
E' inconcepibile che nel 2020 si intervenga sulle alberature stradali in modo così devastante, eppure i volontari del Gre Lazio di Tivoli ci hanno segnalato che i maestosi platani di Villaggio Adriano sono stati appena pericolosamente deturpati.
Ci troviamo esattamente sulla S.P. 51/ab Maremmana Inferiore II che termina a Ponte Lucano: una strada a doppia carreggiata separata da una fascia verde che in alcuni tratti arriva quasi a due metri, pregevolmente alberata con maestosi platani. Una condizione urbanistica ideale, pertanto.
Ed invece decine e decine di platani sono stati potati con un taglio del tutto irrazionale, indefinibile, eseguito tra l'altro in uno momento totalmente sbagliato giacché siamo in piena ripresa vegetativa e nonostante tali alberi abbiano a disposizione lo spazio sufficiente per svilupparsi: sebbene i tagli non arrivino alle biforcazioni, potremmo sicuramente definirla una capitozzatura, una tecnica sbagliata di potatura che numerosi studi scientifici hanno confermato aumentare nel medio e lungo periodo la pericolosità degli alberi, indebolendoli (a causa del maggior rischio di malattie e ad attacchi di parassiti) e rendendoli irrimediabilmente più brutti a causa della distruzione per sempre del loro valore ornamentale.
Purtroppo in Italia la capitozzatura (che in Francia è pesantemente sanzionata) viene spesso eseguita in maniera indiscriminata perché, rispetto a una potatura corretta e mirata, è un intervento facilmente eseguibile, più economico e più veloce. Inoltre non richiede particolari capacità o competenze da parte degli operatori che quindi la preferiscono rispetto ad altri interventi (quali diradamento, taglio di ritorno, rimonda del secco…).

Inoltre funghi, alburno e durame potranno entrare nei platani provocando una grossa regressione (tra l'altro sui tagli in esame sembrerebbe non essere nemmeno stato messo l’apposito mastice cicatrizzante) e formando delle cavità che renderanno molto meno sicura l'intera struttura. In aggiunta a tutte queste problematiche potrebbero aversi anche danni irreversibili alla corteccia causati dalle scottature dei tessuti esposte ai raggi solari. Infine le radici morenti determineranno una grossa perdita di sali e acqua ed è per questo che ogni albero capitozzato vivrà molto meno di un albero potato nella maniera corretta.
Ma, allora, cosa è successo a Tivoli? La competenza sulla Maremmana Inferiore, sulla quale si innesta anche il casello autostradale Tivoli sulla A16 e che quindi viene normalmente percorsa anche da migliaia di turisti che si recano ai "super protetti" siti Unesco di Villa Adriana e Villa d'Este nonché al bene FAI di Villa Gregoriana, è del Dipartimento VII- Viabilità e infrastrutture viarie della Città metropolitana di Roma Capitale, l'ente territoriale di area vasta sorto 2015 sul territorio corrispondente a quello della precedente provincia di Roma (che ha sostituito) ed il cui sindaco metropolitano è Virginia Raggi (dal 22 giugno 2016). Più precisamente la gestione della Maremmana Inferiore (che attraversa il territorio dei Comuni di Tivoli, Roma, Gallicano nel Lazio e Zagarolo) è affidata all'Ufficio di direzione "Viabilità zona SUD" - Sezione territoriale 5.
L'8 luglio scorso è scaduta la gara "Lavori di manutenzione ordinaria su strade Provinciali Viabilità Sud – Sezioni 5^ e 6^ - Anno 2019 - CIA VS 181031" per una base di 563 mila euro, successivamente aggiudicata il 19 novembre ad una ditta di Colleferro con un ribasso del 25,652%. Nel computo metrico e in tutti i documenti della gara, tuttavia, relativamente agli interventi sulle alberature è inequivocabilmente previsto che ogni potatura di contenimento avrebbe comunque dovuto essere effettuata sempre secondo il criterio della potatura a tutta cima e del taglio di ritorno: ma cosa significa?
Il termine "tutta cima" sta ad indicare che in nessun ramo potato avrebbe dovuto essere interrotta la "dominanza apicale" esercitata dalla gemma terminale, in quanto dovendo accorciare una branca o un ramo non andava fatta una spuntatura o una speronatura, ma andava asportata la porzione apicale del ramo fino all'inserzione di uno di ordine immediatamente inferiore a quello che tagliato e che a sua volta avrebbe assunto la funzione di cima.
Questa tecnica viene praticata proprio perché se con il taglio viene interrotta la funzione di cima attorno o in prossimità della superficie di taglio, a causa del richiamo di abbondante linfa, si originano da gemme dormienti numerosi rami vigorosi male ancorati e in concorrenza tra loro ed inoltre sempre per la causa citata, la parte inferiore del ramo risulterà indebolita. Pertanto, pur laddove dovesse essere necessario "svettare" la cima per alleggerirla da un'eventuale abbondante vegetazione che potrebbe provocare un incurvamento del ramo con possibilità di rottura, va sempre rispettata l'integrità delle branche principali mantenendo una armonica successione dei vari diametri e quindi, nel complesso, la funzionalità fisiologica e l'aspetto estetico-ornamentale dell'albero.

Abbiamo pertanto chiesto - come Gre Lazio - spiegazioni urgenti alla Città Metropolitana di Roma Capitale. Vi terremo aggiornati.