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venerdì 27 marzo 2020

Roma Capitale, il particolato non diminuisce nonostante il blocco

Dopo aver mostrato grazie all'elaborazione grafica operata dai Gruppi Ricerca Ecologica sui nuovi dati inviati dal satellite Copernicus Sentinel-5P come, a seguito del blocco voluto come misura di contenimento dell'epidemia da Covid-19, su Roma Capitale si sia avuto un calo del diossido di azoto (l'NO2 è un gas tossico di colore giallo-rosso, dall'odore forte e pungente e con un forte potere irritante, la cui origine primaria nei bassi strati dell'atmosfera è costituita dai processi di combustione e, nelle aree urbane, dai gas di scarico degli autoveicoli e dal riscaldamento domestico), grazie ad un'elaborazione in esclusiva GRE operata sulle misurazioni della qualità dell'aria rese disponibili da ARPA LAZIO, abbiamo indagato l'andamento di altri tre inquinanti:
  • il PM10 che identifica una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato, ovvero il materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche che è pari al al 50% per il diametro aerodinamico di 10 micron. Le sorgenti legate all'attività umana sono soprattutto i processi di combustione (tra cui quelli che avvengono negli impianti di riscaldamento principalmente a biomasse, in molte attività industriali, negli inceneritori, nei motori a scoppio e nelle centrali termoelettriche), ma anche l'usura di pneumatici, dei freni e dell'asfalto. Il PM10 è in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore (naso e laringe), aumentando l'asma tutto l'anno e le bronchiti in inverno (a causa degli idrocarburi policiclici aromatici);
  • il PM2,5 che rappresenta circa il 60% dei PM10 ed è composto dalle particelle più piccole. E' una polvere toracica, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specie durante la respirazione dalla boccale, in grado di raggiungere in 30 giorni le porzioni alveolari dei polmoni  e attraverso questi trasmettersi nel sangue. Il PM2,5 è un probabile fattore di rischio per l'insorgenza di tumori;
  • l'anidride solforica (SO2) che è stata in passato l'inquinante principale nelle zone industriali, soprattutto a causa della combustione di carboni ad alto tenore di zolfo: tale sostanza è un gas incolore, irritante, non infiammabile, molto solubile in acqua e dall'odore pungente, che reagisce facilmente con tutte le principali biomolecole. Essendo più pesante dell'aria, tende a stratificarsi nelle zone più basse. Le sorgenti antropiche sono date dalla combustione di materiali in cui sia presente zolfo quale contaminante, ad esempio gasolio, nafta, carbone, legna e altro, utilizzati in misura molto maggiore sino a qualche anno fa, per la produzione di calore, vapore ed energia elettrica.

Ricordiamo inoltre due tappe nella lotta all'epidemia da Covid-19, anch'esse tenute in considerazione:
  • il Dpcm 4 marzo 2020, che ha decretato lo stop all'attività didattica in tutta Italia dal 5 marzo inizialmente fino al 15 marzo nelle scuole e nelle università;
  • il Dpcm 9 marzo 2020, che ha esteso a tutto il territorio nazionale le misure di cui all'art. 1 del Dpcm 8 marzo 2020 "zona rossa". Ha inoltre vietato ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, gli eventi e le manifestazioni sportive. Tali disposizioni hanno prodotto effetti dal 10 marzo e saranno efficaci fino al 3 aprile (ma tutto lascia presupporre che tale data verrà ampiamente superata).

Dalla nostra rielaborazione rappresentata sul grafico seguente, è confermato che a seguito della chiusure delle scuole e delle università si è avuto una forte riduzione del biossido di azoto (linea azzurra), chiaramente dovuta alla significativa contrazione del numero di veicoli circolanti. 

Di contro né il particolato (linee marrone e verde) né l'anidride solforica (linea gialla) sembrerebbero aver risentito delle misure adottate per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19, ed anzi successivamente al 21 marzo (convenzionalmente considerato il giorno di inizio della primavera) si è avuto un picco, evidentemente connesso ad un forte ricorso al riscaldamento domestico in conseguenza dell'instabilità metereologica con temperature quasi invernali. E ciò ha influito finanche sui livelli di biossido di azoto.



Nelle prossime settimane, in cui è previsto un rialzarsi delle temperature ed un miglioramento metereologico complessivo, vedremo come varieranno i livelli di inquinanti stante il permanere del blocco degli spostamenti nonchè verosimilmente una riduzione del ricorso ai riscaldamenti domestici.