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martedì 18 settembre 2018

Caccia: è allarme inquinamento da piombo

A pochi giorni dalla riapertura della caccia nel Lazio, giunge un nuovo allarme che evidenzia un effetto delle attività venatorie spesso non adeguatamente tenuto in considerazione: la nuova relazione dell'ECHA (l'agenzia UE per la regolamentazione delle sostanze chimiche) sull'utilizzo di munizioni al piombo nelle aree non-umide (colpi di arma da fuoco e cartucce) e di pesi per la pesca fornisce così tante prove sufficienti dell'esistenza di un elevato rischio da giustificare la richiesta di ulteriori misure restrittive al fine di limitare l'inquinamento aggiuntivo da piombo e migliorare la qualità dell'ambiente.  

Mentre circa 5.000 tonnellate di piombo sono attualmente disperse nelle aree umide europee a causa della caccia, ogni anno altre attività di tiro - come l'utilizzo di armi da fuoco nelle aree non umide - diffondono nell'ambiente circa 14.000 tonnellate di piombo a cui si aggiungono quello derivande dall'uso di proiettili di piombo e pesetti per la pesca . Inoltre, le attività di tiro sportivo generano ogni anno tra 10.000 e 20.000 tonnellate di piombo.

Misure restrittive porterebbero anche altri effetti benefici, tra cui ridurre la mortalità di circa 1-2 milioni di uccelli (soprattutto fagiani e pernici) che potrebbero inavvertitamente inghiottire il piombo frugando tra i rifiuti o essere loro stesse una preda avvelenata da piombo nell'ambiente terrestre e nella catena alimentare. Inoltre bisogna ridurre i rischi per la salute di una numerosa popolazione di cacciatori e per le loro famiglie, che mangiano frequentemente carne di selvaggina uccisa con pallini di piombo o proiettili.
L'ECHA ha riscontrato che i costi di sostituzione dei pallini di piombo sono relativamente contenuti in quanto sono già disponibili in alternativa i pallini d'acciaio, utilizzabili nella maggior parte dei fucili e non significativamente più costosi: la maggiore spesa per il singolo cacciatore sarebbe quindi abbastanza ridotta.
Questo rapporto è la risposta dell'ECHA alla richiesta della Commissione europea di raccogliere informazioni sui potenziali rischi di altri usi del piombo per la caccia nei terreni al di fuori delle zone umide, per il tiro al bersaglio al di fuori delle zone umide e in piombini e maschere per la pesca.
Background
Il 17 agosto 2018, l'ECHA ha inviato alla Commissione il parere dei suoi comitati scientifici sulla sua proposta relativa alle aree umide: il parere sosteneva la necessità di una restrizione proprio al fine di ridurre l'esposizione su larga scala di numerose specie di uccelli delle aree umide a causa dell'ingestione di pallini di piombo usati. Si stima che ogni anno nell'UE circa 1 milione di uccelli delle aree umide muoia a causa di avvelenamento da piombo, nonostante la legislazione esistente in 24 dei 28 Stati membri e un accordo internazionale (AEWA) che protegge gli uccelli delle aree umide.
La proposta evidenzia che i benefici della restrizione superano i suoi costi e che la maggiore spesa per i cacciatori sembra essere accessibili, sebbene l'impatto possa essere diverso nei vari Stati membri. I comitati dell'ECHA per la valutazione del rischio (RAC) e per l'analisi socioeconomica (SEAC) hanno concordato con questa conclusione e hanno osservato che l'in fase esecutiva la proposta potrebbe essere migliorata introducendo una più ampia restrizione che copra tutti gli usi del piombo nelle attività di tiro. Ciò è pienamente coerente con le conclusioni della relazione dell'ECHA.