Horizontal Popup Menù with Images
consigli e idee dalla rete news dalle Istituzioni aree protette energie in circolo

lunedì 21 settembre 2020

Crisi idrica: la situazione dopo l'estate 2020

L'Osservatorio permanente sugli usi idrici, riunitosi lunedì 21 settembre ed a cui hanno partecipato attivamente i Gruppi Ricerca Ecologica, ha fatto il punto sulla crisi idrica in corso nel Distretto dell'Appennino Centrale.

Le precipitazioni degli ultimi tre mesi (giu-lug-ago) lungo la dorsale carbonatica ed in particolare sulle sorgenti principale hanno infatti reso l'estate 2020 più piovosa della media degli ultimi anni, mentre permane un deficit pluviometrico significativo su un orizzonte temporale di riferimento più ampio (9, 12 e 24 mesi) in termini

di recupero della disponibilità idrica (eccezion fatta, forse, per gli invasi più piccoli che hanno maggiore resilienza): dal punto di vista degli andamenti storici, tutte le sorgenti presentano una diminuzione costante delle portata, a dimostrazione che le precipitazioni estive non hanno grosso impatto sulle risorse idriche sotterranee, ed addirittura per le sorgenti con portata inferiore rispetto a quella media i deficit percentuali appaiono dello stesso ordine di grandezza dei deficit stimati negli anni più siccitosi.

La situazione, ad esempio, è particolarmente grave in Abruzzo, dove nel sub-ambito marsicano tutte le sorgenti hanno quasi totalmente esaurito la risorsa idrica disponibile rendendo necessarie turnazioni idriche per gli acquedotti serviti (come il Liri Verrecchie che serve anche 9 Comuni della Regione Lazio nella zona del Salto Cicolano) e chiusure notturne necessarie ad incrementare il livello per il minimo indispensabile dei serbatoi e partitori. Addirittura molte utenze servite sono state approvvigionate con autocisterne mobili in modo giornaliero: l'unico aspetto favorevole è che adesso i centri abitati in questione si sono svuotati della popolazione fluttuante, che questa estate è stata al massimo delle presenze rispetto agli anni passati anche a causa delle scelte fatte per limitare i rischi dell'epidemia da Covid-19.

 

Nel Lazio, dove il servizio idrico integrato è organizzato in 5 ambiti territoriali ottimali, non si riscontrano variazioni rispetto a luglio 2020 relativamente alla disponibilità delle fonti e problematiche gestionali.

Le situazioni di crisi delle disponibilità idriche presenti al momento in alcuni Comuni dell'ATO1-Viterbo sono prevalentemente dovute a problematiche strutturali del sistema di approvigionamenti idrico (captazioni ed adduzione), nonché al perdurare della presenza di arsenico e fluoro in molte fonti destinate ad uso potabile che tende ad aggravarsi in condizioni di monore disponibilità della risorsa e conseguente maggiore stress della stessa per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici.

 

Anche nell'ATO2 – Lazio centrale Roma si conferma una condizione di significativo deficit relativamente alle cumulate pluviometriche del corrente anno idrologico (gennaio – agosto 2020), in particolare nella zona della dorsale appenninica e la bassa valle del Tevere, e conseguentemente delle relative portate minime dalle fonti di approvvigionamento con particolare riguardo all'area a sud di Roma alimentata dagli acquedotti Simbrivio e Doganella aggravata dalla ridotta possibilità di utilizzare fonti locali (circa 150 pozzi) a causa di problematiche di tipo qualitativo, con il rischio di scarsità idrica per il prossimo autunno e per l'anno idrologico 2021. Per far fronte a tale situazione, il 24 luglio scorso la Regione ha dichiarato lo stato di calamità naturale autorizzando un maggior prelievo dalle sorgenti del Pertuso (ulteriori 190 l/s in più ai 360 l/s autorizzati nel 2010); inoltre il gestore ha avviato l'abbassamento delle pressioni nelle ore notturne a garanzia di 22 Comuni nonché l'installazione di limitatori di portata nelle zone rurali in 13 Comuni.

Nell'ATO3 – Rieti non si sono registrate significative alterazioni delle fonti di approvvigionamento di maggiore rilevanza. Quelle a carattere superficiale non perenne, invece, hanno registrato significativi decrementi creando criticità in piccole frazioni mitigate con autobotti sostitutive e distribuzione oraria programmata. Analoghe misure sono state adottate nei comuni del Salto Cicolano (tra cui Borgorose, Collalto, Collegiove, Fiamignano, Nespolo, Pescorocchiano e Petrella Salto) serviti dal sistema acquedottistico Liri – Verrecchie di cui dicevamo prima.

I dati pluviometrici registrato nell'ATO4 – Lazio meridionale Latina, invece, sono in linea con quelli dell'anno precedente e al momento le sorgenti garantiscono il fabbisogno idrico. In caso di deficit della disponibilità si interverrà con risorse già disponibili, ed in particolare:

  • nella zona del Sud Pontino, mediante l'utilizzo del “Campo pozzi 25 Ponti in Comune di Formia” e della “Sorgente Fonte del Duca” per una portata complessiva di circa 125 l/s, oltre al “Collegamento rete di Minturno con rete Acquacampania Cellole”, in fase di ultimazione, con una portata di 160 l/s;

  • nella zona dei Monti Lepini, mediante l'utilizzo dei pozzi Volaga e dei pozzi in Comune di Amaseno per una portata complessiva di circa 95 l/s.

Disponibilità idrica decrescente anche nell'ATO5 – Lazio meridionale Frosinone, seppur non si sono registrati particolari disservizi e le turnazioni rispecchiano quelle attuato nel medesimo periodo del 2019 (dovute prevalentemente a problematiche strutturali). Anche a causa degli effetti dell'epidemia da Covid-19, allo stato si riscontrano fenomeni di bassa pressione nelle reti di distribuzione, soprattutto per le utenze poste più in alto. Misure migliorative per la gestione delle risorse idriche riguarderanno interventi sia strutturali (distrettualizzazione delle reti acquedottistiche, potenziamento impiantistico dei siti strategici, installazione di organi di manovra motorizzata ed in telecontrollo) che non (bilanciamento idraulico, verifica dei volumi d'acqua erogati, sostituzione massiva dei contatori).