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venerdì 11 marzo 2016

Autodemolitori di via Togliatti: NO alla delocalizzazione in aree a rischio idrogeologico

I Gruppi di Ricerca Ecologica, associazione di tutela ambientale riconosciuta dal MATTM, hanno chiesto al sub Commissario con delega all’Ambiente, il Generale di Divisione Camillo de Milato, di essere ammessi a partecipare al tavolo tecnico istituito dal Dipartimento di Tutela Ambientale con le associazioni degli autodemolitori e che sta lavorando al piano per la delocalizzazione dei centri siti a via Palmiro Togliatti.

immagine tratta da www.abitarearoma.net
Apprendiamo con stupore che le aree individuate per la delocalizzazione dei centri di autodemolizione e rottamazione nel territorio di Roma Capitale siano in parte ancora quelle dell’Accordo di Programma del 1997, aventi destinazione urbanistica “infrastrutture Tecnologiche”, senza che si sia nemmeno tenuto conto di strumenti successivi né coinvolto il territorio ad esempio l’area potenzialmente interessata a ridosso di via Mario Schifano risulta Zona a Rischio Idrogeologico classificato R4 e R3 sulla base del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) dell’Autorità di Bacino del Tevere, individuante le fasce fluviali e zone a rischio sull’elaborato prescrittivo di PRG vigente (Decreto Segretariale n. 32 dell'8 giugno 2015, pubblicato sul BUR Lazio n. 56 del 14 luglio 2015), e che ai sensi dell’art. 64, c. 4 del D. Lgs 152/06, ha “carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni ed enti pubblici, nonché per i soggetti privati, ove trattasi di prescrizioni dichiarate di tale efficacia dallo stesso Piano di bacino”, e pertanto rendono ampiamente superato finanche il “Programma di delocalizzazione delle aree attualmente occupate dai Centri di autodemolizione e rottamazione”, individuato dalle Linee di indirizzo programmatiche stabilite con delibera 181/2014 della precedente Giunta Marino”.


Pur auspicando che l’annosa problematica dei centri autodemolizione e rottamazione di via Palmiro Togliatti possa trovare una celere soluzione siamo certi che ogni alternativa non possa prescindere dalla totale sostenibilità ambientale e urbanistica, senza pregiudicare la sicurezza dei cittadini o erodendo ulteriori suoli in fasce che andrebbero invece preservate, tanto più nel quadrante Est già martoriato da un punto di vista ambientale e sociale da attività illegali troppo spesso inspiegabilmente tollerate dalle Istituzioni.