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sabato 10 febbraio 2018

GRE: "lago di Bolsena, inquinamento allarmante"

La cittadina di Marta e l'Isola Martana (foto di Marco Volpi)
La crisi delle acque interne del Lazio non sta risparmiando nemmeno il più grande lago vulcanico d'Europa, quello di Bolsena, che fin'ora sembrava essere indenne. Mentre per altri bacini, in primis quello di Bracciano, il problema è però connesso all'eccessivo emungimento d'acqua, per il Bolsena sono gli inquinanti, e soprattutto gli scarichi fognari. Eppure il lago di Bolsena, assieme alle sue due isole Bisentina e Martana, è una Zona di Protezione Speciale (ZPS IT6010055, oltre a diversi siti di interesse comunitario) e pertanto destinatario di misure di conservazione specifiche e ad hoc come per ogni sito  Natura 2000.

Questa ZPS, sita nella parte settentrionale della provincia di Viterbo, ricade all'interno della Regione Biogeografica Mediterranea, ha un'altezza media di 305 m s.l.,. e si contraddistingue per la presenza di ittiofauna diversificata e abbondante e per una ricca avifauna svernante: in particolare è importante per la nidificazione del nibbio bruno (Milvus migrans) e del gabbiano reale (Larus cachinnas michaelis), per quest'ultimo si tratta dell'unica stazione non costiera nell'Italia peninsulare.

I due SIC che la ZPS include sono quello del "Lago di Bolsena" (SIC IT6010007), importante naturalisticamente per la presenza di habitat di interesse comunitaria legato agli specchi lacustri (quali formazioni vegetali a prevalenza di alghe del genere Chara e vegetazione sommersa fisionomicamente caratterizzata da specie del genere Potamogeton), e quello delle "Isole Bisentina e Martana" (SIC IT60100041), importanti per la presenza degli habitat "Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia" (9340) e "Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea" (6620*), nonché per la nidificazione del nibbio bruna e del gabbiano reale.
Panoramica del Lago di Bolsena (foto di Marco Volpi)
Nonostante però sia l’unica ZPS del Lazio  afferente alla tipologia delle “Zone umide” non protetta come Parco o Riserva naturale (ai  sensi della LN 394/91), proprio per la virtuosità della gestione associata da parte delle Amministrazioni locali, come segnalato dall'Osservatorio Ambientale del Lago di Bolsena, infatti, la COBALB (Comunità Bacino del Lago di Bolsena S.p.A.) non riesce più a raccogliere i reflui di tutti i comuni del bacino lacustre e ad avviarli alla corretta depurazione.

Tutte le stazioni di sollevamento sono in uno stato tecnico insoddisfacente. I quadri elettrici e di comando sono obsoleti e insufficienti, il sistema di teleallarme fuori servizio, le tubazioni malridotte, le pompe spesso in uno stato precario, presenti nelle stazioni in numero minimo o addirittura assenti. Ciò comporta sversamenti frequenti di acque fognarie nel Lago da molte stazioni. 

In dettaglio, l'Osservatorio denuncia che:
  • sono completamente fuori servizio le stazioni: SS 20 a Marta, “ Le Fontane” e “S.P. I Felceti” a Valentano e quella di “San Lorenzo Lago”;
  • le altre stazioni, soprattutto la SS 9 (Grancaro), lavorano con funzionalità ridotta;
  • il depuratore situato sul fiume Marta è completamente fuori servizio da circa un anno;
  • il depuratore di Valentano è fermo almeno dal 2013.
Di conseguenza, una grande parte delle acque reflue raccolte nei comuni di Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo e Bolsena finisce nel Lago nei pressi della stazione SS 9. Il resto, assieme ai reflui di Montefiascone, Marta e Capodimonte, viene sversato nel fiume Marta nei pressi della stazione SS 20. Le acque reflue del comune di Valentano finiscono addirittura interamente in vari fossi, senza depurazione.

Eppure il collettore circumlacuale aveva fatto considerare (forse con eccessiva enfasi) il Bolsena addirittura il lago più pulito d'Europa: forse un'enfasi eccessiva, dal momento che appena l'anno scorso un gruppo di scienziati della Bauhaus-Università di Weimar (Germania), specialisti ed esperti internazionali nella gestione delle acque urbane, hanno soggiornato per una settimana sul Lago di Bolsena, rilevando e denunciando il degrado delle acque del Lago: in particolare, l'aumento significativo della concentrazione di fosforo comporta un elevato rischio di eutrofizzazione.

Le fonti d’apporto di fosforo più importanti sono:
  • le immissioni di acque reflue causate dal malfunzionamento del sistema di raccolta
  • l’erosione dei suoli nelle aree agricole
  • i traboccamenti nelle condotte di acque miste dopo eventi di forti precipitazioni.
Ma queste fonti sono anche quelle con il maggiore potenziale di miglioramento: riparando l'infrastruttura fognaria esistente, realizzando fasce tampone vegetali per ridurre l’apporto di fosforo dovuto all'erosione dei terreni agricoli, e modificando la gestione delle acque, la qualità del Lago potrebbe rapidamente migliorare.