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venerdì 16 dicembre 2016

Sindaco Raggi, a quando il divieto di pesticidi e zanzaricidi a Roma Capitale?


Il 15 dicembre è scaduta l’ordinanza n.80 del 15 aprile 2016, adottata dall'allora Commissario Straordinario Tronca nel tentativo di gestire la presunta emergenza contro la zanzara tigre, e l’utilizzo di zanzaricidi, insetticidi e di pesticidi è sostanzialmente liberalizzato all'interno dell’area urbana.
L’ordinanza di Tronca è stato il provvedimento più ignobile che si sia mai visto a Roma, peggio dei provvedimenti dei peggiori sindaci di questi ultimi anni, il potere dato ai privati ed ai condomini di irrorare zanzaricidi senza alcun controllo ha pesantemente compromesso l’ecosistema di Roma, con pesanti ripercussioni anche sul già precario stato di salute del Tevere e dell’Aniene, nonché contribuito all'inquinamento della costa laziale. Per tutta la primavera e l’estate, fino addirittura all'inizio delle scuole, a Roma è stato consumato l’ennesimo business sulla pelle dei cittadini e per giunta assolutamente inutile rispetto agli obiettivi target ma che ha falcidiato la biodiversità e sterminato le popolazioni di insetti non nocivi, come le api, di uccelli come le rondini e sovente anche nuociuto alla salute di animali domestici.
L’attuale amministrazione, anziché voltare celermente pagina e sebbene sollecitata da mesi ad adottare un provvedimento di rottura rispetto al passato e di reale tutela della salute pubblica e dell’ambiente, sta cincischiando.
Sappiamo bene che i poteri forti, i grossi interessi criminali della lobby dei pesticidi sono in moto per garantire un altro anno di irrorazioni, ma ci aspettiamo un drastico cambio di rotta per far si che Roma Capitale, che già è il principale consumatore europeo di prodotti biologici grazie agli oltre 200.000 pasti biologici serviti ogni giorno nelle sue scuole, diventi pure l’area amministrativa biologica più vasta d’Europa, avviando proprio da questo il riscatto di un territorio martoriato.
Sebbene la logica delle ordinanze in materia di zanzaricidi va superata perché fondate
sul terrorismo psicologico di false-epidemie di malattie subtropicali come da Dengue o la
chikungunya, sostanzialmente sconosciute in Italia da un punto di vista epidemiologico, il settore non può essere deregolamentato come sta succedendo a Roma: il 23 ottobre 2015 Gruppi Ricerca Ecologica Lazio ed European Consumers hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica (lo trovate nell'area Download ed è liberamente scaricabile) per accertare, tra l’altro, la responsabilità degli enti ai quali spetta il compito di vigilare sulla diffusione dei pesticidi e dei prodotti dannosi per l’ambiente, invitando tutti i primi cittadini dei Comuni del Lazio, e quindi anche Roma, ad assumere ogni misura e cautela volte ad eliminare l'inquinamento e le emissioni prodotte e i rischi per la salute della popolazione.
Tale provvedimento è stato notificato anche alla Sindaca Raggi subito dopo la sua elezione in quanto è al Primo cittadino che, nella veste di autorità sanitaria locale, in ossequio all'art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall'art. 3-ter del D. L.vo n. 152/2006, compete fronteggiare adeguatamente e tempestivamente la minaccia di danni gravi ed irreversibili per i cittadini e per l’ambiente, attraverso gli strumenti normativi ritenuti più idonei.
Se non si corre ai ripari in tempi strettissimi, mettendo anche i privati e le imprese in condizione di predisporre tempestivamente interventi eco-compatibili le irrorazioni saranno di nuovo a tappeto, anche in prossimità delle scuole e dei parchi, nonostante sia oramai dimostrata l’associazione tra insetticidi ed autismo, dopo che da anni ISPRA, ISDE, CNR, AIRC e la letteratura scientifica internazionale hanno acclarato i collegamenti con Alzheimer, Parkinson, diabete, malattie cardiocircolatorie, respiratorie, sclerosi laterale amiotrofica, patologie renali, disordini riproduttivi e cancro.
Con la lotta biologica tutte queste misure non sono richieste, ed anzi si è certi di colpire esclusivamente le zanzare senza rischiare tossicità per gli animali d’affezione, sterminare insetti impollinatori come le api o preziosi antagonisti come i pipistrelli.

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venerdì 11 novembre 2016

Presenti per difendere l'apicoltura da agrofarmaci e cambiamenti climatici


sabato 3 settembre 2016

Magliano Romano - il Tar sospende nuovamente l'ampliamento della discarica

Il Tar del Lazio con ordinanza n. 04895 del 31 agosto 2016 ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dall'associazione ambientalista GRUPPI DI RICERCA ECOLOGICA del Lazio insieme a 78 cittadini, al Comitato NO DISCARICA MAGLIANO ROMANO, ed all'associazione VAS Aps Onlus, in collaborazione con l'Associazione Raggio Verde e patrocinati dagli Avvocati V. Teofilatto, D. Terracciano e A. Di Matteo, per la realizzazione di un impianto di trattamento chimico fisico del percolato a servizio della discarica di inerti di Magliano Romano. Analoga azione è stata altresì promossa parallelamente dall'Amministrazione comunale di Magliano Romano.

Nell'ordinanza si legge che la vicenda dedotta in giudizio “evidenzia profili di criticità sia con riguardo alla determinazione di non assoggettabilità a VIA della proposta di modifica dell’impianto […], sia con riferimento allo scarico delle acque trattate nel fosso di Monte Pizio, sia infine alle genericità delle prescrizioni imposte che, prima facie [..] non appaiono sufficienti a garantire l’effettività dei controlli, […] ravvisando pertanto un pregiudizio imminente e irreparabile per l’ambiente e per i cittadini”.

La sospensiva arriva ad appena quattro mesi di distanza dalla sentenza con la quale il Tar Lazio aveva annullato un’ulteriore autorizzazione concessa dalla Regione Lazio, che avrebbe consentito l’ingresso in discarica di ulteriori rifiuti di dubbia natura inerte. La decisione del Tar mette in luce ancora una volta l’atteggiamento superficiale tenuto della Regione Lazio nel concedere alcune autorizzazioni di indubbio impatto negativo sulla salute dei cittadini e sulla salvaguardia dell’ambiente.

I GRE auspicano pertanto un radicale cambio di atteggiamento da parte della Regione Lazio, la quale, nel rispetto dei principi di buon andamento e di leale collaborazione, dovrebbe dimostrare maggiore sensibilità ed attenzione nei confronti delle Amministrazioni locali, dei cittadini, dei comitati, delle imprese agricole del territorio, e dalle associazioni ambientaliste, rimasti purtroppo sino ad oggi tristemente inascoltati.  

Un plauso va a tutti coloro che con il loro tempo, la loro costanza ed il loro quotidiano impegno hanno permesso di raggiungere questo nuovo importante risultato, dimostrando ancora una volta la ferma volontà di voler tutelare il territorio e la salute dei cittadini. Non chi comincia, ma quel che persevera!

mercoledì 31 agosto 2016

Terremoto: con la morte nel cuore ma in prima linea


Sette giorni fa il cuore d'Italia è stato scosso.
Sette giorni fa una comunità sana è stata martoriata, le famiglie spezzate, i borghi polverizzati.
Sette giorni fa si sono riaperte le ferite nell'animo di chi ha vissuto analoghe tragedie.
I Gruppi Ricerca Ecologica Lazio si sono subito attivati per cercare di soccorrere le popolazioni dell'alto reatino.

Quando il 25 sera siamo arrivati ad Amatrice per consegnare un primo pacco di farmaci (campioni gratuiti messi a disposizione del Reparto di Cardiologia dell'ospedale S. Camillo de Lellis di Rieti e cortesemente donatici dal Direttore), la devastazione dinanzi a noi ci ha posto di fronte all'interrogativo sulla nostra adeguatezza ad essere presenti in quella tragedia senza pari.
Senza riflettori puntati addosso, senza guru del marketing a pianificare il nostro intervento, senza joint venture con grossi marchi commerciali, senza chiedere soldi a nessuno, abbiamo deciso di tentare semplicemente di recare sollievo a quelle piccole esigenze che rendono ulteriormente mortificante la condizione di chi viveva in un paradiso e all'improvviso non ha più nulla.

Marco Tiberti con Giuseppe Amici e Arianna Pezzotti
presso campo base NOE in Loc. Cormillo Vecchio
La comunità si è messa in movimento.
Il giorno successivo è arrivato presso il centro di smistamento di Cittareale il primo furgone carico di beni raccolti a Formello e in tutta Roma Nord dalle associazioni Futurazione e Viviamo Le Rughe, oltre ovviamente dai Gre Lazio, coordinati da uno strepitoso Marco Rapagnani.
Il giorno successivo il furgone è diventato un camion. E quello dopo ancora un altro camion stracarico di acqua, mascherine, scatolami, coperte, prodotti per l'igiene personale, abiti.
Nel frattempo il Comitato di Quartiere La Rustica si è attivato nel territorio di Roma Est.
Quello che ci siamo resi conto serviva prima di tutto, erano medicinali e prodotti medicali: per curare ferite, ma anche per far continuare terapie a malati cronici.
E quindi abbiamo iniziato a recarci in ogni borgo distrutto, ogni paese crollato, cercando di dare una risposta alle richieste specifiche che ci pervenivano. In questo "peregrinare" abbiamo incontrato nuovi compagni di viaggio unitisi alla "Compagnia": su tutti Giuseppe Amici della Protezione Civile di Cittareale e Arianna Pezzotti, il dott. Marcello Nobili di Cittaducale e Federica D'Ascienzo dell'associazione Micciani Unita, e poi l'eccezionale Ludovico Gippetto (che da Palermo ci ha trovato un frigorifero addirittura a Terni).

Volontari distribuiscono i beni raccolti dal GRE Lazio


Volontari distribuiscono i beni raccolti dal GRE Lazio
Cornillo Vecchio... e dov'è? Una delle tante frazioni di Amatrice, lontana appena due chilometri ma un'eternità quando le strade sono impraticabili e le auto comunque distrutte. 887 di altitudine, appena 36 anime rimaste a vagare tra le macerie. Quelle stesse macerie tra le quali una statua della Vergine Maria si ergeva miracolosamente intatta ed è stata raccolta dalle premurose mani dei Vigili del Fuoco.
E questo è diventato un pò il nostro avamposto verso Prato, Colle Pagliuca, Moletrano, Sant'Angelo, San Lorenzo Flaviano...
Ovunque stiamo andando, quello che ci colpisce è che nonostante la distruzione sia stata totale, il popolo che abita questi luoghi ha un'immensa dignità pur nell'umiltà: nessuno vuole andare via, abbandonare la terra natia, i monti, gli animali, le aziende.

Frigorifero donatoci
grazie a Ludovico Gippetto
C'è voglia di ripartire, ricostruire. Anche se al momento tutto appare impossibile. Anche se ricominciare non potrà mai cancellare il dolore per gli affetti strappati quella notte maledetta e i sacrifici di una vita mandati in polvere.
Poi al campo base NOE di Cornillo, i terremotati decidono di cucinare e "donare" un piatto di pasta tipico, a noi, alla Protezione Civile, ai militari dell'Esercito: nonostante il dolore, nonostante lo sconforto, nonostante le difficoltà, attraverso la tradizione, la cultura, le origini si intravede il desiderio di speranza.
E ti rendi conto che questo popolo ce la farà!






    "All'improvviso"

    Annavano in montagna pe scappà dar gran casino
    senza avé telefonato a quer bastardo der Destino
    che s' è fermato appena sotto la superfici...e
    de quer paese che chiamaveno Amatrice.
    Lì se magnava bene e de gran gusto
    e ogni posto pe magnà era er posto giusto.
    Se viveva come nell' antichi tempi,
    co li grossi belli sazi e li regazzini che corevano contenti.
    All' improvviso mentre Morfeo li accarezzava 
    er buio de la Morte sospirava
    portannose via quell' Anime innocenti
    dal seno de la madre, dall' amore dei parenti.
    Nun hanno manco potuto combatte da dentro al letto
    perchè all' improvviso è diventato er tetto
    e tutto quello che ce stava in mezzo je impedisce de strillà
    perchè spigne sopra ar petto e nun li fa respirà.
    All' improvviso se svejeno e nun sentono più dolore
    ma un senso de riposo, un' onda de calore. 
    Se sentono rinati, lontani dall' inferno, 
    e vedeno de sta vicino ar Padre Eterno.
    Je chiedeno "Signore perchè c' hai richiamato...
    In fondo er nome tuo avemo sempre rispettato",
    er Padre Eterno allora ha acceso na luce e fatto 'n gran soriso,
    j' ha detto a tutti quanti "questo è er Paradiso,
    nun dovete più stancavve, nun dovete tribbolà, 
    avete guadagnato l' eterna libertà".
    All' improvviso se esente chiamà e quarcuno se arisveja
    e comincia e respirà capendo che la morte nun ha preso er sopravvento, 
    e che nun è er momento de annà dar Padre Eterno.
    E' stato un brutto sogno e ne stamo a uscì
    e mo trovamo er nerbo pe potè ricostruì,
    non solo le casette, la chiesa e le villette
    ma la Dignità de giovani e vecchiette
    ...che certo torneranno in men che non si dice
    a vive in quer Paese che se chiama ancora AMATRICE!!!

    (anonimo romano)


venerdì 1 luglio 2016

I GRE donano 14 lecci selezionati dal CFS al Santuario di Fonte Colombo

L'ingresso del santuario di Fonte Colombo, a Rieti
« Altissimu onnipotente bonsignore, tue so' le laude la gloria e l'honore et onne benedictione. », così inizia il Cantico delle Creature di San Francesco, un inno alla potenza del Signore e alla bellezza della Natura. 

Ma in pochi sanno che il Santuario di Fonte Colombo di Rieti è una delle principali tappe del cosiddetto Cammino di San Francesco, ovvero i luoghi fondamentali nella vita del Santo di Assisi.

E le associazioni GRUPPI DI RICERCA ECOLOGICA ed EUROPEAN CONSUMERS hanno inteso omaggiare la santità di questo luogo con un dono simbolico e nello spirito francescano: 14 lecci selezionati presso il vivaio forestale nazionale di Pieve Santo Stefano sono stati donati ai franti francescani affinché possano crescere rigogliosi sul Monte Rainero, quello stesso che San Francesco approcciò come Mosè sul Sinai.

Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione
della Biodiversità Forestale di Pieve Santo Stefano (AR) 
Uno stage di ricerca presso Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale di Pieve Santo Stefano – ha affermato Marco Tiberti, Responsabile Agromafie G.R.E. Lazio e Responsabile Dipartimenti Acque e Alimentazione in European Consumers – è stata l’occasione per conoscere questa splendida realtà scientifica, il cui futuro è però seriamente minacciato dalla soppressione del Corpo Forestale. E’ per questo che abbiamo voluto “prendere” una testimonianza di tale impegno scientifico, selezionando quattordici piante insieme agli esperti vivaisti al fine di destinarli ad uno dei massimi luoghi del Cammino di San Francesco”.

E infatti San Francesco, intento a riformulare la Regola che gli era stata bocciata dalla Chiesa, si ritirò proprio sul Monte Rainero, ad appena 7km da Rieti, percorrendo un sentiero tra fitti rami di lecci secolari dirigendosi verso quello che era solo un presidio dei frati benedettini di Farfa. Qui sopra San Francesco scoprirà una fonte di acqua pura: insieme alle colombe si disseta e comincia a chiamare quel luogo Fonte Colombo. Trova una piccola grotta naturale e la sceglie per ripararsi a meditare: è il sacro speco. Senza barriere contro animali e intemperie, passa qui quaranta giorni. A volte affacciandosi verso la Valle Santa, un ammasso di nuvole copre la pianura che sta sotto, come una coperta di cotone bianco: al di sopra il sole e il cielo blu dipingono una cartolina.

Per la sua longevità secolare, il leccio è considerato l'albero della vita – continua Marco Tiberti – una volta quando nascevano un bambino veniva piantato un leccio, che può arrivare a sfiorare finanche il millennio, rappresentando l’eterna sacralità della vita. I 14 piccoli lecci donati dalla Forestale sono stati tenuti per un periodo di acclimatamento a Cittaducale, ed ora, anche in considerazione che vivono  nella zona fitoclimatica del lauretum, li abbiamo affidati alle premure di frate Marco che li farà crescere in vaso durante il periodo siccitoso estivo per poi trapiantarli nel bosco circostante il Santuario di Fonte Colombo”.

martedì 21 giugno 2016

Xylella, le nostre tesi approdano alla Northwestern University di Chicago

University Hall, Northwestern University
Il ricercatore Thomas Simpson è professore associato presso la Northwestern University di Evanston e Chicago, nell'Illinois, nonché autore di un blog in inglese dedicato all'emergenza Xyella in Puglia con lo scopo di offrire al mondo anglofono una fonte d’informazione oggettiva e affidabile sul problema controverso e delicato che stanno vivendo gli uliveti salentini. 

Ebbene, il professor Simpson ci ha scritto perché ha ritenuto che il nostro rapporto sulla xylella dovesse essere pubblicato anche sul blog da lui curato e veder tradotte in inglese la prefazione e le conclusioni.

Tale interesse ci soddisfa per due motivi: il primo, nel merito, perché non senza un pizzico di presunzione riteniamo che il lavoro che abbiamo editato e a cui hanno contribuito organizzazioni e ricercatori di massimo spessore sia la prima sistematizzazione della problematica scevra da guerre di posizione; e la seconda, nel metodo, perché la scelta della democrat research, ovvero raccogliere idee e studi e condividerli in maniera aperta sottoponendoli ai contributi ed alle critiche della comunità scientifica è una scelta coraggiosa e in netta controtendenza.


martedì 14 giugno 2016

Agricolae.eu denuncia: "la Regione Lazio non monitora i pesticidi nelle acque interne"

Luigi Cerciello Renna
Presidente del Centro Studi AgriEthos
Docente di Diritto Ambientale

Secondo il docente di diritto ambientale dell'Università di Salerno nonché presidente del Centro Studi AgriEthos, che ha analizzato direttamente i dati disaggregati dell'ISPRA del Ministero dell'Ambiente, nel Lazio si registrano "in relazione ai dati del 2014 appena 5 siti di monitoraggio e 47 campioni esaminati nell'intero territorio regionale per le acque superficiali (dietro tutte le altre; contro i 303+2.179 della Lombardia e i 155+774 del Veneto), mentre per le acque sotterranee 21 siti di monitoraggio e 153 campioni esaminati (alle spalle, solo la Valle d’Aosta e le Province di Trento e Bolzano; contro i 521+1.030 della Lombardia e i 333+641 del Piemonte)".

Ciò denota anche quantitativamente quanto i Gruppi di Ricerca Ecologica denunciano da tempo, ovvero l'assoluta inadeguatezza del monitoraggio, e pertanto della prevenzione dell'inquinamento da pesticidi nelle acque interne: laghi, fiumi, torrenti, canali, falda freatica.

Il lago di Vico, afflitto da un'alga rossa e da arsenicati
Immagine tratta da www.viterbopost.it
Una vera e propria emergenza, che ha raggiunto picchi di un'estrema gravità in bacini come il lago di Vico, dove il livello di inquinanti è tale da minarne addirittura la balneabilità: l'ennesimo smacco per il l'approssimazione dell'Amministrazione regionale che appena a maggio, con decreto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ha classificato il lago di Vico balneabile e le sue acque di qualità eccellente, salvo essere immediatamente smentita dalla stessa Arpa Lazio che, con le sue rilevazioni, ha indotto il Comune di Ronciglione ad emettere un'ordinanza di non balneabilità temporanea dal 26 maggio 2016.

Di una cosa c'è certezza, come ipotizzato dallo stesso professor Cerciello Renna: la mancanza di una leale collaborazione istituzionale tra pubbliche amministrazioni appartenenti ad un diverso livello di governo, principio sancito dal legislatore e ribadito dal Consiglio di Stato e dalla Corte Costituzionale.



domenica 12 giugno 2016

Il killer glifosate

Online e liberamente scaricabile "Il killer glifosate", la nuova pubblicazione a cura dei GRE LAZIO frutto del lavoro di Pietro Massimiliano Bianco, Valter Bellucci, Carlo Jacomini (ISPRA, Dipartimento Difesa della Natura), Rosalba Tamburro (Università “la Sapienza” di Roma, Dipartimento di Biologia Ambientale), Roberto Ronchetti (Professore Emerito di Pediatria presso Sapienza Università di Roma)


venerdì 3 giugno 2016

Sostegno al Forum italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio

Molto grave e assolutamente da evitare che la modifica al “Decreto trasparenza” abroghi l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di rendere note le proposte di trasformazione urbanistica prima che esse siano portate all'approvazione. 


La rete delle oltre 1.000 organizzazioni che compongono il Forum nazionale “Salviamo il Paesaggio” (www.salviamoilpaesaggio.it) invita il Presidente della Repubblica e il Governo a rivedere con urgenza un punto fondamentale dello schema di decreto legislativo modificativo del D.Lgs. 14/3/2013 n. 33 (c.d. "decreto trasparenza") approvato dal Consiglio dei Ministri il 16/5 u.s. e rubricato “revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza …”. 

Ci riferiamo, in particolare, alla "trasparenza dell'attività di pianificazione e governo del territorio", attualmente normata dall’articolo 39 del D.Lgs. 14/3/2013 n. 33, di cui pare esserne decisa dal Consiglio dei Ministri la sorprendente abrogazione dell’importante lettera b del comma 1. Tale punto così recita: «per ciascuno degli atti di cui alla lettera a) sono pubblicati, tempestivamente, gli schemi di provvedimento prima che siano portati all'approvazione; le delibere di adozione o approvazione; i relativi allegati tecnici». 

Per atti di cui alla lettera a) sono intesi tutti gli atti di governo del territorio, tra gli altri i piani territoriali, i piani di coordinamento, i piani paesistici, gli strumenti urbanistici generali e di attuazione, nonché le rispettive varianti. 

Si tratta oltretutto dell’abrogazione di una procedura di pubblicizzazione degli atti grazie alla quale, in caso di mancata pubblicazione preventiva, gli atti non acquisivano efficacia né potevano produrre effetti. Un punto di fondamentale importanza in quanto offre la democratica possibilità a qualunque cittadino o portatore di interessi di essere informato prima e di disporre del tempo necessario per la relativa valutazione e la preventiva presentazione di eventuali contributi tecnici in grado di equilibrare le scelte unilaterali delle amministrazioni. 

Riteniamo pertanto che la sua abrogazione rappresenti un grave errore, che non esprime la ricerca di dialogo, pubblicità e trasparenza da tutti auspicata e che metta gravemente a rischio sia il principio di carattere generale volto a tutelare la trasparenza e la pubblicità degli atti della P.A., che il diritto di partecipazione della cittadinanza. 

Per tale palese motivo invitiamo il Governo a rinunciare alla sua promulgazione.

giovedì 19 maggio 2016

Tutta la verità su xylella fastidiosa e olivo

Il più importante ed esaustivo documento scientifico legale sulla xylella mai realizzato prima, liberamente scaricabile e per un mese anche su research.gate e academia.edu per public review.
I Gruppi Ricerca Ecologica ringraziano tutti gli artefici di questo prezioso lavoro a difesa della Sovranità Alimentare!

Clicca e scarica il report

domenica 15 maggio 2016

Striscia la Notizia alla discarica di Magliano Romano

Charlie Gnocchi alias Mr. Neuro, alla presenza del Presidente del Comitato No Discarica di Magliano, Alessio De Guttry, e del Dirigente regionale dei GRE Lazio, Tullio Carbonetti, ha portato alla ribalta del grande pubblico di Canale 5 i timori della popolazione maglianese e dei produttori agricoli locali.

Il risultato è importante, pur non potendo non evidenziare che la trasmissione di Antonio Ricci ha clamorosamente ed inspiegabilmente ritenuto di non fornire la notizia della recentissima vittoria piena al Tar del Lazio contro l'ampliamento della discarica, preferendo dare spazio alla Dirigente del Ciclo Integrato dei Rifiuti ed al Capo ufficio stampa della Regione Lazio che si sono limitati a rassicurare i cittadini (che invece sono stati tranquillizzati esclusivamente dal Tribunale Amministrativo Regionale).

Clicca e guarda il video di Striscia la Notizia andato in onda il 14/5/16


sabato 14 maggio 2016

conoscete gli effetti sull'ambiente del piano Silletti per la xylella?

La mappa delle eradicazioni rielaborata
dalla testa online Lo Strillo News
Mancano poche ore alla pubblicazione del primo lavoro scientifico che esamina gli effetti sull'ambiente del piano Silletti per la xylella, a cura - tra gli altri - dei Gruppi Ricerca Ecologica del Lazio.

Anche dopo il pronunciamento favorevole alle eradicazioni di centinaia di migliaia di ulivi da parte dell'Avvocato generale della Corte europea di Giustizia, continua la battaglia contro il tentativo di sconvolgimento del paesaggio e del patrimonio olivicolo (vero e proprio atto di guerra mosso contro la nostra Sovranità Alimentare), che non è ancora finita ma anzi crediamo appena iniziata.

Prendiamo atto che ancora oggi si tentenna sul come agire e cosa sia necessario fare e cosa invece sia dannoso. 

Non c'è stato un coraggioso atto politico di netta affermazione del ripristino della biodiversità di tutto il territorio compromesso in sessant'anni di screditato sfruttamento con l'agrochimica; non un incentivo alla necessaria conversione biologica con tutti i benefici per la salubrità del cibo e per la salute pubblica e dell’ambiente.

Coloro che per primi si sono opposti al piano politico di sradicamento e avvelenamento obbligatorio sono state le aziende biologiche rappresentanti del Comitato SOS Salviamo Ora gli ulivi del Salento: sostenerle e non abbandonarle significa volere con forza una rivoluzione culturale, un tassello necessario per la salvezza del pianeta e dei suoi abitanti. 

Per questo invitiamo tutti a visitare il seguente link:
Grazie!

venerdì 6 maggio 2016

DISCARICA DI MAGLIANO ROMANO, VITTORIA PIENA AL TAR DEL LAZIO!

Accolto il ricorso che 91 cittadini residenti nella zona, il Comitato No Discarica Magliano Romano ed i Gruppi Ricerca Ecologica Lazio, con l’ausilio degli Avvocati Vittorina Teofilatto, Daniela Terracciano e Alessandro Di Matteo, nonché l'Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Ettore Turchi e dal vicesindaco Adolfo Costanzi, hanno proposto al Tar Lazio avverso la determinazione della regione Lazio del 22/07/2015 n.G9137 con la quale la Idea 4 srl era stata autorizzata a conferire ulteriori rifiuti nella discarica di inerti di Magliano Romano. 
 E’ una vittoria particolarmente importante in quanto il Tar non solo riconosce il ruolo che, negli anni, ha svolto il Comitato di Magliano, ma anche perché l’azione proposta è servita ad evitare che l’ennesima autorizzazione concessa alla Idea 4 dalla Regione Lazio recasse danni concreti e "non meramente ipotetici" per l’ambiente. 

Infatti la Regione aveva già assentito 92 codici di rifiuti, nonché 2 codici CER tramite silenzio assenso e, con il provvedimento impugnato, aveva permesso il conferimento di ulteriori 21 codici CER. Sulla natura effettivamente inerte di questi ultimi, sulle modalità di controllo, sulle possibilità di rimediare ad eventuali danni ambientali, il Tar non solo ha condiviso i numerosi dubbi del Comitato e dei G.R.E. Lazio ma ha anche stigmatizzando l’operato della Regione Lazio che si è limitata solo a “prendere atto” di rappresentazioni pur sempre fatte da una parte privata, ossia dalla Idea 4, senza alcuna verifica e istruttoria permettendo di fatto che l”ampliamento dei rifiuti si traducesse “in un generatore di rischi ambientali”.  

Tanto è stata macroscopica l’illegittimità rilevata, che il Collegio dopo aver definito come “vistoso” il vizio di legittimità del provvedimento impugnato, si è sentita in dovere di richiamare la Regione, semmai ce ne fosse stato realmente bisogno, ad applicare l’evidente principio di buon senso che “se la discarica è stata assentita secondo il procedimento proprio stabilito per discariche di inerti, occorre che i rifiuti che vi si adducono siano sicuramente inerti. Se questa certezza non sussiste il rifiuto dubbio non deve allora pervenire alla discarica”.

Prosegue il Collegio sottolineando che “qualora poi, per effetto di una rinnovata e più approfondita ed aggiornata istruttoria, la Regione dovesse avvedersi di un eventuale intento di parte orientato a far modificare in modo sostanziale l’assenso alla discarica di cui già dispone (da discarica per inerti a discarica di rifiuti di natura diversa), la stessa avrà altresì modo di valutare se ed in quale misura le circostanze di fatto ed ambientali siano in grado di prendere in considerazione un tale più ampio intento di Idea4, alla luce peraltro degli interessi altresì coinvolti delle altre parti privati e di quelli di più generale e pubblica natura.” 

Pertanto, in considerazione della sonora bocciatura del provvedimento impugnato, il Comitato No Discarica Magliano Romano e i Gruppi Ricerca Ecologica Lazio sperano che la sentenza del Tar Lazio sia di monito per la Pubblica Amministrazione, e in particolare per la Regione Lazio, dissuadendola almeno per il futuro dal concedere con troppa superficialità altre analoghe autorizzazioni di modifica  ed ampliamento di discariche senza prima aver effettuato tutti gli atti e le verifiche di competenza al fine di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini.

sabato 30 aprile 2016

Glifosate e Pesticidi: dai campi di Sterminio... allo Sterminio dei Campi

BANDIRE L'ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA CHE STA DEVASTANDO LA SALUTE PLANETARIA E L'AMBIENTE
(commento tecnico-giuridico all'articolo apparso sul "Salvagente")

"FORCHETTATE LETALI"... EVITIAMO LA ROULETTE RUSSA DEI PESTICIDI CON L'AIUTO DELLA COSTITUZIONE

di Giuseppe Altieri
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La rivista il "Salvagente" rivela residui dell'erbicida Glifosate, al centro di un dibattito scientifico sulla sua tossicità, in una cinquantina di alimenti a base di cereali, definiti "fortunatamente" nei limiti di legge. Secondo i produttori non ci sarebbe "nessun rischio neppure mangiando 200 kg di cibo al giorno"...

In realtà tali affermazioni sono molto pericolose per la salute pubblica e l'ambiente, diritti tutelati dalla Costituzione Italiana e dal Principio di Precauzione Europeo, per cui andrebbero perseguite.
Libertà di parola... ma non di falsificazione.

Grano Manitoba, il cosiddetto grano "di forza" (per la pizza e il pane) come le altre farine di importazione da agricolture che consentono la "pratica incivile e criminale" di disseccare le coltivazioni con agenti chimici che uccidono tutto "prima della raccolta". 
Ma non solo grano... cereali, legumi, patate, ecc. tutti sottoposti all'agente arancio "secca-tutto" che in tal modo avvelena la base della dieta umana e crea scorretta concorrenza contro le zone agricole a maggior vocazione per le colture cerealicole e i legumi, ovvero il Mediterraneo laddove le coltivazioni maturano e si asciugano al Sole. 
Grano per la pasta e il pane, orzo per la Birra o granella per il bestiame... tutto al glifosate, dannosissimo per la salute e distruttore dell'ambiente e dell'humus dei terreni.
CON RESIDUI IN CONTINUO AUMENTO NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE (DATI ISPRA) e bio-accumulo nelle catene alimentari, carni e latticini, con "l'Uomo al vertice del rischio"

Tutto innaturalmente "avvelenato a norma di legge", visto che tali residui chimici sono consentiti negli alimenti, in quanto i Pesticidi non sono biodegradabili ed una volta usati persistono per lunghissimi periodi.

ASSISTIAMO DA DECENNI al CONTINUO AUMENTO DELL'USO DI PESTICIDI  e AL PARALLELO DRAMMATICO AUMENTO DI MALATTIE DEGENERATIVE (CELIACHIE, TUMORI, LINFOMI, STERILITA', SENSIBILITA' CHIMICA MULTIPLA, ECC.).

Come si può tranquillizzare gli Italiani dicendo che i residui di Glifosate trovati negli alimenti sono inferiori ai limiti di legge ?
GLI EFFETTI DI TALI SOSTANZE non dipendono dalla loro quantità bensì dalla diversa sensibilità delle persone, per cui i più deboli risultano le prime vittime, insieme agli agricoltori che ne fanno uso ed abuso.
In particolare i bambini rappresentano la categoria a massimo rischio, dal momento che i cosiddetti limiti, che definirei di vera e propria "in-tolleranza", sono stabiliti su un corpo di 60 kg di peso, ovvero un adulto, violando in tal modo sia il principio di precauzione che gli Art. 32 e 3 della Costituzione, sul diritto alla salute e sull'uguaglianza e pari dignità dei cittadini di fronte alla legge.
Il glifosate altera l'equilibrio dei microrganismi intestinali, uccidendone diversi, ed è un probabile cancerogeno secondo lo IARC (Ist. di ricerca sul cancro di Lione, dell'OMS).
Tale probabilità non dipende dalla sostanza bensì dalle vittime della contaminazione, più o meno sensibili alla sostanza stessa, cancerogena.
L'Italia, dove si usa oltre il 35% di tutti i pesticidi europei con un livello circa dieci volte maggiore (per ettaro e per abitante) rispetto ai partners UE, ha raggiunto il record mondiale dei tumori dell'Infanzia (dati OMS), perdendo almeno 8 anni di aspettativa di vita sana nell'ultimo decennio (Eurostat). 

Ricerche svedesi di molti anni fa correlano il Glifosate all'incremento del Linfoma Non Hodgkin e per questo motivo la Svezia ha denunciato la commissione europea per non aver applicato il principio di precauzione, vietando immediatamente tale sostanza da ogni uso.

PRINCIPIO DI PRECAUZIONE O DI DISTRUZIONE ACCERTATA?
Si rammenta che il principio di Precauzione, base del diritto europeo e nazionale, prevede l'inversione dell'onere della prova, ovvero che prima di immettere sostanze nell'ambiente e in particolare nell'agricoltura, dev'essere dimostrata la loro innocuità. 
Mentre invece, per il Glifosate come per tutti i Pesticidi chimici si continua a violare il diritto alla salute consentendo 50 anni di impieghi agroalimentari, per poi scoprire la tossicità e imporre i divieti... quando i danni sono accertati e ormai irreversibili.

Chi paga questi danni?
In una situazione di Stato di Diritto, come quella europea, le ditte produttrici di pesticidi chimici che forniscono i dossier sulla "sicurezza" delle sostanze e le commissioni che li approvano... ovviamente.

L’attuale normativa inoltre, non tiene conto della “sinergia negativa” tra le diverse sostanze residue, perchè i limiti di tolleranza sono stabiliti per ogni singolo principio attivo chimico e non è previsto un limite massimo ammissibile della sommatoria di diversi residui che possano essere presenti negli alimenti, che "moltiplicano” la loro tossicità, decine o centinaia di volte, anche a livelli minimi. I dati delle analisi chimiche sui diversi prodotti alimentari segnalano molto spesso la presenza contemporanea di molti residui chimici in ogni singolo alimento, spesso con decine di residui assunti durante il pranzo, soprattutto in una dieta varia come quella mediterranea, composta di più alimenti.

Si ricordi che per abrogare le soglie di tolleranza dei pesticidi negli alimenti in Italia si è tenuto un referendum popolare nazionale nel 1992, con circa 20 milioni di voti espressi, di cui oltre il 95% favorevoli !

Referendum che ha preceduto l’avvio dei programmi agroambientali europei con il Regolamento CE 2078/92, nello stesso anno, dopo che la Comunità Europea aveva definito il primo regolamento sull’agricoltura biologica (Reg. 2092/91), ai fini della certificazione della stessa. Anche se sarebbe stato ancor più opportuno un Regolamento sulla certificazione della presenza di residui chimici negli alimenti, al fine di consentire al consumatore di difendere la propria salute, oggi “avvelenata a norma di legge” e senza avvisi in etichetta.

Si pensi al paradosso giuridico secondo cui una mela biologica con un residuo appena sopra i limiti di legge di un prodotto come il rame, facilmente lavabile essendo solubile e di copertura della vegetazione, risulterà illegale e non commerciabile, mentre un’altra mela (o una bottiglia di vino come qualsiasi prodotto alimentare), con presenza di 15-20 residui chimici differenti, ciascuno entro i limiti di legge, ma la cui sommatoria supera di gran lunga il residuo della mela “fuorilegge per eccesso di rame”, risulterà perfettamente legale e potrà essere presente sugli scaffali dei supermarket. Oltretutto con residui chimici sistemici e/o citotropici, ovvero che penetrano all’interno dei frutti e che pertanto non potranno essere lavati ne, tantomeno, asportati togliendo la buccia.
La differenza tra la mela di Eva e quella di Biancaneve…
Il Glifosate non ha tempo di carenza in quanto è un disseccante totale che uccide tutto, per cui viene venduto per distruggere l'erba prima di seminare i terreni o per disseccarla sotto le coltivazioni arboree.
Ma qualche pazzo lo ha autorizzato per disseccare i raccolti, ed anche in Italia... verifichiamo chi è stato e fermiamoli !! 
C'è una commissione interministeriale presieduta dal Ministero della "Sanità" (o della Malattia se preferite) che decide per tutti... SULLA PELLE DI TUTTI.
Tale uso e' illegittimo perchè non si può prevedere l'uso di prodotti chimici pre-raccolta, pena l'incremento dei residui chimici nei prodotti agricoli. E in mancanza di un tempo di carenza, visto che il prodotto lo si da proprio "sul raccolto".
BANDIRE IL GLIFOSATE, ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA CHE STA DEVASTANDO LA SALUTE PLANETARIA E L'AMBIENTE, MODIFICANDO IL CLIMA E DISTRUGGENDO L'HUMUS DEI TERRENI E LA FOTOSINTESI. 
Non basta che un’applicazione chimica o tecnologica sia giudicata economicamente utile a qualcuno per poterla applicare. La costituzione Italiana regola l'attività economica al fine di garantirne l'aspetto sociale (Art. 41 e 42 Costituzione) e lo sfruttamento razionale dei suoli (Art. 44), incompatibile con l'impiego dei disseccanti totali che lo sterilizzano. 
E un tale “modus operandi”, seppur divenuto normale e sempre più abusato, non per questo è considerabile legittimo. Anzi s’impone un rafforzamento dell’azione di controllo e repressione
E’ utile precisare che le soglie di tolleranza sono stabilite su criteri di tossicità acuta e mal si adattano ai criteri, molto più complessi, riguardanti la tossicità cronica di medio e lungo periodo. E ancor meno per gli organismi in via di sviluppo, come i nascituri e i bambini e per quelli ancor più sensibili di chi è già soggetto a patologie croniche, come nel caso degli anziani.

In sostanza, non può esistere una “normale tollerabilità” nei confronti delle sostanze “normalmente tossiche” e pericolose per la salute (come è scritto a chiare lettere nell'etichetta dei Pesticidi chimici), ma solo la necessaria e “massima tutela possibile”, azzerando i residui chimici negli alimenti. 

E’ necessario e improcrastinabile, per le drammatiche conseguenze e costi sociali di tali comportamenti irrazionali, reiterati da decenni in violazione della Costituzione, mettere un freno immediato all’irrorazione di sostanze chimiche sintetiche in agricoltura imponendo “sic et simpliciter”, oggi e non domani, l’applicazione delle tecniche di coltivazione biologica, non essendo logico ne ammissibile alcuna attività economica, ne tanto meno un guadagno, che arrechi danno ad altri.

...LA FORCHETTATA LETALE, EVITIAMO LA ROULETTE RUSSA DEI PESTICIDI

Le analisi di tipo quantitativo, usate per determinare l’eventuale superamento dei limiti di legge dei residui chimici negli alimenti e nell'acqua, rappresentano solo dei dati medi, statisticamente condizionati dal campionamento delle diverse derrate alimentari provenienti da diverse zone di coltivazione, più o meno irrorate con sostanze chimiche. 

E l’irrorazione con mezzi manuali o meccanici, non è mai uniforme su tutta la coltivazione, dipendendo da numerosi fattori, mai controllabili con precisione, come il diverso sviluppo vegetativo delle singole piante, la ventosità, seppur di minima entità, l’avanzamento non omogeneo delle macchine per ostacoli, manovre, difformità del terreno e delle tipologie di macchine che spruzzano pesticidi, ecc.


Pertanto, vi sarà sempre una presenza di residui di entità variabile e casuale, nelle diverse frazioni dei raccolti e, pertanto negli ambienti e nelle derrate alimentari contaminati, rispetto al dato medio rilevato, il che comporta rischi maggiori per la salute, derivanti dalle frazioni più contaminate. 


E chi mangerà le frazioni più contaminate dei raccolti,  per il casuale effetto “d’un vento assassino”, subirà quindi un maggior danno per la propria salute, con ulteriore violazione del principio di uguaglianza e pari dignità (Art. 3 Cost.), 

 Costituzione che non può di certo riferirsi a condizioni determinate dalla sorte, in un Gioco d'azzardo che lascia vittime i cittadini più sfortunati, oltre che più deboli.

VIETIAMO LA CHIMICA IN AGRICOLTURA, OGGI PER LO PIU' INUTILE VISTI I PROGRESSI DELLE TECNICHE BIOLOGICHE, E UTILIZZIAMO CORRETTAMENTE I FONDI EUROPEI DESTINATI A COMPENSARE I MANCATI RACCOLTI E MAGGIORI COSTI DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA. 

ABBIAMO 12 MILIARDI ALL'ANNO DI FONDI EUROPEI PER L'AGRICOLTURA DAL 2016 AL 2020

NE BASTANO 7 PER RICONVERTIRE TUTTA L'ITALIA ALLA COLTIVAZIONE BIOLOGICA, GARANTENDO AGLI AGRICOLTORI IL 30% DI REDDITO IN PIU', COSI' COME PREVISTO DALLE NORME EUROPEE, a fronte dei mancati raccolti e maggiori costi dell'agricoltura biologica.

MENTRE SPENDIAMO OLTRE CENTO MILIARDI ALL'ANNO PER MALATTIE DEGENERATIVE PROVOCATE DA OLTRE 300 PESTICIDI PRESENTI NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE CHE BEVIAMO (1 miliardo di € è il fatturato di pesticidi in Italia).
E IL PIU' PRESENTE E' PROPRIO IL GLIFOSATE...
Il principio di Precauzione europeo e il Diritto Costituzionale Nazionale impongono che nel dubbio, laddove il parere dello IARC (OMS, sicuramente più autorevole in quanto organismo sanitario internazionale di ricerca sul cancro) attesta la "probabile" cancerogenicità del prodotto, probabilità che dipende dalle vittime più o meno sensibili e non dal prodotto chimico stesso, cancerogeno, seppur di fronte al parere dell'EFSA, in apparenza contrastante, è necessario in ogni caso considerare bandita dalla produzione, commercio ed uso la sostanza chimica in questione, pericolosa per la salute.

Il Glifosate contrasta inoltre con gli obblighi di produzione integrata su tutto il territorio nazionale dal 1 gennaio 2014, ai sensi del D. lgs. 150/2012, essendo un mezzo chimico di distruzione totale che sostituisce, pertanto, un mezzo meccanico di taglio o di interramento delle erbe infestanti in agricoltura. Mezzo meccanico sostitutivo ed analogamente efficace e, pertanto, obbligatorio e prioritario nella difesa integrata delle coltivazioni agricole.

Di fatto, quindi, il Glifosate è vietato dalle leggi nazionali ed europee e non può essere usato ne in ambito agricolo che in quello extra-agricolo.

Giuseppe Altieri, Agroecologo

martedì 26 aprile 2016

“I Contratti di Fiume del bacino del Tevere: le esperienze partecipative si raccontano”

Il 30 aprile 2016, in occasione del passaggio della Discesa Internazionale del Tevere, da Città di Castello a Roma (in canoa, in bici, a piedi), presso la sede della Riserva Naturale Tevere-Farfa, alle ore 15.00, in via Tiberina km 28.100, Nazzano Romano, le esperienze partecipative dei Contratti di Fiume presenti all'interno del Bacino del Tevere si incontreranno e si racconteranno tra di loro. 
I GRE Lazio saranno presenti tra i relatori dell'incontro dal titolo “i contratti di fiume del bacino del Tevere: le esperienze partecipative si raccontano”, che ha lo scopo principale di far incontrare e far conoscere le diverse esperienze avviate, interrotte, concluse o in fase di partenza che porteranno alla realizzazione di un Contratto di Fiume all'interno del bacino tiberino.

I Contratti di fiume sono strumenti di governance del territorio, non pianificatori ma attuativi, che si sostanziano in programmi d'azione condivisi e coerenti con i piani esistenti rivolti alla scala geografica dei bacini fluviali. Il processo che caratterizza i Contratti di Fiume si basa su di un percorso che vede un concreto coinvolgimento e condivisione da parte di tutti gli attori. Attivare un “Contratto di Fiume” significa quindi prendere un impegno, anche progettuale, con una una pianificazione “ragionata” e non puntiforme. I contratti costituiscono una vera innovazione, una rivoluzione pacifica, democratica e dal basso, per reagire al continuo diffondersi del dissesto idrogeologico e della precarietà di un territorio reso sempre più drammaticamente vulnerabile dall'eccessiva antropizzazione e dalla carenza di manutenzione con lo scopo di valorizzare i servizi ecosistemici originati proprio dalla biogeografia fluviale. I contratti di fiume mettono insieme partner privati e pubblici per siglare accordi e impegni per la manutenzione del territorio, implementazione del ruolo ambientale dell’agricoltura, aree produttive ecologiche, corretto uso del suolo.

Tra i “narratori” saranno presenti una delle prime iniziative italiane di Contratto in Alto Tevere tra Umbertide e Perugia e l’attuale esperienza di Contratto della Media Valle del Tevere.

Parleranno però anche le esperienze di affluenti, primari e secondari, del Tevere quali il Paglia, il Nera e il Velino. I percorsi romani saranno raccontati per l’Aniene, per l’Almone e per il Tevere nel territorio urbano, con la neo esperienza di percorso metropolitano, dalla Riserva Tevere-Farfa fino al mare, e con il racconto della già avviata attività consortile per il tratto di Roma capitale.

All'incontro, patrocinato dal tavolo Nazionale dei Contratti di fiume e con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente, saranno presenti, oltre ad esperti di progettazione partecipata e riqualificazione fluviale, anche amministratori ed enti pubblici che potranno così ascoltare direttamente e contemporaneamente esperienze di partecipazione popolare all'interno del Bacino del Tevere, in cui i Gruppi Ricerca Ecologica Lazio sono parte attiva. L’ingresso è libero ed aperto a tutti gli attori del territorio.

La giornata è organizzata, tra gli altri, dalla Discesa Internazionale del Tevere, l’evento che da più di 35 anni percorre ogni anno tutta la valle del Tevere raccogliendo al proprio interno una conoscenza sportiva, culturale, naturalistica, geografica ed emotiva all’interno del fiume.

mercoledì 6 aprile 2016

Manuali per la lotta biologica alla zanzara tigre

Pubblicate le prime tre dispense dei GRE LAZIO per la lotta biologica alla zanzara tigre, liberamente consultabili e scaricabili:

giovedì 24 marzo 2016

Il 17 aprile vota SI


lunedì 14 marzo 2016

Verso il Contratto di Fiume Tevere

L'Assemblea del Consorzio Tiberina, cui i Gruppi Ricerca Ecologica Lazio sono consorziati, è convocata per giovedì 17 marzo 2016, a partire dalle ore 14, presso l'Aula Magna dell'Università Roma Tre.

Un altro passo verso la nascita del Contratto di Fiume del bacino del Tevere!

venerdì 11 marzo 2016

Autodemolitori di via Togliatti: NO alla delocalizzazione in aree a rischio idrogeologico

I Gruppi di Ricerca Ecologica, associazione di tutela ambientale riconosciuta dal MATTM, hanno chiesto al sub Commissario con delega all’Ambiente, il Generale di Divisione Camillo de Milato, di essere ammessi a partecipare al tavolo tecnico istituito dal Dipartimento di Tutela Ambientale con le associazioni degli autodemolitori e che sta lavorando al piano per la delocalizzazione dei centri siti a via Palmiro Togliatti.

immagine tratta da www.abitarearoma.net
Apprendiamo con stupore che le aree individuate per la delocalizzazione dei centri di autodemolizione e rottamazione nel territorio di Roma Capitale siano in parte ancora quelle dell’Accordo di Programma del 1997, aventi destinazione urbanistica “infrastrutture Tecnologiche”, senza che si sia nemmeno tenuto conto di strumenti successivi né coinvolto il territorio ad esempio l’area potenzialmente interessata a ridosso di via Mario Schifano risulta Zona a Rischio Idrogeologico classificato R4 e R3 sulla base del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) dell’Autorità di Bacino del Tevere, individuante le fasce fluviali e zone a rischio sull’elaborato prescrittivo di PRG vigente (Decreto Segretariale n. 32 dell'8 giugno 2015, pubblicato sul BUR Lazio n. 56 del 14 luglio 2015), e che ai sensi dell’art. 64, c. 4 del D. Lgs 152/06, ha “carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni ed enti pubblici, nonché per i soggetti privati, ove trattasi di prescrizioni dichiarate di tale efficacia dallo stesso Piano di bacino”, e pertanto rendono ampiamente superato finanche il “Programma di delocalizzazione delle aree attualmente occupate dai Centri di autodemolizione e rottamazione”, individuato dalle Linee di indirizzo programmatiche stabilite con delibera 181/2014 della precedente Giunta Marino”.


Pur auspicando che l’annosa problematica dei centri autodemolizione e rottamazione di via Palmiro Togliatti possa trovare una celere soluzione siamo certi che ogni alternativa non possa prescindere dalla totale sostenibilità ambientale e urbanistica, senza pregiudicare la sicurezza dei cittadini o erodendo ulteriori suoli in fasce che andrebbero invece preservate, tanto più nel quadrante Est già martoriato da un punto di vista ambientale e sociale da attività illegali troppo spesso inspiegabilmente tollerate dalle Istituzioni.

mercoledì 9 marzo 2016

12/3/2016 - La gestione eco-compatibile del territorio



venerdì 29 gennaio 2016

INTERRAMENTO RIFIUTI IN VIA COLLATINA: CHIESTO INTERVENTO DELL'ARPA

Frame dal video del CdQ Tor Sapienza
I GRE LAZIO hanno chiesto l'intervento dell'ARPA e della Prefettura per accertare quanto sta accadendo nell'ex pastificio sito a Roma in via Collatina 391, andato a fuoco l'11 gennaio.
Da un'articolo apparso sul giornale telematico Roma Today si apprende, con dichiarazioni
attribuite al Comitato di quartiere Tor Sapienza che "una ditta sta intombando montagne di
rifiuti sotto terra".
Qualora questi fatti fossero veritieri, ci troveremmo di fronte a gravissimi reati ambientali ed un potenziale rischio di inquinamento ad ampio raggio: la zona, infatti, è densamente abitata e ricade all'interno del Municipio V (Tor Sapienza, La Rustica, Tor Cervara) nonché in zona a rischio idrogeologico R4 ricadente nell’8° sottobacino del Fiume Aniene nelle immediate prossimità del Fosso di Tor Tre Teste.
Più avanti nell'articolo di Roma Today viene meglio specificato, con dichiarazioni virgolettate attribuite in questo caso al Presidente del Comitato di Quartiere, che "nel terreno confinante con la
struttura, di proprietà privata, una ditta di pulizia sta liberando l'area dai rifiuti ma li sta gettando all'interno di una gigantesca cavità prima inesistente. Si vede nelle immagini".
A corredo di quanto denunciato, è pubblicato anche il seguente video in cui sono visibili diversi mezzi di lavoro movimentare rifiuti (presumibilmente speciali e pericolosi) a ridosso dell’immobile
andato a fuoco.
I GRE LAZIO, al fine di tutelare le condizioni della popolazione nonché dell’ambiente, ritenendo la gravità dei fatti descritti anche in sede penale, hanno chiesto all'ARPA di intervenire con la massima urgenza al fine di accertare se siano state ottemperate tutte le disposizioni in materia, chiedendo altresì di essere presenti al momento del sopralluogo.

martedì 12 gennaio 2016

Consorzio Tiberina: prorogato di 6 anni

Roma, 4 gen. (Adnkronos/Labitalia) - E' stato prorogato per altri 6 anni il Consorzio Tiberina, che sarebbe scaduto il 31 dicembre 2015, guidato da Giuseppe Maria Amendola. Assume la denominazione di 'Consorzio Tiberina - Associazione consortile per l'Assemblea di Fiume e di Bacino del Tevere e per i relativi patti e contratti' e la vicepresidenza va a Raffaele Condemi, presidente del Circolo Canottieri Lazio. Una decisione che fa seguito all'ultimo incontro pubblico svoltosi all'Isola Tiberina e che rafforza il percorso che vede l'impegno della società civile per un contratto di fiume.

Vecchi e nuovi aderenti (ammessi ufficialmente nell'Assemblea dell'ultimo dell'anno) hanno fornito le prime risorse per sostenere spese gestionali, stage, attività sul territorio; nuove iscrizioni sono attese fin dalle prime settimane del 2016 per partecipare all'Assemblea di Fiume, alla segreteria tecnico-scientifica (ancora da nominare), ai tavoli di lavoro e all'Osservatorio istituzionale (già esistente nel vecchio Statuto, corrispondente alla Cabina di regia tipica dei contratti di fiume).

A quest'ultimo organo saranno ufficialmente invitati i rappresentanti istituzionali interessati, anche per contribuire a un 'Manifesto per il Tevere e la regione Tiberina', già avviato nella stesura.