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mercoledì 9 ottobre 2019

Ecco il pesticida trovato nelle scuole di Sabaudia (LT)

Mai avremmo voluto leggere la notizia di un interferente endocrino che causa effetti neurotossici sull'uomo all'interno di una scuola, ed invece, a seguito dei malori di docenti ed alunni nel primo giorno di lezione ed alla tempestiva segnalazione della dirigente scolastica l'11 settembre scorso, l'ARPA Lazio ha accertato che a contaminare ben 11 plessi  degli istituti «Cencelli» e «Giulio Cesare» nel Comune di Sabaudia, in provincia di Latina, è stato il potente insetticida clorpirifos metile (clicca qua per i dettagli commerciali).

L'EPA, l'Agenzia statunitense per la protezione ambientale, dal 2000 ha vietato l'utilizzo domestico di tale pesticida, purtroppo ancora ampiamente utilizzato in agricoltura (soprattutto per trattare barbabietole, frumento, cotone, arachidi, verdure, meli, viti), ma anche nei sui campi da golf e come antiparassitario su alcuni animali, tra cui tacchini, pecore e cani. Un recente studio della medesima agenzia americana, denuncerebbe che il clorpirifos metile causerebbe ritardo mentale nei bambini esposti di età tra i 2 e i 3 anni, disturbi pervasivi dello sviluppo e deficit d’attenzione nei bambini più grandi e ridotto livello di intelligenza nei bambini in età scolare che sono stati esposti nel grembo materno.

Sembra che ormai si vada verso il divieto globale di tale prodotto: il 9 agosto 2018 la Corte di appello di San Francisco ha ordinato all'EPA di mettere al bando il clorpirifos, mentre in Europa (dove già l'8 marzo del 2013 l'europarlamentare Sergio Silvestris aveva presentato un'interrogazione , cui a maggio dello stesso anno seguì un divieto da parte della Regione Puglia) il 2 agosto scorso l'EFSA (l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare) ha formalmente affermato che il clorpirifos non possiede i requisiti per il rinnovo dell'autorizzazione e sembrerebbe finanche che la Commissione stia preparando un regolamento per vietare sia il clorpirifos che il clorpirifos metile, le cui autorizzazioni scadranno il 31 gennaio 2020.
Intanto, a Sabaudia, mentre la Procura della Repubblica sta indagando su come possa essere accaduto ciò a seguito dell'esposto del Sindaco Giada Gervasi, il CTU, sentito il dirigente Asl competente, ha suggerito di trattare pareti e pavimenti con una soluzione e successiva tinteggiatura anche dei soffitti trattando i pavimenti sempre con la medesima soluzione. Per banchi e suppellettili, il consiglio è stato invece di lavare con soluzione di bicarbonato di sodio, asciugare, poi ulteriore lavaggio per strofinio con alcool denaturato

A testimonianza dell'assoluta gravità di quanto accaduto a Sabaudia, pubblichiamo quanto scritto sul clorpirifos da Roberta Tassinari e Sabrina Tait, entrambe dell'Istituto Superiore di Sanità - Reparto di Tossicologia Alimentare e Veterinaria, Dipartimento di Salute Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare.

L’INSETTICIDA CLORPIRIFOS UN NUOVO INTERFERENTE ENDOCRINO
 
Tra i pesticidi utilizzati in agricoltura e per usi non agricoli (disinfestazioni, giardinaggio) i più diffusi sono gli insetticidi organofosforici, di cui il Clorpirifos (CPF) è un importante rappresentante. Del CPF sono noti gli effetti neurotossici tanto che la U.S. Environmental Protection Agency ne ha bandito l’uso domestico. Il CPF infatti, come tutti i pesticidi organofosforici, è un inibitore dell’acetilcolinesterasi, enzima che controlla i livelli del neurotrasmettitore acetilcolina nel sistema nervoso centrale e periferico. L’esposizione cronica agli organofosforici può portare a perdita di memoria, depressione ed insonnia. Gli effetti del CPF sono particolarmente rilevanti quando ad essere esposti sono gruppi di popolazione maggiormente vulnerabili come le donne in gravidanza, e di conseguenza il feto ed i bambini; studi sperimentali mostrano come, in queste fasi, il CPF può interferire in maniera permanente con lo sviluppo neurocomportamentale (Veronesi et al, 2008).
Diversi pesticidi hanno la capacità di agire come Interferenti Endocrini (IE) (Mantovani et al 2008), ma non era ancora chiaro se una classe importante come gli organofosforici avesse la capacità di alterare i meccanismi di regolazione ormonale. Studi condotti all’interno del nostro reparto dimostrano che l’esposizione in gravidanza e/o neonatale nel topo provoca:
  1. ipotiroidismo nelle madri esposte, con riduzione dei livelli degli ormoni tiroidei e danni visibili a livello del tessuto. Nella prole è evidente un’alterazione del tessuto tiroideo e dei livelli ormonali in modo simile a quanto osservato nelle madri, sia in epoca perinatale sia a piena maturità sessuale (De Angelis et al, 2009);
  2. effetti permanenti relativi alla produzione di ossitocina e vasopressina, due regolatori neuroendocrini sintetizzati nell’ipotalamo. In particolare, l’ossitocina risulta aumentata mentre i livelli di vasopressina diminuiscono (Tait et al, 2009).
Tali alterazioni si osservano a dosi di CPF al di sotto della soglia di tossicità per il sistema nervoso. Le evidenze da noi riscontrate riguardano principalmente animali in età adulta, ma esposti solo nelle prime fasi della vita, e soprattutto in gravidanza: si tratta quindi di un’alterata programmazione, persistente, dell’organismo; inoltre, i maschi appaiono essere più suscettibili per entrambi gli effetti. È importante sottolineare che l’alterazione a livello tiroideo sia nelle madri sia nella prole, può implicare una disregolazione nei processi di crescita e sviluppo con probabili ricadute anche su altri sistemi, compreso quello riproduttivo, che sinora non risulta un bersaglio importante per l’azione del CPF.

Inoltre, l’alterazione dei livelli dei neurotrasmettitori ipotalamiche suggerisce un effetto sui meccanismi di regolazione ed in particolare sul dialogo fra ipotalamo e altre componenti del sistema endocrino, a partire dall’ipofisi.

I nostri risultati dimostrano, per la prima volta, che il pesticida organofosforico CPF è un IE, con meccanismi inediti ed inattesi ed effetti a lungo termine sulla regolazione neuro-endocrina e tiroidea.

Altri pesticidi organofosforici potrebbero condividere lo stesso meccanismo, con ricadute per la tutela della sicurezza alimentare, da almeno due punti di vista:

- è importante tenere conto delle recenti acquisizioni scientifiche nella definizione dei limiti massimi di residui per i pesticidi negli alimenti, tutelando sempre di più il feto e il bambino, che possono essere maggiormente suscettibili;
- occorre valutare attraverso appropriati modelli sperimentali gli effetti congiunti dovuti alla presenza contemporanea negli alimenti di più pesticidi con lo stesso meccanismo.
Riferimenti bibliografici
  • De Angelis S, Tassinari R, Maranghi F, Eusepi A, Di Virgilio A, Chiarotti F, Ricceri L, Venerosi Pesciolini A, Gilardi E, Moracci G, Calamandrei G, Olivieri A, Mantovani A. (2009) Developmental exposure to chlorpyrifos induces alterations in thyroid and thyroid hormone levels without other toxicity signs in cd1 mice. Toxicol Sci. 108(2):311-9.
  • Mantovani A, Maranghi F, La Rocca C, Tiboni GM, Clementi M. (2008) The role of toxicology to characterize biomarkers for agrochemicals with potential endocrine activities. Reprod Toxicol. 26(1):1-7.
  • Tait S, Ricceri L, Venerosi A, Maranghi F, Mantovani A, Calamandrei G. Long-term effects on hypothalamic neuropeptides after developmental exposure to chlorpyrifos in mice. Environ Health Perspect. 2009 Jan;117(1):112-6.
  • Venerosi A, Cutuli D, Colonnello V, Cardona D, Ricceri L, Calamandrei G. Neonatal exposure to chlorpyrifos affects maternal responses and maternal aggression of female mice in adulthood. Neurotoxicol Teratol. 2008 Nov-Dec;30(6):468-74.