportati i risultati delle analisi.

Per quanto riguarda le diossine, non esiste un riferimento normativo in aria ambiente, tuttavia le concentrazioni in tossicità equivalente (TEQ) in ambiente urbano di diossine e furani sono stimate pari a circa 0,1 pg/m3 anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni in aria di 0,3 pg/m3 o superiori sono indicazioni per fonti di emissione localizzate (dati World Health Organization WHO nel documento Guidelines for Europe 2000). I valori relativi al primo campione sono superiori al valore di riferimento individuato dall’OMS per l’ambiente urbano.
 
Tra gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) normalmente rilevabili il benzo(a)pirene, è l’unico composto per il quale il d.lgs. n.155/2010 prevede un valore limite pari a 1 ng/m3 come concentrazione media annua. Il valore del primo campione è inferiore al valore limite annuale previsto dalla normativa.
 
Per quanto riguarda i PCB, a titolo informativo, si segnalano i valori dei PCB misurati in prossimità dell’incendio Eco X (Via Pontina Vecchia, Pomezia) nei giorni 05-06 maggio 2017 pari a 394 pg/m3  e quelli rilevati presso l’impianto durante l’incendio del TMB (via Salaria, Roma) nei giorni 11-13
dicembre 2018 (1019, 250, 524, 434, 562 pg/m3).
 
I campionamenti sono ancora in corso e i risultati verranno comunicati non appena disponibili.

giovedì 5 settembre 2019

Appello per la realizzazione del Parco Lineare Roma Est

Richiesta di stipula ed attuazione della “Convenzione Nodo” come primo step tra RFI e Comune di Roma Capitale, a compensazione delle opere per la TAV; attuazione del progetto di percorso ciclo-pedonale Porta Maggiore Gabii, finanziato nella legge 396/90 interventi per Roma Capitale, e degli interventi di rigenerazione e valorizzazione dei territori attraversati.

[documento inviato il 4 settembre 2019 al Sindaco di Roma, al Gabinetto, al Segretariato Generale, alle Commissioni Capitoline Ambiente / Patrimonio e Bilanci / Mobilità, ai Municipi IV / V / VI]
 
Gentilissimi,
nel territorio della periferia orientale di Roma Capitale (IV, V e VI Municipio) insiste una vasta area che viene comunemente denominata Parco Lineare Roma est, che potenzialmente può fornire un importante contributo per una necessaria e improcrastinabile riqualificazione ambientale dei tre municipi e offrire all’intera città una risorsa ambientale e culturale straordinaria.

L’area è localizzata nel tratto urbano dell’autostrada A 24, tra la via Tiburtina a nord e la linea ferroviaria AV Roma-Napoli a sud, e si estende dal quartiere di Casalbertone a ovest fino all’area della Cervelletta ad est (parte costituente della Riserva naturale dell’Aniene) per arrivare poi all’area di Ponte di Nona e del Parco di Gabii [1].

Risulta ora abbandonata e, senza nessuna tutela, è diventata ormai una enorme discarica di rifiuti a cielo aperto. Numerosi sono stati i roghi tossici che nel tempo si sono sviluppati, fino a culminare in quello devastante del 25 aprile u.s.. Il territorio del Parco, per i cittadini dei tre Municipi, riveste un ruolo molto importante e suscita forte interesse ma è, al contempo, fonte di preoccupazione crescente.

L’inerzia delle Amministrazioni succedutesi nel tempo è del tutto evidente nonostante esistano fondi, pari a oltre € 6.000.000, stanziati da RFI a compensazione dell’impatto delle opere per la TAV.

Nel corso degli anni si è formato un comitato spontaneo di cittadini (Comitato ‘Il Parco che non c'è Roma Est), con lo scopo valorizzare le aree verdi e archeologiche attraversate dalla linea TAV, attraverso manifestazioni ciclopedonali, attività informative e di proposta per il recupero delle aree all'interno del futuro Parco.

Delle proposte fa parte anche il “Percorso ciclopedonale integrato”, opera del “Parco Lineare dell’antica via Collatina, dal Parco archeologico Tiburtino-Collatino al Parco di Gabii”, il cui studio di fattibilità è stato finanziato dal Comune di Roma grazie alla Legge 396/90 - Interventi per Roma Capitale.

Il percorso previsto attraverserebbe cinque aree urbane, dentro e fuori il G.R.A. (Portonaccio-Serenissima, Tor Sapienza-Colli Aniene, La Rustica, Ponte di Nona, Castelverde), per raggiungere il Parco archeologico di Gabii, consentendo di riqualificare e riconnettere i territori frammentati, urbanizzati e non urbanizzati, dalla linea TAV e dall'autostrada A24, ed in continuità con il Parco dell’Aniene. Costituirebbe anche l’entrata a Roma da est della ciclovia europea n. 5 Francigena, che dopo aver attraversato Roma proseguirà fino a Brindisi.

Il V Municipio sta cercando di favorire la sottoscrizione della Convenzione Nodo relativa all’accordo quadro tra Comune di Roma e RFI. che richiede una Delibera di Assemblea Capitolina, e risulta adesso sospesa presso il Segretariato Generale del Comune di Roma per ulteriori controlli.

Allo stato attuale la sottoscrizione della Convenzione Nodo diventa dirimente per il trasferimento delle aree e dei fondi al Comune di Roma e quindi per la realizzazione del Parco Lineare e delle necessarie opere di valorizzazione e di bonifica del territorio interessato.

Recentemente, a seguito del degrado delle aree del futuro Parco e dei frequenti roghi tossici che in esso si sono sviluppati, ma anche della consapevolezza della potenziali qualità delle risorse ambientali, anche altri Comitati di Quartiere e associazioni interessati con spirito collaborativo, hanno manifestato la volontà di unirsi alla serie di attività intraprese dal Comitato ‘Il Parco che non c'è Roma Est.
 
Tra questi, il Comitato di Quartiere Cittadini di Colli Aniene - Bene Comune, che ha accolto subito il progetto ed ha coordinato un primo incontro molto partecipato che si è svolto in data 8 luglio 2019 presso la sede temporanea del CdQ, riunendo diverse realtà civiche interessate e che sono intervenute.

Tutti i compresenti, firmatari di questo appello, hanno aderito all’iniziativa con lo scopo di intraprendere azioni organiche e condivise per la realizzazione del progetto elaborato da Roma Capitale per il Parco lineare nella convenzione Nodo e per la indispensabile bonifica delle aree.

Con l’obiettivo di:
  • organizzare attivamente incontri e manifestazioni finalizzati a condividere gli obiettivi, i tempi e le modalità di realizzazione del progetto del Parco Lineare, al fine di sensibilizzare e stimolare l'opinione pubblica per un suo attivo coinvolgimento;
  • sollecitare gli Uffici competenti ad adempiere al completamento e sottoscrizione della Convenzione attuativa dell’Accordo Quadro tra il Comune e la TAV SpA;
  • sollecitare i procedimenti per utilizzare anche altri programmi di finanziamento per la valorizzazione ambientale e sociale integrata dei territori contermini l’asse TAV/A24.
  • monitorare e controllare le attività svolte ed in corso.
La finalità comune è di sollecitare l’amministrazione di Roma Capitale a procedere nella realizzazione dell’intero Parco lineare.

AZIONI NECESSARIE
 
Per la realizzazione del Parco, a partire dal progetto di percorso ciclopedonale già redatto dalla Amministrazione Comunale nel 2012, occorrono una serie di opere:
  • le connessioni esterne, che mettono la ciclopedonale in comunicazione con il territorio metropolitano (anche incrociandosi con il futuro GRAB e con la Francigena ciclabile);
  • gli interventi puntuali, le aree dei servizi di base (sociali, per i ciclisti, per sostare, mangiare, giocare, fare cultura, sport ecc.), dove si accede alla ciclabile ma ben connessi anche con i quartieri limitrofi;
  • gli interventi estesi di bonifica, piantumazione e riforestazione del territorio, in continuità anche con il Parco dell’Aniene;
  • gli interventi d’area, di riqualificazione e rigenerazione, che mettono insieme aree libere e quartieri limitrofi, per fare parchi locali, aree archeologiche, orti, zone 30, isole ambientali, reti di percorsi ciclopedonali di connessione locale ecc. .
E’ indispensabile pertanto il completamento del progetto di fattibilità per poi procedere alla redazione del progetto definitivo.
 
Poiché si dovranno fare interventi di diverso tipo (parchi e percorsi ciclabili, opere pubbliche, sviluppo delle economie locali, valorizzazione delle risorse sociali, culturali ecc.), il progetto richiede il coinvolgimento di più attori di competenza, quali Assessorati/direzioni Ambiente, Mobilità, Urbanistica, Lavori pubblici, Sviluppo economico e sociale, Cultura, Soprintendenza ecc. unitamente alla partecipazione dei tre Municipi coinvolti, quali rappresentanti dei cittadini che risiedono nei luoghi del progetto.
 
Riteniamo per questo che si debba individuare un Assessore/Unità Organizzativa responsabile di una Cabina di regia e un gruppo “tecnico” di lavoro interdipartimentale incaricato del completamento del progetto di fattibilità.

A fianco di questa cabina di regia, è fondamentale la partecipazione diretta dei cittadini prima e durante la messa in cantiere del progetto. In questo senso, i Comitati offrirebbero la loro spontanea collaborazione al gruppo tecnico istituzionale.

Alla luce di quanto detto si chiede alle Istituzioni in indirizzo:
  • a) un incontro formale tra le Associazioni con il Sindaco e suo Gabinetto o Segretariato Generale e con i Presidenti delle Commissioni in indirizzo, al fine di concordare sul percorso da seguire per dare attuazione al progetto del Parco lineare Roma Est;
  • b) la costituzione della cabina di regia per sviluppare il programma di attuazione, anche prima di sapere quante risorse ci saranno (oltre ai 6 milioni di RFI e ad altri ipotizzabili con diversi fondi [3]), per progettare gli interventi necessari, con il coinvolgimento inter-istituzionale e interdisciplinare di ordine tecnicooperativo, amministrativo e giuridico, unitamente alla collaborazione dei cittadini rappresentativi delle realtà civiche.
In attesa di Vostro cortese sollecito riscontro, con ossequi

I firmatari

Comitato 'Il parco che non c'è Roma Est CdQ Cittadini di colli Aniene Bene Comune
CdQ Torraccia
CdQ Rebibbia CdQ Colline e Valli di Pietralata
CdQ Area Verde Pescosolido
CdQ Comprensorio Prato Lungo
ASSC Casal Monastero
CdQ Nuova Ponte di Nona
CdQ Kant-Nomentano
GRE - Gruppi Ricerca Ecologica Lazio
VAS Verdi Ambiente e Società - sezione di Roma
Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio
CO.CO.QUI.
Insieme per Aguzzano
Uniti per la Cervelletta
ACRI gente di Aguzzano
Insieme per L'Aniene onlus
Agenzia di Quartiere Tor Sapienza
Associazione culturale Rinascita
Associazione  Calliope Onlus
WWF Roma e Area Metropolitana
ANFEC - Associazione Nazionale Famiglie Edilizia Convenzionata




Note:

[1]  E’ composta da sei territori:
  1. Parco archeologico Tiburtino;
  2. Area tra Casalbertone ad ovest e Via dei Fiorentini ad est;
  3. Area tra Via dei Fiorentini ad ovest e Via Grotta di Gregna ad est;
  4. Area tra Via Grotta di Gregna ad ovest e Viale Togliatti ad est;
  5. Area ad est di Viale Togliatti (Tor Sapienza, La Rustica e Cervelletta).
  6. Area di Ponte di Nona fino al parco di Gabii
[2]  Si riporta di seguito la cronologia degli atti amministrativi precedenti:
  • a seguito della Delibera del C.C. n. 108 del 24/25 giugno 2004 è stato approvato il modello di Accordoche, in data 28/02/2005, è stato sottoscritto tra TAV SpA e il Comune di Roma per la realizzazione di operedi mitigazione dell'impatto socio- ambientale della linea AV/AC nel Nodo di Roma, denominato "Accordo tra Comune di Roma e TAV SpA – Opere di mitigazione dell’impatto socio-ambientale della linea AV/AC nel Comune di Roma”.
  • nella Mozione n. 34 dell’11 aprile 2017 del Consiglio Capitolino è stato ricordato che nel programma triennale opere pubbliche del Bilancio 2015-2017 è stato inserito l'intervento “Parco della Serenissima” identificabile con il n. progr. 106 — O0P1502750001 — Tipologia 01 — Categoria A02/99 — Euro 6.336.400,00, impegnando la Sindaca e la Giunta Capitolina ad indire una Conferenza dei Servizi, presso la quale invitare i Dipartimenti competenti (Ambiente, Mobilità, Patrimonio e Bilancio), al fine di giungere in tempi brevissimi alla firma della Convenzione e al successivo trasferimento tanto di Euro 6.336.400,00 quanto delle opere di mitigazione d’impatto socio- ambientale già realizzate nel corso dei lavori della linea ferroviaria ad Alta Velocità.
  • il Consiglio del Municipio Roma V, attraverso la Risoluzione n. 17 del 20 luglio 2017, ha impegnato la Sindaca e la Giunta Capitolina ad attivarsi presso gli uffici e i Dipartimenti competenti al fine di:
    a) completare e sottoscrivere l’Istruttoria della Convenzione attuativa, con valenza contrattuale, dell’Accordo Quadro approvato con Delibera di Consiglio del 24/25 giugno 2004, reso esecutivo il 28 febbraio 2005;
    b) promuovere tutte le iniziative necessarie a garantire la realizzazione delle "opere compensative aggiuntive richieste per la mitigazione dell'impatto socio-ambientale TAV", anche attraverso un percorso partecipato da associazioni e cittadini;
    c) non disperdere la risorsa dei tre percorsi funzionali di pista ciclabile presenti nei tre Parchi che verranno consegnati all'interno della Convenzione Nodo, ricongiungendo la pista con due nuovi tratti funzionali al fine di completarla, facendo in modo che la medesima pista possa al più presto far parte di un sistema integrato.
  • il Consiglio del Municipio Roma V, con l'Ordine del giorno n. 29 del 20 luglio 2017 ha impegnato il Presidente, gli Assessori e gli uffici competenti ad attivarsi affinché una volta prese in consegna le suddette aree ricadenti nel Municipio, si proceda ad un computo economico relativo alla manutenzione dei siti in oggetto e che questa stima venga inserita all’interno del bilancio municipale nella relativa voce di gestione, oppure che questi luoghi vengano inseriti in un bando pubblico, con finalità sociali, per la gestione tramite terzi, per scongiurare il degrado ed eventuali atti vandalici.
  • il 4 settembre 2018, la Giunta Capitolina, con la Memoria di Giunta Comunale con oggetto: "Regolamentazione del trasferimento delle aree ed opere di mitigazione socio-ambientale della linea AC/AV nel nodo di Roma", ha conferito mandato alla Vice Direzione Generale Servizi al Territorio di coordinare i Dipartimenti ed i Municipi competenti, con lo scopo di:
    a) verificare, eventualmente perfezionandola, la bozza di convenzione predisposta dagli uffici;
    b) predisporre e sottoporre ad approvazione la proposta di Delibera da parte dell’Assemblea Capitolina relativa allo schema di convenzione da sottoscrivere con RFI per il trasferimento a Roma Capitale delle aree ed opere di mitigazione socio-ambientale relative alla linea AV/AC nel Comune di Roma.
[3]  Ad esempio con i programmi integrati previsti all’art. 14 delle norme del PRG e con i programmi di rigenerazione urbana, previsti dalla legge regionale 18 luglio 2017, n. 7, ma anche con le risorse del PUMS, risorse di programmi regionali, nazionali ed europei, altri che vengono da progetti già finanziati come il GRAB…).