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mercoledì 31 agosto 2016

Terremoto: con la morte nel cuore ma in prima linea


Sette giorni fa il cuore d'Italia è stato scosso.
Sette giorni fa una comunità sana è stata martoriata, le famiglie spezzate, i borghi polverizzati.
Sette giorni fa si sono riaperte le ferite nell'animo di chi ha vissuto analoghe tragedie.
I Gruppi Ricerca Ecologica Lazio si sono subito attivati per cercare di soccorrere le popolazioni dell'alto reatino.

Quando il 25 sera siamo arrivati ad Amatrice per consegnare un primo pacco di farmaci (campioni gratuiti messi a disposizione del Reparto di Cardiologia dell'ospedale S. Camillo de Lellis di Rieti e cortesemente donatici dal Direttore), la devastazione dinanzi a noi ci ha posto di fronte all'interrogativo sulla nostra adeguatezza ad essere presenti in quella tragedia senza pari.
Senza riflettori puntati addosso, senza guru del marketing a pianificare il nostro intervento, senza joint venture con grossi marchi commerciali, senza chiedere soldi a nessuno, abbiamo deciso di tentare semplicemente di recare sollievo a quelle piccole esigenze che rendono ulteriormente mortificante la condizione di chi viveva in un paradiso e all'improvviso non ha più nulla.

Marco Tiberti con Giuseppe Amici e Arianna Pezzotti
presso campo base NOE in Loc. Cormillo Vecchio
La comunità si è messa in movimento.
Il giorno successivo è arrivato presso il centro di smistamento di Cittareale il primo furgone carico di beni raccolti a Formello e in tutta Roma Nord dalle associazioni Futurazione e Viviamo Le Rughe, oltre ovviamente dai Gre Lazio, coordinati da uno strepitoso Marco Rapagnani.
Il giorno successivo il furgone è diventato un camion. E quello dopo ancora un altro camion stracarico di acqua, mascherine, scatolami, coperte, prodotti per l'igiene personale, abiti.
Nel frattempo il Comitato di Quartiere La Rustica si è attivato nel territorio di Roma Est.
Quello che ci siamo resi conto serviva prima di tutto, erano medicinali e prodotti medicali: per curare ferite, ma anche per far continuare terapie a malati cronici.
E quindi abbiamo iniziato a recarci in ogni borgo distrutto, ogni paese crollato, cercando di dare una risposta alle richieste specifiche che ci pervenivano. In questo "peregrinare" abbiamo incontrato nuovi compagni di viaggio unitisi alla "Compagnia": su tutti Giuseppe Amici della Protezione Civile di Cittareale e Arianna Pezzotti, il dott. Marcello Nobili di Cittaducale e Federica D'Ascienzo dell'associazione Micciani Unita, e poi l'eccezionale Ludovico Gippetto (che da Palermo ci ha trovato un frigorifero addirittura a Terni).

Volontari distribuiscono i beni raccolti dal GRE Lazio


Volontari distribuiscono i beni raccolti dal GRE Lazio
Cornillo Vecchio... e dov'è? Una delle tante frazioni di Amatrice, lontana appena due chilometri ma un'eternità quando le strade sono impraticabili e le auto comunque distrutte. 887 di altitudine, appena 36 anime rimaste a vagare tra le macerie. Quelle stesse macerie tra le quali una statua della Vergine Maria si ergeva miracolosamente intatta ed è stata raccolta dalle premurose mani dei Vigili del Fuoco.
E questo è diventato un pò il nostro avamposto verso Prato, Colle Pagliuca, Moletrano, Sant'Angelo, San Lorenzo Flaviano...
Ovunque stiamo andando, quello che ci colpisce è che nonostante la distruzione sia stata totale, il popolo che abita questi luoghi ha un'immensa dignità pur nell'umiltà: nessuno vuole andare via, abbandonare la terra natia, i monti, gli animali, le aziende.

Frigorifero donatoci
grazie a Ludovico Gippetto
C'è voglia di ripartire, ricostruire. Anche se al momento tutto appare impossibile. Anche se ricominciare non potrà mai cancellare il dolore per gli affetti strappati quella notte maledetta e i sacrifici di una vita mandati in polvere.
Poi al campo base NOE di Cornillo, i terremotati decidono di cucinare e "donare" un piatto di pasta tipico, a noi, alla Protezione Civile, ai militari dell'Esercito: nonostante il dolore, nonostante lo sconforto, nonostante le difficoltà, attraverso la tradizione, la cultura, le origini si intravede il desiderio di speranza.
E ti rendi conto che questo popolo ce la farà!






    "All'improvviso"

    Annavano in montagna pe scappà dar gran casino
    senza avé telefonato a quer bastardo der Destino
    che s' è fermato appena sotto la superfici...e
    de quer paese che chiamaveno Amatrice.
    Lì se magnava bene e de gran gusto
    e ogni posto pe magnà era er posto giusto.
    Se viveva come nell' antichi tempi,
    co li grossi belli sazi e li regazzini che corevano contenti.
    All' improvviso mentre Morfeo li accarezzava 
    er buio de la Morte sospirava
    portannose via quell' Anime innocenti
    dal seno de la madre, dall' amore dei parenti.
    Nun hanno manco potuto combatte da dentro al letto
    perchè all' improvviso è diventato er tetto
    e tutto quello che ce stava in mezzo je impedisce de strillà
    perchè spigne sopra ar petto e nun li fa respirà.
    All' improvviso se svejeno e nun sentono più dolore
    ma un senso de riposo, un' onda de calore. 
    Se sentono rinati, lontani dall' inferno, 
    e vedeno de sta vicino ar Padre Eterno.
    Je chiedeno "Signore perchè c' hai richiamato...
    In fondo er nome tuo avemo sempre rispettato",
    er Padre Eterno allora ha acceso na luce e fatto 'n gran soriso,
    j' ha detto a tutti quanti "questo è er Paradiso,
    nun dovete più stancavve, nun dovete tribbolà, 
    avete guadagnato l' eterna libertà".
    All' improvviso se esente chiamà e quarcuno se arisveja
    e comincia e respirà capendo che la morte nun ha preso er sopravvento, 
    e che nun è er momento de annà dar Padre Eterno.
    E' stato un brutto sogno e ne stamo a uscì
    e mo trovamo er nerbo pe potè ricostruì,
    non solo le casette, la chiesa e le villette
    ma la Dignità de giovani e vecchiette
    ...che certo torneranno in men che non si dice
    a vive in quer Paese che se chiama ancora AMATRICE!!!

    (anonimo romano)